Pischedda giura fedeltà al Barisardo. Lanusei e Tortolì si danno da fare.

Ultimi colpi e primi giorni di preparazione per alcune compagini ogliastrine, come Lanusei e Tortolì. I lanuseini di Francesco Loi, già a lavoro da lunedi 4 agosto, hanno ingaggiato Demartino (ex Castiadas) e Mandas (ex Selargius). La neo promossa in Eccellenza, non vuole assolutamente recitare il ruolo di comparsa nel massimo campionato regionale e si è attrezzata per dare battaglia fin dalle prime battute. Dopo Figos, Angheleddu, Floris e Mura, ecco anche i due ragazzini “terribili” Mattia Muggianu (dal Girasole) e Carlo Mameli (dal Barisardo). Preso anche Andrea Boi, altro fuoriquota bariese.

Risponde per le rime l’altra ogliastrina in Eccellenza, il Tortolì, che riporta a casa Alex Podda, dopo l’esperienza nei professionisti a Malta, e fa sbarcare in terra sarda il difensore centrale francese Mark Trabi, classe 95. Hanno iniziato la preparazione, mercoledì 6 agosto, anche Carmine Errico (ex Girasole) e Fabio Serra, anno 1995, a lungo corteggiato dal Barisardo e dal Girasole. I tortoliesi, dopo le conferme dei big, ad eccezione di Zanoletti e Recano, sperano nel pieno recupero fisico di Alessandro Murreli, out per problemi fisici nella scorsa stagione.

Il Barisardo ha trovato il secondo portiere: sarà Serra, classe 95, proveniente dal Cardedu. Incassano anche la firma di Stefano Pischedda, talento locale, in passato vicinissimo all’Osini e corteggiato anche dalla Castor del suo estimatore Marcello Guerriero, ex mister proprio del Barisardo. Resta a Seui, fresco di ripescaggio in Prima categoria, l’esterno offensivo Walter Laconi, promesso sposo al Seulo. Matteo Loi alla fine resta al Villagrande, dove avrà una doppia veste: giocatore in prima squadra, e mister della juniores provinciale villagrandese. Una conferma importante per la squadra allenata da mister Cannas. Nicola Demurtas passa dal Tortolì all’Idolo. Marco Insolia piace all’Arbus, mentre resta a Triei, il difensore Federico Usai.

Filippo Mucelli (Barisardo) si avvicina al ritorno all’Arbatax. La squadra di Enrico Cuccu tratta anche il centrocampista Gigi Serra e la punta Marco Ladu. Potrebbe restare per un’altra stagione a Talana, il centrocampista Roberto Murgioni. Il portiere Usai (ex Villagrande ) interessa al Meana Sardo e al Villasor, mentre continuano i contatti tra il Fonni ed Erik Scudu. Ancora senza una destinazione Beppe Montagna e Federico Murino. Filippo Chiai (Barisardo) è vicinissimo all’Orione di mister Puddu. Ivano Lotto potrebbe accasarsi al Girasole di Tore Mereu, alla ricerca sempre di un portiere da affiancare a Murru. Sempre il Girasole, sarebbe interessato al giovanissimo, classe 96, Fabrizio Bonicelli, attaccante del Villagrande. Dinaro (ex Cus Cagliari e Frassinetti) dice no al Cardedu di Boi. Aventino Cinus è il nuovo preparatore dei portieri del Usd Barisardo. L’Ulassai ha un nuovo mister: Muceli, ex Cannonau Jerzu.

Oggi andiamo a ricostruire insieme quella che era la “moda nuragica”, grazie ad alcune testimonianze giunte fino a noi.

Le donne indossavano per lo più delle lunghe tuniche e dei mantelli. Portavano i capelli suddivisi in lunghe trecce e cappelli conici e a cappuccio.

Gli uomini, invece, indossavano tuniche corte con delle sopravesti di pelle, gambali di cuoio, e sulla testa berretti cilindrici oppure a calotta, per proteggersi dal freddo.

I poveri, invece, indossavano un semplice perizoma che fasciava le reni.

Diverso, come racconta molto bene M. Pallottino nel suo libro “La Sardegna Nuragica” (Roma, 1950), l’abbigliamento dei guerrieri nuragici: “I guerrieri indossavano anche tuniche striate, con elementi di cuoio e protezioni per le spalle. Gambali ed elmi, sempre di cuoio. Quest’ultimi con appendici piumate o con le note corna taurine, che appaiono anche in altri luoghi dell’antico Mediterraneo. Il normale guerriero era difeso anche da uno scudo rotondo e armato di spade, lance e giavellotti. Frequenti sono le rappresentazioni di arcieri con armamento più leggero ( pugnale o daga a lama fogliata) e non mancano i frombolieri. Va notato che in questo caso i guerrieri portano capelli lunghi ricadenti in trecce sul petto”.

Un contributo importante alla ricostruzione di quello che era il vestiario del popolo nuragico è stato dato da Angela Demontis nel suo libro “Il Popolo di Bronzo”. Anni fa, la studiosa e artista sarda ha analizzato a fondo i reperti in nostro possesso e ricostruito con dovizia di particolari (a dimensione reale) di abiti, armi ed utensili dei Bronzetti nuragici. Un lavoro eccezionale, reso celebre anche da alcune mostre dedicate ai suoi lavori, dove la studiosa ha reso giustizia a una grande civiltà, non limitandosi solo a ricostruirne il vestiario ma anche ad approfondirne le tecniche di creazione, dalle erbe utilizzate per produrre i colori per le stoffe alla ricerca dei materiali.