Chi era la donna che liberò Napoli dai nazifascisti? Maddalena Cerasuolo e le gloriose 4 Giornate

Il ruolo delle donne nella vita politica, un tema delicato e dibattuto. Se poi si pensa agli anni ’40, quando ancora le donne non potevano votare, allora il discorso si fa delicato e urgente. Maddalena Cerasuolo in quegli anni imbracciò le armi e insieme ai partigiani cacciò i tedeschi dalla città. Una storia incredibile che bisogna ricordare
Come ogni anno, Napoli si appresta a celebrare l’80° Anniversario delle Quattro Giornate, uno degli avvenimenti storici più importanti e gloriosi che la nostra città vanti, un’insurrezione popolare con cui, tra il 27 e il 30 settembre 1943, la popolazione civile riuscì eroicamente e coraggiosamente a liberare la città dall’occupazione delle forze nazifasciste e che è valsa alla città la Medaglia d’oro al Valor Militare per la Resistenza.
Azione di resistenza civile e popolare che ha aperto la strada a un futuro di democrazia e libertà e che costituisce una parte fondamentale della memoria storica di Napoli. C’è però una storia nella storia ed è quella che riguarda una donna, protagonista indiscussa di quelle giornate: quella di Maddalena Cerasuolo, detta Lenuccia. Una storia che val la pena di ricordare, poiché unica donna che imbracciò le armi per liberare la sua città.
Lenuccia nacque a Napoli, il 3 febbraio del 1920 ed è stata patriota, antifascista e operaia italiana. La sua partecipazione alla Liberazione le venne riconosciuta con l’assegnazione dell’onorificenza di Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Era il 1943 quando Lenuccia, ventitrenne, viveva con i genitori in vico Neve a Materdei, chiamato così perché in passato vi si vendevano neve, ghiaccio e acqua. Napoli in quegli subiva ipesanti bombardamenti da parte degli Alleati, il 27 settembre del ’43 vennero catturate migliaia di persone e fu allora che centinaia di napoletani reagirono dando vita all’insurrezione popolare delle 4 Giornate (27-30 settembre).
Maddalena lavorava come operaia in una fabbrica di scarpe e si unì volontariamente al gruppo dei “cercatori d’armi”, per scovare armi ovunque esse fossero ed impedì che i tedeschi depredassero la fabbrica di scarpe dove lavorava in vico delle Trone. Difese con i suoi compagni partigiani i rioni Materdei e Stella e, armata di fucile, al fianco del padre e di altri partigiani, salvò il Ponte della Sanità, quello che oggi porta il suo nome.
Dopo questi avvenimenti, con il suo nome di battaglia,“Maria Esposito”, sigla “C22”, operò dal 23 ottobre 1943 all’8 febbraio 1944, con lo Special Operations Executive (SOE), servizi segreti britannici, partecipando, dopo un breve periodo di addestramento a Forio di Ischia, a due importanti missioni militari: Hillside e Kelvin.
Poi si paracadutò oltre le linee nemiche tra Roma e Montecassino, e per raccogliere informazioni si finse cameriera dell’artista Anna d’Andria. Finita la guerra, Maddalena si sposò ed ebbe quattro figli: Carlo, Gaetana, Gennaro e Patrizia. Maddalena è stata una donna che ha saputo e voluto vivere da cittadina, non limitandosi al ruolo di moglie e madre e rinunciando a prendere parte ad azioni politiche e militari, rinunciando dunque ai suoi ideali di libertà, solo perché la società non prevedeva la presenza femminile in questi ambiti da sempre appannaggio maschile.

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