Sciopero per il clima, in centinaia in piazza a Napoli per urlare “Salviamo il pianeta”

Tutto è iniziato nel 2018 con Greta in Svezia, da allora prosegue in tutto il mondo la protesta contro i cambiamenti climatici. Oggi in piazza a Napoli centinaia di studenti e studentesse hanno gridato il loro No alla crisi climatica. E alcuni di loro ci hanno spiegato il perché.
Sciopero per il clima, in centinaia in piazza a Napoli per urlare “Salviamo il pianeta”.
Tutto è iniziato nel 2018 con Greta in Svezia, da allora prosegue in tutto il mondo la protesta contro i cambiamenti climatici. Oggi in piazza a Napoli centinaia di studenti e studentesse hanno gridato il loro No alla crisi climatica. E alcuni di loro ci hanno spiegato il perché.
Il sole splende alto su Napoli e centinaia di ragazze e ragazzi sono assiepati in Piazza Garibaldi. Striscioni colorati, bandiere e cartelli rendono ancora più vivace questa folla vociante e allegra. Sono gli studenti e le studentesse delle scuole superiori che oggi hanno disertato le aule per scioperare per il clima. Napoli è una delle settanta città italiane che ha aderito al Global Climate Strike, una manifestazione promossa dai Fridays for Future. Il movimento studentesco di lotta ambientalista è nato dall’iniziativa della svedese Greta Thunberg nel 2018, quando per tutti I giorni del mese di agosto diede vita a un’azione di protesta fuori al parlamento svedese con un cartello che recitava “sciopero scolastico per il clima”. Da allora in poi tutti gli anni si tiene uno sciopero globale per protestare contro i cambiamenti climatici indotti dall’inquinamento. In piazza non ci sono solo giovani, anche tanti adulti hanno scioperato non andando al lavoro.
Tra i più impegnati sul fronte della battaglia climatica ci sono i Teachers for Future, insegnanti che hanno abbracciato la causa ambientalista e provano a dare un contributo portando un messaggio diverso tra I banchi di scuola. Avviciniamo M. professoressa di un liceo cittadino che afferma convinta: “L’ educazione è la chiave del cambiamento. È dalla scuola che si deve ripartire per crescere generazioni di giovani consapevoli del mondo che hanno intorno e di ciò che è giusto fare per difenderlo”.
Ma le associazioni e i movimenti presenti in strada stamattina sono tanti. Gli slogan urlati a perdifiato sono quelli classici dei movimento studenteschi, uniscono rabbia politica e sociale alla volontà di lottare contro i pericoli dei cambiamenti climatici, che proprio in questi giorni hanno provocato la tragedia nelle Marche. Giorgia ha 16 anni e frequenta il liceo scientifico Giambattista Vico, alla domanda su che cosa la spaventi di più per il suo futuro, risponde con voce decisa: “Quello che più mi fa rabbia è che chi è al potere sembra ancora dedicare tutto il proprio tempo a distrarre, ritardare e negare i cambiamenti necessari che vanno attuati pena l’estinzione di massa. Le emissioni di CO2 non si stanno riducendo, ma continuano ad aumentare. Il mondo continua a puntare sui combustibili fossili e a versare quantità enormi di denaro solo a favore di poche aziende.” Interviene un suo amico, anche lui del liceo Vico, Luigi: “I partiti non devono più mentire, la politica non perda altro tempo, abbiamo bisogno di un piano di giustizia climatica e sociale che metta prima le persone e dopo il profitto”. I ragazzi e le ragazze dei Fidays for Future in questi giorni di campagna elettorale hanno deciso di incontrare gli esponenti dei diversi partiti politici, le elezioni sono alle porte e la necessità di un confronto con i decisori politici si è fatta pressante.
“Oggi abbiamo davanti nuove elezioni, afferma Agnese Casadei dei Fridays for Future, ma la crisi climatica è ancora assente dal dibattito. Più noi parliamo di clima, più i principali partiti sembrano fare a gara per prenderci in giro con belle parole a favore dell’ambiente, senza nessun piano completo, ma anzi chiedendo nuovi rigassificatori o altre misure che accelerano la catastrofe climatica”.“In questi giorni, continua Agnese, stiamo incontrando candidate e candidati e chiediamo loro che la crisi climatica venga affrontata a partire dall’energia e dai trasporti, che si parli di edilizia, lavoro, povertà energetica e acqua. Abbiamo 5 proposte e 10 richieste, e sappiamo che il solo voto non è sufficiente per vedere questo cambiamento realizzato: serve alzare la voce e battersi per il cambiamento”.
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