Lo sapevate? Quando avvenne l’ultima eruzione del Vesuvio?

Tutti conoscono il Vesuvio, la montagna che domina il Golfo di Napoli, ma non tutti sanno che si tratta di un vulcano, tuttora attivo e quiescente, che in realtà nasconde un ventre in ebollizione perenne non propriamente tranquillo..Andiamo a scoprire quando ci fu l'ultima grande eruzione e anche tutti i segreti di questo gigantesco cono. “l’amico pericoloso” di tutti i napoletani.
Lo sapevate? Quando avvenne l’ultima eruzione del Vesuvio?
Tutti conoscono il Vesuvio, la montagna che domina il Golfo di Napoli, ma non tutti sanno che si tratta di un vulcano, tuttora attivo e quiescente, che in realtà nasconde un ventre in ebollizione perenne non propriamente tranquillo..Andiamo a scoprire quando ci fu l’ultima grande eruzione e anche tutti i segreti di questo gigantesco cono. “l’amico pericoloso” di tutti i napoletani.
Il Vesuvio è un vulcano molto interessante per la sua storia e per la frequenza delle sue eruzioni. Si tratta di un vulcano esplosivo, la cui ultima eruzione ebbe luogo nel 1944. Da questa data non si sono verificate più eruzioni, e il Vesuvio è considerato quiescente. Alto quasi 1300 metri e pronto a eruttare da un momento all’altro, si tratta di un luogo misterioso e affascinante che nel tempo è diventato uno dei simboli della zona e ha fatto nascere miti e leggende. L’eruzione più famosa è quella che avvenne nel 79 d.C. e sommerse l’antica città di Pompei. Gli abitanti furono colti alla sprovvista perché non sapevano di vivere accanto a un vulcano, l’attività del Vesuvio era ferma infatti da quasi duemila anni.
Il nome Vesuvio è presumibilmente d’origine indoeuropea (da una base aues, “illuminare” o eus, “bruciare”). Secondo altri il nome deriverebbe da Vesbio capitano dei Pelasgi che dominò quel territorio.
Pare che la montagna abbia iniziato a formarsi 30000 anni fa, probabilmente come vulcano sottomarino nel Golfo di Napoli; emersa successivamente come isola, si unì alla terraferma per l’accumulo dei materiali prodotti.
Per molti secoli fu un monte tranquillo. Scrittori antichi lo descrissero coperto di orti e vigne, a parte la sommità. Anche diverse fonti iconografiche, come alcuni affreschi conservati nel Museo Archeologico di Napoli, mostrano il Vesuvio come una montagna coperta di vegetazione e di vigneti.
Tutta l’area abitativa della zona è densamente popolata, una delle più densamente popolate d’Italia: ma perché molte persone, nella storia e ancora oggi, hanno continuato a vivere ai piedi di un pericoloso vulcano ancora attivo? La risposta è nell’agricoltura e nella terra del Vesuvio, che per la sua composizione lavica è straordinariamente fertile per le coltivazioni, su tutte quella dell’uva e dei pomodori, con i famosi vini dell’Irpinia e i pomodorini del Piennolo IGP.
Sono state numerose le eruzioni del Vesuvio in epoca storica: l’ ultima eruzione, avvenne tra il 16 e il 29 marzo 1944, e distrusse Massa di Somma e San Sebastiano, cosparse di ceneri Ottaviano e tutto il Meridione, e fu resa famosa dai cinegiornali dell’esercito angloamericano che all’epoca occupava Napoli.
Fontane di lava si innalzarono dal cratere fino ad un’altezza di 800 metri, mentre 26 persone a San Sebastiano vennero bruciate dalla pioggia di ceneri. Il cratere subì un’alterazione radicale. A partire dalla fine di questa eruzione il vulcano è entrato in una fase di quiescenza, senza il pennacchio di fumo che era diventato costante anche nei periodi di calma durante gli ultimi secoli.
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