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Gelaterie artigiane: ecco i gusti preferiti dai sardi. Nell’Isola un giro d’affari di oltre 41,8 milioni

Al gelato, anche in tempo di crisi, in Sardegna, non ci rinuncia quasi nessuno. Dalla classifica più “dolce” dell’anno, tratta dal dossier “Gelaterie: le imprese artigiane e la spese delle famiglie per i gelati“, realizzata dall’Osservatorio per le Pmi di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte Istat 2017, si scopre come nella nostra regione le gelaterie artigianali siano ben 291, su un totale di 414, impiegano circa 700 persone (quasi 1.000 addetti in totale), con una media di 1 impresa ogni 3.800 abitanti, per un giro d’affari di oltre 41,8 milioni.

Come riporta l’Ansa, l’Isola è al 14/o posto come percentuale di aziende artigiane (70,3%) contro l’86,7% del Trentino, che occupa il primo posto, e una media nazionale 71,5%. Quanto al giro d’affari, i dati dicono come la spesa della Lombardia superi i 344 milioni di euro mentre in Italia si sfonda la quota di 1,8 miliardi. Tra i consumatori in Sardegna, secondo il dossier di Confartigianato Sardegna, le famiglie sarde spendono, in media, 58 euro per coni, sorbetti e coppette. Tra le province, Cagliari-Sud Sardegna ha un giro d’affari di quasi 20 milioni di euro da suddividere in 145 imprese gelatiere. Segue Sassari con quasi 13 milioni, poi Nuoro con 5,3 e Oristano con 3.9.

Anche in questo 2018, nelle gelaterie stravincono i sapori decisamente classici, a fronte dei 600 a disposizione: primeggiano “fragola”, “cioccolato” seguiti da “nocciola”, “limone”, “crema”, “pistacchio” e “stracciatella” anche se non perdono colpi neanche i sempreverdi “tropicana”, “limoncello”, “tè verde”, “arcobaleno” o addirittura “loacker”. Per chi ha problemi di dieta (uno su dieci), ecco il gelato alla soia. Nella nostra isola, invece, crescono anche i gusti sardi come “sebadas”, “mirto” e “pardula” o persino i gusti al formaggio. “Ai piccoli piaceri della vita, non si rinuncia, neppure in tempo di crisi – afferma il Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – anzi, a fronte dell’austerità alla quale si è costretti, statistiche alla mano, si indulge più spesso ai propri capricci”.

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