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Apocalypse mum: la Sardegna non è un paese per compiti

Amici autori dei libri dei compiti per le vacanze, è inutile che facciate tutti i disegnini colorati e accattivanti, tanto non è che ci accattivate, no no anzi, ci incattivite. Se si chiamano vacanze un motivo c’è, altrimenti si sarebbero chiamate “ancora a scuola” o “scordati le ferie”, ma invece si chiamano proprio vacanze che deriva dal latino vacans, participio presente di “vacare” che significa “essere vacuo, sgombro, libero, senza occupazioni”. E non venite a dirmi che quei libri sono rilassanti e che per il bambino rappresentano uno svago, perché non attacca. Amico che disegni i bambini sorridenti di tutte le razze che nemmeno Oliviero Toscani all’apice della carriera, ma tu credi veramente che basti decorare una pagina di conchigliette per convincere un bambino sardo a sedersi e scrivere il tema: “Una giornata al mare”? Forse sei di Biella o di Isernia, e quindi non ci hai pensato, ma per impressionare un bambino sardo ci vuole uno squalo tigre vivo, le conchigliette non lo impressionano affatto.

Per quale inspiegabile fenomeno paranormale dovrebbe sentirsi stimolato a prendere in mano un libro e completare gli spazi tratteggiati del racconto “una bella giornata di sole”? Capisco che sulle Alpi o gli Appennini alle 11 ci voglia il maglioncino, ma qui caro il mio fantasioso ottimista, alle 11 ci capita di avere 40 gradi, ragion per cui la “bella giornata di sole” il bambino sardo vorrà passarla al mare, non seduto in cucina a trasudare fatica. E se mai in un inaspettato, paranormale, raptus di zelo studentesco ( nel caso Giacobbo ne farebbe un puntatone di Voyager ) al bambino sardo venisse proprio voglia di farsi una paginetta di: cambia una vocale e trova nuove parole, caro il mio autore tutto ciccia e brufoli, le tue illustrazioni falle con cognizione di causa. No perché il settenne non ha la tua elasticità mentale, e se a “Pesca” deve cambiare la vocale per tramutarla in “Pesce” ma tu disegni Nemo lui pensa a Nemo non a pesce, bastava disegnare un pesce re qualunque. Perché i bambini sardi sono abituati ai pesci veri.

Non è che voglio fare la disfattista, ma l’estate qui è diversa del resto d’Italia, e se i ricconi belli e famosi vengono tutti qui a fare le vacanze un motivo ci sarà. Io l’avevo anche fatto il programmino alla Furio di Verdone, 120 pagine, due pagine al giorno, 60 giorni, se inizio il 10 luglio il 10 settembre ho finito. Ma non è che un bambino di 7 anni lo fai uscire dall’acqua così. Tutte le volte che lo chiami lui sta guardando da un’altra parte e le onde fanno troppo rumore, e lui non ti sente nemmeno se urli “Conto fino a tre, d’accordo?” come Vanna Marchi. E siccome sai che tanto dovrai fare il guardiano del faro al tavolo di cucina, e sai che per fare un lavoro di 20 minuti impiegherà due ore, perché la fame, la sete,la pipì arriveranno tutte in quel momento, e metti la penna e togli la penna, e devo temperare la matita e mi è caduto il righello, la voglia passa prima a te che a lui. Alla fine con mille interruzioni ci si mette. Ma proprio quando stava per terminare la prima pagina, arrivano a chiamarlo gli amici armati di skate, perché qui caro autore di odiosi libri per le vacanze, fa buio tardi e se il sole non è proprio sparito dietro il mare, nemmeno li tiriamo fuori i tegami per preparare la cena, la sera è ancora lunga e quindi come una sognante Rossella O’Hara dico a me stessa “dopo tutto i compiti li farà un altro giorno”.

E di questo passo si arriva a settembre a nostra insaputa, perché non ce ne siamo rese conto, ma il libro è lì seppellito da bollette, liste, biancheria da stirare e da tutte quelle cose che in estate dovrebbero essere proibite per legge. Allora decidi di prendere in mano la situazione, e pensi di potertela cavare facendogli fare 10 pagine al giorno e riapri il libro. Ma caro il mio illustratore romanticone, potrai anche disegnare la fine dell’estate introducendo qualche foglia che si tinge di rosso ad annunciare malinconicamente l’autunno imminente, ma qui settembre è più bello di agosto, e allora il buon senso prevale e si continua ad andare al mare fino a tardi piuttosto che a fare i compiti. Non si potrebbe far dichiarare incostituzionali i compiti per le vacanze, o magari chiedere una dispensa papale solo per i bambini sardi? Non è che i bambini sardi meritano un trattamento speciale perché sono migliori degli altri, ci mancherebbe, è la Sardegna che è la terra più bella del mondo: pretendere che un bambino stia seduto a un tavolo ogni pomeriggio, mentre potrebbe stare in mezzo a conchiglie, sabbia, onde, pesci veri e non disegnati sulle pagine di un libro, fa tremare i polsi. E comunque, a prescindere dal fatto che il libro dei compiti delle vacanze si completi, si arrivi a metà o non si apra nemmeno, ma la maestra poi il libro lo controlla? Perché alla fine fare i compiti in estate in Sardegna sarà anche una tortura, ma anche correggere 20 libri delle vacanze non dev’essere una passeggiata…

 

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