Amelia Lai, 96 anni di ricordi della “sarta di Lanusei”. Il segreto per vivere a lungo? Non arrabbiarsi
Classe 1921, 96 anni e una mente lucida piena di ricordi. Amelia Lai è felice di raccontare qualcosa della sua vita, anche se l’emozione di rivivere tanti anni di gioie e sacrifici non manca. A Lanusei, attualmente, non ci sono centenari,
Classe 1921, 96 anni e una mente lucida piena di ricordi. Amelia Lai è felice di raccontare qualcosa della sua vita, anche se l’emozione di rivivere tanti anni di gioie e sacrifici non manca. A Lanusei, attualmente, non ci sono centenari, come in altri centri ogliastrini, ma non è difficile trovare arzilli ultra novantacinquenni come Amelia.
In tanti la conoscono, vuoi perché era la sarta del paese, vuoi per il bellissimo forno che in più occasioni, insieme alle figlie, ha fatto aprire al pubblico per la Fiera delle ciliegie, o vuoi per i quattordici figli che ha avuto. E a quel punto anche il numero di nipoti e pronipoti è cresciuto in maniera esponenziale. Qualcuno che va a farle visita c’è sempre, così non sta mai sola e il tempo passa più piacevolmente.
Ricorda di quando cuciva abiti da uomo su misura, e tutti andavano a comprarli da lei. E quando non c’era da fare a casa si raggiungevano gli uomini in campagna. «Loro andavano presto, di solito a cavallo -racconta- e noi li raggiungevamo, a piedi, a cavallo o col carro, a seconda della possibilità. Avevamo gli orti, la vigna, ma anche mucche, maiali e galline».
Facevano in casa tutto quello che si poteva fare, soprattutto negli anni di crisi della guerra. Ricorda «Producevamo tutto da noi perché non c’erano soldi. Anzi che comprare la pasta per la minestra macinavamo il grano e facevamo la fregola a casa. E poi il pistoccu, il pane, i malloreddus e il formaggio». Uno stile alimentare sano e semplice che la accompagna ancora oggi «Mangio quello che c’è. Ministra, pasta, carne. Non ho vizi» spiega.
A quei tempi, tra la campagna come quasi unica fonte di sostentamento e le faccende di casa, di scuola se ne faceva poca, soprattutto le bambine, ma Amelia ci tiene a ricordare che lei ha una quinta elementare che vale quanto una terza media di adesso «facevamo tanto a scuola, di aritmetica, dettati.. E qualche volta, quando i miei nipoti mi chiedevano una mano coi compiti li aiutavo, fin dove potevo».
Adesso la vista e l’udito non sono più quelli di un tempo, ma Amelia, messa da parte la bellissima macchina da cucire, non si è persa d’animo. Ancora oggi aiuta come può a preparare il pane «L’ultimo l’abbiamo fatto qualche settimana fa» precisa. E le sue mani sono ancora maestre nel chiudere i culurgionis e fare malloreddus.
«Non mi è mai piaciuto usare le maniere forti coi figli quando mi facevano arrabbiare. Ho sempre preferito consigliarli con le parole» racconta. Ed forse è proprio questo spirito forte ma pacato il suo segreto per invecchiare bene. «Lavorare con amore e armonia, essere in pace con tutti e cercare di dare buoni consigli ai piccoli e ai grandi» svela.
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