Lo sapevate? Nei sotterranei di Napoli giacciono numerose auto e Vespa abbandonate da decenni

Sotto la città esiste un intricatissimo dedalo di vie sotterranee che ne fanno la città sotto terra più vasta del pianeta. Questi luoghi furono utilizzati come rifugio ma anche per gli scopi più disparati, persino come deposito di veicoli sequestrati. Scopriamo dove si trova questo incredibile tesoro che ci racconta una Napoli di tanti decenni fa.
Lo sapevate? Nei sotterranei di Napoli giacciono numerose auto e Vespa abbandonate da decenni.
Sotto la città esiste un intricatissimo dedalo di vie sotterranee che ne fanno la città sotto terra più vasta del pianeta. Questi luoghi furono utilizzati come rifugio ma anche per gli scopi più disparati, persino come deposito di veicoli sequestrati. Scopriamo dove si trova questo incredibile tesoro che ci racconta una Napoli di tanti decenni fa.
Pensate, sotto Napoli sono oltre 470 i km sotterranei di estensione conosciuti, dei quali 1,5 sono visitabili.
Gran parte dei cunicoli sono ancora inesplorati. Furono i Greci a scavare i primi cunicoli e la prima rete di strade per estrarre il tufo utile a rafforzare le mura cittadine. Poi fu la volta dei Romani, che crearono un acquedotto gigantesco. La struttura utilizzava l’acqua piovana delle cisterne nel sottosuolo. I cunicoli vennero in seguito usati come discarica non autorizzata.
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale qui durante i bombardamenti della città trovarono rifugio molti abitanti, i quali allestirono dei veri e propri alloggi, con tanto di mobili e suppellettili.
Finita la guerra, questi spazi enormi furono trasformati in discarica e caddero nell’oblio. Nei secoli queste cavità sono state utilizzate anche per usi secondari, alcuni anche abbastanza particolari: ad esempio per nascondere merce rubata, per immagazzinare veicoli sequestrati o come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale, con servizi igienici, illuminazione elettrica.
Negli ultimi decenni questi spazi sono stati riscoperti e sono anche diventati un luogo di sperimentazione artistica.
Non lontano da piazza del Plebiscito, nel cuore di Napoli, si trova l’ingresso di un tunnel borbonico, la Galleria Borbonica, che si trova trenta metri sotto il livello della città. Costruito intorno alla metà del diciannovesimo secolo, il tunnel è stato utilizzato come rifugio durante la seconda guerra mondiale per poi essere dimenticato fino agli anni 2000.
Il tunnel fu concepito come via di fuga segreta dal Palazzo Reale, voluta da Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie, a causa dei burrascosi tumulti popolari diffusi in tutto il regno durante il periodo napoleonico. Il re morì prima di vedere l’opera completata. Il tunnel divenne negli anni ’30 un deposito per auto rubate gestito dalla delinquenza locale. Durante la seconda guerra mondiale poi diventò un ospedale militare ed un rifugio antiaereo. Dopo la guerra il tunnel divenne una discarica dove ammassare le auto, moto, Vespa e Lambretta distrutti insieme a statue ed insegne del caduto regime fascista.
Grazie allo sforzo di un gruppo di volontari, oggi i tunnel sono di nuovo agibili, messi in sicurezza ed illuminati. È possibile visitarli e ammirare i resti di auto e moto che possono risalire anche a oltre novant’anni fa.
Dal dopoguerra poi e fino agli anni 70 le gallerie sono state utilizzate come deposito giudiziale dal Comune di Napoli: molti dei veicoli presenti furono infatti sequestrati ai napoletani.
Tra le auto ritrovate c’era anche una magnifica Fiat 1100 Cabriolet carrozzata Allemano, targata Napoli e venduta recentemente in California per una cifra record.
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