Lo sapevate? Totò è sepolto con una donna che si suicidò per lui per amore

Liliana Castagnola, pseudonimo di Eugenia Castagnola (Genova, 11 marzo 1895 – Napoli, 3 marzo 1930), è stata un'attrice teatrale e ballerina italiana. Dal fisico sinuoso e dalla bellezza sensuale, iniziò molto giovane una carriera di successo come chanteuse in tutta l'Europa. Totò era molto geloso e la lasciò. Lei non la prese bene e si suicidò. Totò rimase talmente turbato che la fece seppellire nella cappella di famiglia, inoltre diede il suo nome alla figlia, nata 4 anni dopo.
Lo sapevate? Totò è sepolto con una donna che si suicidò per lui per amore.
Liliana Castagnola, pseudonimo di Eugenia Castagnola (Genova, 11 marzo 1895 – Napoli, 3 marzo 1930), è stata un’attrice teatrale e ballerina italiana. Dal fisico sinuoso e dalla bellezza sensuale, iniziò molto giovane una carriera di successo come chanteuse in tutta l’Europa. Totò era molto geloso e la lasciò. Lei non la prese bene e si suicidò. Totò rimase talmente turbato che la fece seppellire nella cappella di famiglia, inoltre diede il suo nome alla figlia, nata 4 anni dopo.
Liliana era costante oggetto delle cronache mondane, che la ritraevano in compagnia di regnanti, ministri e industriali. Fu espulsa dalla Francia per aver indotto due marinai al duello. Dilapidò il patrimonio di un nobile veneto che fu per questo interdetto su richiesta dei familiari. Visse con un giovane e facoltoso industriale, ma quando i parenti di lui vollero porre fine alla relazione, egli si tolse la vita dopo averle sparato due colpi di pistola, uno dei quali la ferì al volto. Una parte del proiettile, rimasto incapsulato nella volta cranica, le causava emicranie e dolori talvolta insopportabili. Era solita nascondere la cicatrice adottando la pettinatura “a caschetto” che le copriva la fronte e le guance.
La donna giunse a Napoli nel dicembre del 1929 scritturata dal Teatro Santa Lucia. Incuriosita dal veder recitare l’artista napoletano Totò, si presentò una sera a un suo spettacolo, destandone l’attenzione. Totò le mostrò il proprio interesse inviando delle rose alla pensione dove ella alloggiava e, in risposta a ciò, ella lo invitò ad assistere ad un proprio spettacolo. I due iniziarono dunque a frequentarsi con intensità.
L’interesse di Liliana per Totò era sincero, nonostante il suo atteggiamento da femme fatale. Il grande attore era però geloso e le costanti attenzioni che Liliana riceveva dagli ammiratori – oggetto per altro di pettegolezzi – furono motivo di vari litigi tra i due. Nel tentativo di costruire una quotidianità anche lavorativa, Liliana propose di farsi scritturare lì dove già egli lavorava, il Teatro Nuovo a Napoli, ma Totò interpretò il passo come eccessivamente opprimente e accettò un altro lavoro, che l’avrebbe condotto a Padova.
Nonostante le pressanti richieste dell’attrice, Totò non demorse dal proprio proposito; Liliana Castagnola entrò quindi in un profondo stato di depressione, che la portò a suicidarsi a 34 anni, tramite avvelenamento con veronal. Il fatto venne inizialmente nascosto dalle cronache, che parlarono di un errore nel dosaggio dei sonniferi. Fu trovata morta nella sua stanza d’albergo dalla cameriera, con al suo fianco una lettera d’addio per Totò:
«Antonio,
potrai dare a mia sorella Gina tutta la roba che lascio in questa pensione. Meglio che se la goda lei, anziché chi mai mi ha voluto bene. Perché non sei voluto venire a salutarmi per l’ultima volta? Scortese, omaccio! Mi hai fatto felice o infelice? Non so. In questo momento mi trema la mano… Ah, se mi fossi vicino! Mi salveresti, è vero? Antonio, sono calma come non mai. Grazie del sorriso che hai saputo dare alla mia vita grigia e disgraziata. Non guarderò più nessuno. Te l’ho giurato e mantengo. Stasera, rientrando, un gattaccio nero mi è passato dinnanzi. E, ora, mentre scrivo, un altro gatto nero, giù per la strada, miagola in continuazione. Che stupida coincidenza, è vero?… Addio. Lilia tua».
Totò fu estremamente turbato dalla notizia della morte di Liliana; si rimproverò di non aver compreso pienamente il sentimento di lei nei suoi riguardi, anzi di aver pensato: «ha avuto molti uomini, posso averla senza assumermi alcuna responsabilità». Decise allora che fosse tumulata nella cappella di famiglia e, poi, di assegnare il nome di lei a sua figlia. Le dedicò inoltre una breve poesia.
Nel 1934 Totò battezzò la figlia con il nome di Liliana in onore di Liliana Castagnola.
La tomba di Totò e della donna si trova nel Cimitero di Santa Maria del Pianto, altrimenti detto cimitero del Pianto, uno dei cimiteri presenti a Napoli, situato in via nuova del Campo, nel quartiere Poggioreale.
La tomba da tempo è meta continua di fan, curiosi e persone che anche e soprattutto giovani. Il sepolcro di Totò è uno dei più visitati dagli italiani, che spesso vi si recano per lasciare dolci e biglietti. La memoria di Totò, nonostante sia passato già così tanto tempo dalla sua morte, è ancora ben vivida. E tanti giovani si avvicinano adesso con passione ai suoi film, tanto che l’attore napoletano è ancora oggi il comico italiano più famoso.
Con la sua considerevole attività di attore e umorista, Totò è entrato nella cultura popolare di intere generazioni di italiani. Secondo un sondaggio del 2009, condotto dal giornale online quinews.it con mille intervistati equamente distribuiti per fasce d’età, sesso e collocazione geografica (Nord, Centro, Sud e Isole), Totò è risultato essere il comico italiano più conosciuto ed amato, seguito rispettivamente da Alberto Sordi e Massimo Troisi. I suoi film, visti all’epoca da oltre 270 milioni di spettatori (un primato nella storia del cinema italiano, molti dei quali rimasti attuali per satira e ironia.
Per coloro che volessero visitare la tomba del grande attore, una volta raggiunto il cimitero, è possibile trovare indicazioni su come raggiungere la cappella, che si trova ad un centinaio di metri dall’ingresso principale. Nella cappella riposa anche Liliana Castagnola la donna che si tolse la vita per amore di Totò.
Nell’ingresso della cappella, in una lapide, sono incisi i versi della poesia “A Livella”, composta dal «principe della risata»
L’iniziativa è stata fortemente voluta, e realizzata, dal direttore del cimitero, Domenico Striano, il quale ha, però, agito in forma privata, da cittadino, chiedendo il sostegno dei fan dell’artista.
La cappella è tra le più visitate ed è consuetudine che le persone lascino messaggi a Totò e anche caramelle e pezzi di torrone.
La poesia è una metafora della vita ma soprattutto della morte la quale, come una livella (la bolla usata dai muratori per mettere sullo stesso piano le superfici) non considera le diversità sociali trattando tutti, quando giunge l’ora, allo stesso modo.
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