Domenica inizia ufficialmente la quarta stagione dell’Antes Ogliastra Volley, con l’Open Day di serie C femminile, giornata nella quale tutte le gare vengono disputate nella stessa località. Quest’anno l’esordio delle biancorosse sarà proprio contro la squadra di casa, il Sorso Volley. Il Presidente Gian Tomaso Ferrai, in questa intervista, racconta il nuovo corso societario dell’Antes 

Cosa si aspetta da questa stagione agonistica? 
Quest’anno iniziamo un nuovo ciclo sportivo, abbiamo perso diverse atlete che per motivi di studio si recheranno all’università. Vorrei sottolineare con orgoglio, che molte di loro hanno avuto diverse possibilità di continuare la loro avventura nella pallavolo con società cagliaritane e sassaresi. e quindi tali opportunità le aiuterà nel sostentamento delle spese fuori sede. In questo particolare momento, sapere che i nostri sacrifici e la nostra opera sociale portano vantaggi, sia tecnici sia economici, alle nostre atlete e alle loro famiglie ci rende orgogliosi e sicuri di essere sulla strada giusta.
Abbiamo anche molta fiducia nel nuovo gruppo, molto giovane ma di indubbie qualità. Purtroppo abbiamo perso, per motivi personali, un’atleta a pochi giorni dall’esordio e questo ci penalizzerà molto; sarà probabilmente un altro campionato in cui nella parte iniziale soffriremo un po’ di inesperienza ma siamo certi di riuscire a ottenere anche quest’anno il nostro scudetto, cioè la salvezza sul campo.
Nel settore giovanile crediamo di poter competere un po’ in tutte le categorie: ci piacerebbe vincere un altro titolo regionale e bissare l’esperienza dei Campionati Nazionali in continente. Ma ciò che ci rende ottimisti per il futuro sono gli importanti numeri che stiamo facendo, nei nostri centri in tutta la Provincia, nel settore giovanile. Questo è un segnale che il nostro progetto piace ai giovani atleti e soddisfa anche le loro famiglie.

L’arte e l’abilità dei coltellinai sardi è un fatto noto in tutto il mondo. Da millenni il popolo sardo produce lame di qualità eccellente accompagnate da decorazioni artistiche di incredibile bellezza e valore artigiano.

Ne esistono vari tipi. Le più celebri sono la Pattadese (Pattada), l’Arburesa (Arbus), la Guspinesa (Guspini). Altri centri di eccellenza sono Tempio Pausania, Dorgali, Alghero, Santu Lussurgiu e Assemini. Ci sono poi due macrocategorie: la leppa e la resolza. Quest’ultima di differenzia per essere a serramanico, mentre la leppa ha il manico fisso, almeno nella tradizione.

I vari tipi di coltello sardo – Foto di Vittorio Vittori (Creative Commons, Flickr)

Abitudine diffusa e assai gradita in Sardegna, soprattutto tra gli uomini, è di ricevere in regalo uno di questi magnifici coltelli che gli artigiani realizzano i manico d’osso e lama in acciaio. Non è un regalo come gli altri, ha un significato molto profondo. Oltre a essere un gesto di grande amicizia, rispetto e riconoscimento del valore altrui (soprattutto se il coltello è di grande pregio), è un auspicio di un felice futuro: serve a tagliare tutti i “rami secchi” del passato e concentrarsi sul futuro.

Prima di farvene regalare uno da un vostro amico o da un parente, però, è bene sapere una piccola cosa. Tecnicamente il coltello non si regala. Chi lo riceve è obbligato, secondo la tradizione, a regalare una moneta (di pochissimo valore) alla persona da cui lo riceve. In questo modo il coltello non servirà mai a separare l’amicizia.

Coltelli “Arburesi” e “Guspinesi”