Luoghi di Napoli: Calata San Francesco e Gradini Tasso, per attraversare la città con lo sguardo rivolto al mare

Calata San Francesco parte dal cuore del Vomero vecchio per condurci, scalino dopo scalino fino al mare di Chiaia. Vivere la città attraverso le sue scale è sempre un’ottima idea. C’è il verde, le ville nobiliari, e poi lo sguardo è sempre rivolto alla distesa blu del mare del Golfo. Scopriamo quest’altro pezzo di città nascosto.
Luoghi di Napoli: Calata San Francesco e Gradini Tasso, per attraversare la città con lo sguardo rivolto al mare.
Calata San Francesco parte dal cuore del Vomero vecchio per condurci, scalino dopo scalino fino al mare di Chiaia. Vivere la città attraverso le sue scale è sempre un’ottima idea. C’è il verde, le ville nobiliari, e poi lo sguardo è sempre rivolto alla distesa blu del mare del Golfo. Scopriamo quest’altro pezzo di città nascosto.
Napoli e le sue scale, gradini e calate. Un microcosmo affascinante, con le sue proprie geometrie architettoniche, un pezzo di città che guarda a tutto il resto con uno sguardo suo proprio. Il percorso che vogliamo descrivere è quello di Calata San Francesco e della Salita e gradini Tasso. Uno dei più antichi tracciati pedonali di collegamento del Vomero con la città costiera, riconoscibile infatti già nelle vedute tardo-seicentesche di Napoli, con il suo andamento ripido, tagliato lungo il crinale occidentale della collina.
La stradina che dalla Napoli alta conduce al quartiere di Chiaia, alternando scale e gradonate, parte da via Belvedere, nel cuore del Vomero Vecchio e taglia trasversalmente via Aniello Falcone e via Tasso, raggiungendo il Corso Vittorio Emanuele. Di qui, cambiando nome, si collega alla riviera di Chiaia attraverso l’Arco Mirelli, attestando come questo accidentato percorso giungesse, fin dalle origini, al mare sottostante.
Il toponimo deriva dalla chiesa di San Francesco degli Scarioni a Chiaia, costruita nel primo ventennio del Settecento, su disegno dell’architetto Giovan Battista Nauclerio per volere di un ricco mercante di Prato, Leonardo Scarioni. Mentre del complesso monumentale francescano destinato alla clausura femminile, non resta alcun ricordo, la chiesa si apre sulle scale che salgono al Vomero, con l’articolata facciata che si innalza su due livelli, ornata in alto con la statua di San Francesco. L’ultimo tratto del percorso, ai giorni nostri carrabile, prende invece il nome di Arco Mirelli da un ampio arco che anticamente univa l’elegante palazzo Mirelli alle case del luogo. L’intero tracciato si snoda lungo quel versante del Vomero descritto dalle fonti storiche come luogo di delizia e villeggiatura, spettacolare per la natura rigogliosa. Proprio per queste caratteristiche sorgono qui tra le ville più belle, come la seicentesca Villa Belvedere voluta dal ricco fiammingo Ferdinando Vandeneyden come fastosa residenza di svago e di diletto, passata poi ai principi Carafa di Belvedere.
Oggi purtroppo, la villa versa in condizioni di degrado, chiusa tra strade e palazzi che ne hanno cancellato l’aspetto originario di complesso agricolo-nobiliare. Poco distante, un altro gioiello, la neoclassica Villa Floridiana, realizzata da Antonio Niccolini per il re Ferdinando I di Borbone, come dimora lussuosa e amena per la moglie morganatica Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia. Pensata come residenza di villeggiatura, la villa viene disegnata in perfetta armonia con il verde lussureggiante tutt’intorno. il bel parco circostante costituisce oggi uno dei rari polmoni Verdi della città, mentre la villa, acquisita dallo Stato nel 1919 è sede di un delizioso museo, quello delle Arti Decorative intitolato al Duca di Martina. Calata San Francesco, sebbene aggredita dalla pressante urbanizzazione, che soprattutto negli ultimi cinquanta anni ha investito la zona, ha conservato in gran parte la notevole posizione paesaggistica aperta sul mare e sulla veduta del Golfo. Inoltre, il carattere prevalentemente borghese delle residenze circostanti ha salvaguardato il percorso dal degrado ambientale e sociale che ahinoi, caratterizza invece la maggior parte delle scale napoletane.
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