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Michele Prestifilippo: “Il mio sogno? Valorizzare gli abiti della tradizione sarda”

Michele Prestifilippo

Michele Prestifilippo

 

Nonostante la giovane età, le passioni del tortoliese Michele Prestifilippo affondano le radici nel passato. Da circa una decina d’anni, infatti, il 26enne colleziona con amore gli abiti e i preziosi monili della tradizione sarda, studiando e approfondendo le tematiche sociali e storiche che ad essi hanno fatto da cornice.

 

La sua collezione si compone di un centinaio di pezzi, tra scialli, gonne, monili e corpetti. Spiega Michele: “Ho iniziato a collezionare vestiti e gioielli tradizionali da ragazzino. Ho sempre subito il fascino degli abiti delle nonne e delle zie anziane e molto presto ho sentito l’esigenza di preservarli dall’oblio e dall’incuria. Ho preso quindi a conservare i capi ereditati dai familiari e poi nel tempo ho ampliato la collezione, anche grazie ai lasciti di alcune persone speciali che ora non ci sono più e che hanno voluto contribuire a renderla ancora più corposa”.

 

Michele, dopo aver studiato all’Istituto d’Arte ha approfondito da autodidatta lo studio delle tradizioni sarde e ora, nel settore, la sua voce risulta piuttosto autorevole. Spesso è a lui che si rivolgono i membri dei gruppi folk dell’Isola per avere consigli e indicazioni precise su come far confezionare gli abiti dai sarti. “Non tollero che gli abiti o i gioielli che andranno a sfilare vengano riprodotti con superficialità. Cerco sempre di far capire che i costumi vanno realizzati in modo completamente fedele a quello che è l’originale. La nostra tradizione prevede l’utilizzo di sete e broccati, certamente non quello di materiale sintetico. Soffro nel vedere che spesso si viene meno a questi parametri, magari nella fretta di preparare un vestito. Le sfilate dei costumi non sono quelle di Carnevale, ci sono delle linee di autenticità ed eleganza da seguire”.

Per quanto concerne le novelle commistioni tra tradizione e innovazione e le reinterpretazioni dei costumi in chiave moderna risulta invece meno rigido: “Un conto è copiare male il passato, un altro è valorizzarlo facendolo dialogare con la modernità. Alcune recenti idee dei designer isolani sono a mio parere molto valide”. E sul futuro mostra di avere le idee molto chiare: “Ho già esposto a Cagliari, Alghero, Dorgali e altri meravigliosi luoghi della Sardegna. Il mio obiettivo è quello di far conoscere il più possibile la mia collezione e continuare a studiare e valorizzare le nostre tradizioni. Mi piacerebbe che un giorno il comune di Tortolì prendesse a cuore i miei amati abiti, dando loro una casa-museo dove farsi ammirare da tutti i cittadini in pianta stabile”.

 

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