Lo sapevate? Nella cripta della Cappella Sansevero a Napoli sono conservate le inquietanti macchine anatomiche
All’interno di due bacheche sono conservate le cosiddette Macchine anatomiche, o Studi anatomici, gli scheletri di un uomo e di una donna (morta probabilmente di parto) in posizione eretta, con il sistema circolatorio quasi perfettamente integro. Su questi due corpi circolano ancora molte dicerie. Scopriamole insieme.
Lo sapevate? Nella cripta della Cappella Sansevero a Napoli sono conservate le inquietanti macchine anatomiche.
All’interno di due bacheche sono conservate le cosiddette Macchine anatomiche, o Studi anatomici, gli scheletri di un uomo e di una donna (morta probabilmente di parto) in posizione eretta, con il sistema circolatorio quasi perfettamente integro. Su questi due corpi circolano ancora molte dicerie. Scopriamole insieme.
Le Macchine furono costruite dal medico anatomista palermitano Giuseppe Salerno. Furono realizzate nella seconda metà del XVIII secolo usando come base gli scheletri di due persone. I due corpi mostrano la rete di vasi sanguigni in modo così minuzioso e preciso che per secoli è stata creduta naturale.
La realizzazione dei modelli fu commissionata da Raimondo di Sangro, principe di Sansevero. La leggenda popolare raccontava che nella realizzazione fosse intervenuto direttamente il Principe, tesi questa smentita da recenti studi.
Questi oggetti inquietanti si trovavano in una stanza del palazzo del principe di Sansevero, denominata “Appartamento della Fenice”. Nella loro originaria collocazione nel 1775 furono viste e apprezzate anche dal famoso marchese De Sade. I due studi anatomici sono stati spostati nella Cappella.
Ancora oggi, come riporta il testo del sito del museo di San Severo, a oltre duecentocinquanta anni di distanza, si dibatte sui procedimenti e i materiali grazie ai quali si è potuta ottenere una tanto eccezionale conservazione dell’apparato circolatorio. Alimentando la “leggenda nera” di Raimondo di Sangro, la Breve nota parlava di “iniezione”, ipotizzando che Salerno, sotto la direzione del principe, avesse inoculato nei vasi sanguigni di due corpi una sostanza che ne avrebbe procurato la “metallizzazione”. Anche Benedetto Croce racconta che secondo la credenza popolare Raimondo di Sangro “fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, e imbalsamarne stranamente i corpi in modo che mostrassero nel loro interno tutti i visceri, le arterie e le vene”.
I due corpi sarebbero stati il risultato di esperimenti alchemici condotti dal principe su due servi ancora in vita. Secondo la leggenda le macchine sarebbero state realizzate direttamente dal Principe che avrebbe usato per i suoi esperimenti due servi iniettando nei loro corpi una sostanza di sua invenzione, probabilmente a base di mercurio, che avrebbe trasformato il sangue in metallo.
In realtà, il sistema circolatorio è frutto di una ricostruzione effettuata con diversi materiali, tra cui la cera d’api e alcuni coloranti. La riproduzione dimostra conoscenze anatomiche incredibilmente avanzate per l’epoca. Nel 2008 i ricercatori dell’University College London hanno eseguito esami scientifici sui due modelli: è emerso che gli scheletri sono effettivamente umani, ma i sistemi circolatori sono completamente artificiali e costituiti da filo metallico, cera colorata e fibre di seta. Ai piedi del corpo della donna era conservato anche un feto, frutto di un parto sfortunato. Il corpicino era stato esposto con i resti della placenta e del cordone ombelicale. Oggi il feto non è più visibile, trafugato da ignoti negli anni ’90.
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