Oggi ad Arzana in una calda domenica di ottobre si è disputata la prima edizione della “ARZANA BIKE RACE”: gara di mountain bike valida per la seconda prova del Gran Prix Marathon Sardegna 2014, organizzata dalla GLEsport A.S.D.  sotto l’egida della F.C.I.

Ad aggiudicarsi il primo posto assoluto della Marathon è stato Mauro Vacca di Sinnai (M1) della Techno Bike, percorrendo la distanza di 58,3 km con un tempo di 03h17m11s, seguito a soli 01s da Alberto Olla della Sardinia Mountain Bike e da Filippo Ortu della Techno Bike che ha guadagnato il terzo posto con un distacco di 02s dal primo.

Nei primi 30 km in testa alla gara erano Giorgio Carta e Nicola Piras. Successivamente è venuto fuori Ortu trascinandosi dietro Vacca e Olla. Ma nelle discese finali è Vacca ad allungare su Olla e Ortu conquistandosi così la vittoria per un secondo.

Da evidenziare l’ottima prestazione del sempre verde Vittorio Serra, giunto al 5 posto assoluto. Nella Point to Point di 33 km a fregiarsi della corona di vincitore è stato invece Michael Francesco Giua (JU), il promettente atleta della Società Team Progetto Sport, che in 01h52s49c ha preceduto  al traguardo  Marco Cauli (MC1) della Società S.C. San Vito, secondo posto assoluto con un distacco di 14s, e Diego Donapai della Società A.S.D. Alghero Bike, 3° posto assoluto con un distacco di 03m20s dal primo.

Con un tempo di 01h52m49s il diciottenne Francesco Giua registra anche un primo posto assoluto sul podio della categoria Junior.

“Una gara dura, impegnativa, ma davvero bella ed entusiamante ripercorrere i tracciati del Rally di Sardegna- ha così affermato il vincitore della marathon Mauro Vacca – è stato davvero emozionante scalare  Monte Idolo, senza potersi fermare ad ammirare i suoi boschi mozzafiato.”

Molto soddisfatto Marco Melis Sindaco di Arzana il Comune sostenitore  e  patrocinatore dell’evento “Questa manifestazione – spiega – evidenzia lo spirito dell’amministrazione Comunale di creare eventi e occasioni che siano da stimolo per far conoscere il nostro territorio e Arzana Bike Race rappresenta un’opportunità unica per raggiungere questo obiettivo”.

CLASSIFICA GENERALE MARATHON km 58,3

1 – VACCA MAURO (M1) (TECHNO BIKE) in 03h17m11s
2 – OLLA ALBERTO (ELMT) (SARDINIA MOUNTAIN BIKE) a 01s
3 – ORTU FILIPPO (M3) (TECHNO BIKE) a 02s
4 – CARTA GIORGIO (M2) (TECHNO BIKE) a 05m19s
5 – SERRA VITTORIO (M6) (TECHNO BIKE) a 10m49s

CLASSIFICA GENERALE POINT TO POINT km 33

1 –  GIUA MICHAEL FRANCESCO (JU)(TEAM PROGETTO SPORT) in 01h.52s49c
2 –  CAULI MARCO (MC1) (S.C. SAN VITO) a 14s
3 – DONAPAI DIEGO  (M2) (A.S.D. ALGHERO BIKE) a 03m20s
4 –  SARA GAVINO (ELMT) (MOUNTAIN BIKE SENNORI) a 5m00s
5 –  PAU FEDERICO (JU) (ARKITANO MTB CLUB) a 06m27s

Fonte: Comunicato Stampa

S’Arcu e is Forros, a pochi chilometri dal passo di Correboi – ancor oggi uno dei più importanti punti della viabilità sarda –, è considerato dagli studiosi il più importante centro metallurgico nuragico in Sardegna e non solo: si trattava di una specie di Lourdes nuragico. Ma andiamo per gradi.

Qui, ben 3500 anni fa, i nuragici costruiscono un nuraghe monotorre e un primo insediamento di capanne, ma il cambiamento avviene nel 1200 a.C.: è allora che soffia il vento della rinascita. Nasce una nuova architettura sacra, che si basa sull’acqua, vista ovviamente come elemento vitale, e S’Arcu e is Forros, santuario nuragico ricco di templi, diventa crocevia di “pellegrini”: «Forse in occasione di feste o ricorrenze legate all’annata agraria, arrivavano dai villaggi vicini numerose persone a piedi o con i carri» racconta Alessandra Garau, una delle guide turistiche di Archeonova, squadra composta da eccellenti professionisti.

Ma non solo: come abbiamo detto, S’Arcu e is Forros era per le persone di allora una specie di Lourdes nuragico. «In queste occasioni ci si incontrava, si scambiavano merci o animali, si stipulavano contratti, si banchettava e naturalmente si pregava nei pressi dei templi. I sacerdoti accoglievano i fedeli si invocavano alla Divinità lasciando nei templi pregiati doni che, oltre al loro valore materiale, portavano in sé l’immenso valore delle speranze e delle preghiere che imploravano la grazia di una guarigione o di risoluzione di un problema. I preziosi bronzi ritrovati nei templi, oggetti di uso comune ma anche i celebri bronzi figurati che conosciamo con il nome di “bronzetti”, sono dei veri e propri ex voto che avevano la stessa funzione di supplica e preghiera degli ex voto che ancora oggi vengono lasciati nelle chiese dedicate ai Santi dalle proprietà miracolose.»

Così arriviamo al primato importante che dà a S’Arcu e is Forros il riconoscimento di più importante centro metallurgico della Sardegna. Durante la loro storia millenaria, dall’Età del Bronzo medio a quella del Ferro, tra il 1600 e il 600 a.C., i nuragici hanno sviluppato abilità artigianali eccellenti. Non erano solo contadini, pastori e costruttori – spiega Garau – ma anche bravissimi fabbri. «Nelle officine fusorie nuragiche venivano realizzati attrezzi per l’edilizia e il lavoro sui campi,» continua Garau «venivano forgiati accessori per l’abbigliamento, monili e manufatti preziosi che venivano scambiati in segno di amicizia e benevolenza tra capi nuragici oppure donati ai navigati che si fermavano in Sardegna: l’economia si basava sugli scambi di beni e oggetti di valore perché ancora non esisteva la moneta.»

Ed ecco che culto e metallo si uniscono: nei bronzetti che venivano appunto “venduti” alle persone, che poi li donavano per ricevere favori dalle divinità.

Ciò che distingue però S’Arcu e is Forros dagli altri villaggi nuragici è la presenza di vere e proprie officine fusorie: qui venivano prodotti gli oggetti che venivano scambiati durante le feste e che venivano consegnati in dono ai sacerdoti.

Unico ed eccezionale: così viene definito un monumento in particolare.

Dopo un attento studio, è emerso qualcosa di stupefacente: «Il ritrovamento di scorie di metallo e resti di fusione ha fatto capire agli archeologi che poteva trattarsi di fornaci per l’estrazione dei minerali: dalle piccole aperture messe alla base, con dei grossi mantici, veniva soffiata l’aria per alimentare i fuochi e raggiungere le alte temperature necessarie a fondere i metalli. È suggestivo pensare che, a distanza di tremila anni, il sito conserva nel suo nome l’essenza della vocazione che aveva in epoca nuragica: S’Arcu ‘e is Forros si potrebbe tradurre come il Valico dei Forni. Questo nome evocativo riassume l’importanza del sito e la potenza della comunità che lo abitava: era situato nei pressi di un valico appunto, luogo di passaggio, di confine ma anche di incontro, da dove era possibile controllare la porta occidentale dell’Ogliastra. I forni richiamati nel nome poi sembrano voler riassumere la vocazione, oltre che sacra, produttiva connessa alla metallurgia e alla ricchezza dovute alla straordinaria capacità di lavorare e gestire i preziosi metalli da parte di abili artigiani e di potenti sacerdoti.»