Anticipo amarissimo per il Tortolì di Francesco Loi che in casa contro il SFF Atletico incappa nella quarta sconfitta consecutiva (0-5).

Una sconfitta pesante e rotonda con la momentanea capolista del girone D. Il Tortolì regge l’urto nella prima frazione e va sotto 1-0 solo per il gol di Tornatore. Nella ripresa il tracollo: raddoppio sempre con Tornatore, poi Nanni e Tortolano (2) calano il pokerissimo. Se domani dovesse vincere il San Teodoro, i tortoliesi resterebbero ultimi. Da soli.

Domani si gioca in Prima categoria la settima di andata. A Osini sfida tra i padroni di casa e il Villagrande, gara tra le due sorprese in negativo di questo inizio di campionato: i locali sono a quota un punto in classifica e al momento non stanno ripetendo la straordinaria stagione dello scorso anno; il Villagrande non sta invece mantenendo le premesse, almeno al momento, di inizio campionato dopo la buonissima campagna acquisti. Altro derby sarà quello tra Ilbono e Cardedu. Il Cannonau Jerzu ospita l’Azzurra, squadra giovane e fastidiosa da affrontare. Big match a “Su Fossu” tra il sorprendente Tertenia e la Gemini Pirri. Chiude il programma delle ogliastrine la Baunese che sfida il Sestu. La squadra di Senes, dopo due vittorie consecutive, cerca il tris davanti ai “Cuba”.

In Seconda, negli anticipi del girone D, l’Atletico Lotzorai pareggia a Sa e Fenu contro l’Esclaplano (4-4). Sempre sotto, la squadra di Gianluca Vincis sfodera un super Mattia Serra che firma una quaterna che evita la beffa casalinga. A Ulassai vince invece il Triei (0-1) con un rigore di Sagheddu allo scadere. Ulassai che ha fallito varie volte il vantaggio soprattutto con Deidda che in un’occasione, a porta vuota, sparacchia fuori. 

Il resto del programma riserva un derby d’altri tempi, quello tra Castor e Perdasdefogu. Il Loceri ospita il Selene, trasferta difficile per gli Amatori Jerzu a San Vito. Si chiude con Ussassai-Lotzorai.

La photogallery di Andrea Casula: 

Oggi andiamo a ricostruire insieme quella che era la “moda nuragica”, grazie ad alcune testimonianze giunte fino a noi.

Le donne indossavano per lo più delle lunghe tuniche e dei mantelli. Portavano i capelli suddivisi in lunghe trecce e cappelli conici e a cappuccio.

Gli uomini, invece, indossavano tuniche corte con delle sopravesti di pelle, gambali di cuoio, e sulla testa berretti cilindrici oppure a calotta, per proteggersi dal freddo.

I poveri, invece, indossavano un semplice perizoma che fasciava le reni.

Diverso, come racconta molto bene M. Pallottino nel suo libro “La Sardegna Nuragica” (Roma, 1950), l’abbigliamento dei guerrieri nuragici: “I guerrieri indossavano anche tuniche striate, con elementi di cuoio e protezioni per le spalle. Gambali ed elmi, sempre di cuoio. Quest’ultimi con appendici piumate o con le note corna taurine, che appaiono anche in altri luoghi dell’antico Mediterraneo. Il normale guerriero era difeso anche da uno scudo rotondo e armato di spade, lance e giavellotti. Frequenti sono le rappresentazioni di arcieri con armamento più leggero ( pugnale o daga a lama fogliata) e non mancano i frombolieri. Va notato che in questo caso i guerrieri portano capelli lunghi ricadenti in trecce sul petto”.

Un contributo importante alla ricostruzione di quello che era il vestiario del popolo nuragico è stato dato da Angela Demontis nel suo libro “Il Popolo di Bronzo”. Anni fa, la studiosa e artista sarda ha analizzato a fondo i reperti in nostro possesso e ricostruito con dovizia di particolari (a dimensione reale) di abiti, armi ed utensili dei Bronzetti nuragici. Un lavoro eccezionale, reso celebre anche da alcune mostre dedicate ai suoi lavori, dove la studiosa ha reso giustizia a una grande civiltà, non limitandosi solo a ricostruirne il vestiario ma anche ad approfondirne le tecniche di creazione, dalle erbe utilizzate per produrre i colori per le stoffe alla ricerca dei materiali.