Lo sapevate? Napoli è la città italiana con più scalinate

Napoli è la città italiana con più scalinate. Sono oltre duecento. Lunghe, corte, panoramiche, tortuose, famose e meno famose: Napoli è una città collinare con punti alti e altri più bassi. Le scalinate, alcune delle quali sono diventate celebri grazie alla cinematografia, si sono rese necessarie per colmare distanze e pendenze. I napoletani non le hanno mai abbandonate (alcune in realtà sì) e i turisti le hanno piacevolmente riscoperte. Ce ne sono oltre 200: 135 scale vere e proprie e 69 gradonate.
Lo sapevate? Napoli è la città italiana con più scalinate.
Napoli è la città italiana con più scalinate. Sono oltre duecento. Lunghe, corte, panoramiche, tortuose, famose e meno famose: Napoli è una città collinare con punti alti e altri più bassi. Le scalinate, alcune delle quali sono diventate celebri grazie alla cinematografia, si sono rese necessarie per colmare distanze e pendenze. I napoletani non le hanno mai abbandonate (alcune in realtà sì) e i turisti le hanno piacevolmente riscoperte. Ce ne sono oltre 200: 135 scale vere e proprie e 69 gradonate.
«Scale mobili sotto la luna, diagonali e passaggi segreti, un cammino che esiste da sempre, il tesoro della città antica», cantava Edoardo Bennato in “La città obliqua”.
Le scale di Napoli costituiscono dei complessi sistemi urbanistici e monumentali caratterizzati da vie gradinate che congiungono varie zone della città. La storia di queste rampe è riconducibile soprattutto alle espansioni fuori dalle mura del XVI secolo.
La scalinata intitolata a Massimo Troisi.
Le scale di Napoli sono degli antichi percorsi pedonali che congiungono le colline con il centro e la costa. I più antichi percorsi gradinati della città, il più delle volte, sono nati grazie all’interramento di torrenti o sorgenti, che un tempo scorrevano appena fuori dalla città.
Questi percorsi gradinati furono creati soprattutto, per esigenze urbanistiche.
Sono ancora oggi oggetto di studio e sono considerate dei veri e propri capolavori urbanistici.
Le prime espansioni risalgono al XVI secolo, quando il viceré Don Pedro Álvarez de Toledo decise di espandere la città verso la collina del Vomero. Per collegare la città bassa e la nascente città alta vennero attuati dei congiungimenti urbanistici caratterizzati da vie gradinate. Le prime realizzazioni di questo tipo furono i Gradoni di Chiaia e le Rampe Brancaccio.
L’ingrandimento della città proseguì e ulteriori rampe vennero costruite e consolidate nei secoli successivi, fino al XX secolo. Oggi andremo a vedere alcune di queste famose scalinate, per poi proseguire con l’elenco nelle prossime.
Molte sono scale sono scomparse: furono infatti interrate o trasformate in semplici discese per dar maggior viabilità alle carrozze e, in un secondo momento, anche al traffico automobilistico. Quelle rimaste costituiscono ancora oggi un tipico elemento che caratterizza l’urbanistica di Napoli.
Salita della Pedamentina
La Pedamentina è un complesso sistema di discese gradinate; con i suoi 414 scalini collega la Certosa di San Martino al Corso Vittorio Emanuele. Questa strada fu iniziata nel XIV secolo dagli architetti Tino di Camaino e Francesco de Vito ma assunse l’aspetto attuale soltanto in seguito; storicamente fu anche usata come strumento di guerra: più volte infatti venne dotata di sistemi di difesa contro chi voleva assediare Castel Sant’Elmo.
Oggi oltre a essere un’importante testimonianza storica ed urbanistica è diventata un luogo di interesse paesaggistico: gira intorno infatti agli orti e ai giardini della Certosa e offre splendide vedute sulla Baia di Napoli.
Rampe del Petraio
Le Rampe del Petraio prendono il loro nome dalla natura pietrosa del territorio su cui sono sorte; sono nate tra il XVI e il XVII secolo. Furono costruite per collegare il Vomero al “nuovo” quartiere di Chiaia, simbolo delle espansioni fuori dalle mura. Le rampe partono dal Corso Vittorio Emanuele, vicino al Complesso monastico di Suor Orsola Benincasa e arrivano vicino alla Certosa di San Martino (via Caccavello) per poi continuare a diramarsi verso la zona collinare.
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