Lo sapevate? La leggenda della strega del Vesuvio è ispirata ad un fatto reale

Chi era quella donna che lanciava urla strazianti dopo la violentissima eruzione del 1858?
Lo sapevate? La leggenda della strega del Vesuvio è ispirata ad un fatto reale.
Chi era quella donna che lanciava urla strazianti dopo la violentissima eruzione del 1858?
Si tratta di una leggenda basata su un fatto storico reale: l’eruzione del Vesuvio del 1858, che fu molto potente e durò diversi anni. La storia di Napoli è così antica e stratificata che non deve sorprendere la presenza di una componente magica e leggendaria, figlia della tradizione popolare e della cultura.
Tra il 1858 (27 maggio) e il 1861 (12 aprile) si verificò una lunga eruzione del Vesuvio di tipo effusivo che produsse l’apertura, sul pian delle Ginestre, di numerose bocche di cui tre in attività prevalente. Addirittura una rimase attiva fino al marzo 1860.
Nell’agosto del 1858 il flusso principale diminuì ma nel 1859 l’eruzione continuò con nuove lave che coprirono quelle già emesse. Il 7 marzo del 1859 le lave distrussero alcune case coloniche al di sopra del Fosso Grande mentre il 13 marzo una nuova colata di lava giunse al di sotto del Colle del Salvatore, su cui si erge la sede del Real Osservatorio Vesuviano.
Si trattò di un’esplosione molto forte, che provocò un’enorme uscita di lava. L’enorme quantità di magma riempì il “Fosso Grande”, un vecchissimo burrone molto pericoloso. Da quell’eruzione quel precipizio si colmò e fu possibile attraversarlo a piedi.
La leggenda sulla strega del Vesuvio racconta che dopo la fuoriuscita del 1858, gli abitanti della zona vesuviana iniziarono a sentire un terribile urlo, che disturbò la quiete notturna, un grido che pareva provenire da una persona sofferente, che stava vivendo un atroce strazio. Quel rumore, tanto spaventoso, si ripeteva ogni notte, preoccupando i contadini che vivevano in quell’area. Per giorni gli abitanti dei paesi che si trovano intorno al vulcano partenopeo cominciarono a sentire ogni notte urla strazianti di donna. La quiete notturna di questi uomini fu cancellata a causa di queste grida terribili che si ripetevano puntali e sinistre tutte le notti. Furono organizzate delle spedizioni per capire cosa provocasse quel suono agghiacciante. Gli uomini continuarono per giorni a perlustrare la zona, armati di fucili, alle prime luci dell’alba andarono a cercare la persona che emetteva quel terribile urlo. Dopo poco gli uomini decisero di partire in perlustrazione, armati di fucili, alle prime luci dell’alba andarono a cercare la persona che emetteva quel terribile urlo ma la donna non fu mai trovata.
Sorpresi e spaventati da questo fenomeno inspiegabile, i contadini della zona, persone semplici e facilmente impressionabili, si rivolsero ad una fattucchiera che viveva alle pendici del Vesuvio, la “vecchia ‘e Mattavona”. La donna accolse la richiesta di aiuto di quegli uomini e si fece accompagnare nel luogo dove si sentiva con maggiore intensità quel lamento spaventoso.
La fattucchiera lanciò diversi incantesimi, mettendo fine a questo fenomeno che spaventava tutti. Grazie a questo evento prodigioso fu di nuovo possibile dormire sonni tranquilli alle pendici del Vesuvio.
La Disney si ispirò a questa fattucchiera per la creazione di uno dei suoi personaggi, Amelia, la strega che ammalia, disegnata la prima volta da Carl Barks nel 1961.
Il riferimento è evidente anche nel film d’animazione “Totò Sapore e la magica storia della pizza”, dove viene raccontata la storia di un giovane cantastorie napoletano vissuto alla metà del XVIII secolo. Nella trama è presente Vesuvia, una strega che vive all’interno del Vesuvio, completamente ricoperta di magma incandescente, che grazie ai suoi poteri è in grado di provocare eruzioni vulcaniche.
Tra le altre streghe dell’area vesuviana, famosa è “’A Ciaciona” di Ercolano, mentre un’altra vecchia maliarda sarebbe vissuta a Torre del Greco, conosciuta col nome di Donna Teresa.
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