Lo sapevate? In epoca medievale Napoli aveva ben 26 porte di ingresso: oggi ne rimangono 4

La città di Napoli contava 26 porte di accesso (e ben 28 torri) che consentivano di entrare nella città superando le mura di difesa per l’accesso. Oggi le porte, assieme alle antiche cinte murarie della città di Napoli, sono quasi tutte scomparse ma ne rimangono quattro molto belle.
Lo sapevate? In epoca medievale Napoli aveva ben 26 porte di ingresso: oggi ne rimangono 4.
La città di Napoli contava 26 porte di accesso (e ben 28 torri) che consentivano di entrare nella città superando le mura di difesa per l’accesso. Oggi le porte, assieme alle antiche cinte murarie della città di Napoli, sono quasi tutte scomparse ma ne rimangono quattro molto belle.
Oggi esistono ancora a Napoli 4 grandi e antiche porte che una volta erano le porte d’accesso alla città che era difesa da mura: Port’Alba, Porta San Gennaro, Porta Nolana e Porta Capuana. Ma un tempo Napoli contava di ben oltre 25 porte di accesso e ci fu un periodo che su tutte le porte cittadine fu dipinto un affresco di Mattia Preti.
Porta Capuana è un’antica porta della città di Napoli, a ridosso del castel Capuano.
Edificata nel 1484, essa ha da sempre rappresentato un crocevia di vie di comunicazione di rilevante importanza.
Porta San Gennaro è la più antica porta della città di Napoli, menzionata già in documenti risalenti all’anno 928, quando era dilagata la paura dei Saraceni che avevano già distrutto la città di Taranto.
Era l’unico punto di accesso per chi proveniva dalla parte settentrionale della città. Il nome di Porta San Gennaro deriva dal fatto che di qui partiva anche l’unica strada che portava alle catacombe dell’omonimo santo.
Port’Alba è un’antica porta della città di Napoli, ubicata sul lato sinistro dell’emiciclo di piazza Dante (luogo anticamente detto largo Mercatello). Per la sua mole e la sua architettura è considerata una delle porte seicentesche più belle d’Europa.
La Porta Nolana a Napoli è un’antica porta situata in piazza Nolana ed è inglobata tra due torri di piperno dette Torre della Fede (o Cara Fè) a sud e Torre della Speranza a nord. La porta fu eretta nel XV secolo da Giuliano da Maiano per sostituire quella di Forcella (altrimenti detta del Cannavaro) edificata in epoca precedente nelle vicinanze della Basilica dell’Annunziata.
Fu chiamata così perché dalla porta partiva una via che si dirigeva verso il borgo antico della odierna Nola.
Come riporta Napolidavivere, sono facilmente individuabili gli antichi varchi cittadini di Porta San Gennaro, che una volta delimitava l’accesso alla città perché la zona della Sanità era fuori le mura e poi c’è Porta Nolana che troviamo nell’omonima piazza nella zona di corso Garibaldi all’altezza della stazione della Vesuviana e della ex Stazione Bayard, la prima stazione in Italia.
Poi c’è Porta Capuana, la più maestosa che è rimasta vicino a Castel Capuano e delimitava la cinta delle mura aragonesi di cui si vedono ancora i resti fino a via Foria e poi c’è Port’Alba, la più centrale e recente.
Le porte di Napoli furono affrescate da Mattia Preti. Guardando Porta San Gennaro a Napoli, possiamo ammirare in cima alla porta un grande affresco di Mattia Preti (in fase di restauro) dedicato alla Madonna con Bambino raffigurata con i santi Gennaro, Rosalia e Francesco Saverio.
Questo è l’ultimo rimasto di vari affreschi che tra il 1657 e 1659 Mattia Preti realizzò sulle 7 porte di Napoli ancora esistenti fino ad allora. Un ex–voto offerto dalla città per la fine della spaventosa epidemia di peste che colpì la città nel 1656.
Il pittore era di Taverna in Calabria: giunto a Napoli durante il periodo della peste fu arrestato e condannato a morte per aver ucciso una guardia che cercava di impedirgli l’accesso in città, vietato per l’epidemia. Quando il Viceré lo seppe gli concesse la grazia e Mattia Preti in cambio realizzò vari dipinti sulle porte cittadine in segno di ringraziamento.
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