Lo sapevate? Totò era solito fare beneficenza per i poveri e gli animali abbandonati di Napoli

Antonio de Curtis, in arte Totò, nacque a Napoli, rione Sanità, il 15 aprile 1898, e morì a Roma il 15 aprile 1967. Prima di trasferirsi nella capitale e quando ritornava a Napoli era solito regalare soldi ai poveri e del suo quartiere, il Rione Sanità. Totò lavorava a Roma e nelle sue incursioni napoletane trovò una città distrutta dalla guerra. Voleva fare beneficenza e aiutare gli animali trovatelli della sua città. Scopriamo che cosa faceva la notte con il suo autista.
Lo sapevate? Totò era solito fare beneficenza per i poveri e gli animali abbandonati di Napoli.
Antonio de Curtis, in arte Totò, nacque a Napoli, rione Sanità, il 15 aprile 1898, e morì a Roma il 15 aprile 1967. Prima di trasferirsi nella capitale e quando ritornava a Napoli era solito regalare soldi ai poveri e del suo quartiere, il Rione Sanità. Totò lavorava a Roma e nelle sue incursioni napoletane trovò una città distrutta dalla guerra. Voleva fare beneficenza e aiutare gli animali trovatelli della sua città. Scopriamo che cosa faceva la notte con il suo autista.
Il legame tra l’attore napoletano e il suo rione d’origine è sempre stato fortissimo. La sera girava in macchina con l’autista. Totò si faceva accompagnare in piena notte dal suo autista in Via Santa Maria Antesaecula, la strada nel rione Sanità in cui nacque, e nascondeva i soldi sotto le porte dei bassi della zona. La mattina, al risveglio, la gente trovava delle banconote da 10mila lire.
Il popolo amava tanto Totò. Per i suoi funerali in città c’erano centinaia di migliaia di persone a rendergli omaggio. Fu la prima volta che una bara veniva applaudita. Era visto come un parente, uno di famiglia. Nelle case italiane ancora oggi si trovano foto di Totò appese alle pareti e non soltanto a Napoli. Uno dei più fedeli fan club è a Pordenone.
A più di cinquant’anni dalla morte, Totò è ancora popolarissimo. Basta pensare che i suoi film sono tra i pochissimi in bianco e nero trasmessi in tv in prima serata. Totò è anche l’unico attore italiano il cui nome figura nel titolo del film.
Quando faceva beneficenza, Totò e il suo autista sceglievano a caso, le case più fatiscenti, quelle dei bassi, quasi sempre nel suo quartiere, la Sanità. Lui la povertà l’aveva conosciuta bene, quindi sapeva bene che cosa poteva rappresentare un’azione del genere.
Totò era malinconico fuori dal set, molto serio, senza però essere serioso. La famiglia per lui era la cosa più importante. La teneva al di fuori di tutto. Era rigido, soprattutto nell’educazione.
Era comunque un grande spendaccione, gli piaceva vivere bene e faceva tanta beneficenza. Totò era anche molto geloso. Anche dei figli. Però faceva sentire tutti protetti. Le sue qualità più grandi erano la bontà e la generosità.
Il Principe della risata amava tanto anche gli animali e non ne faceva mistero. Soprattutto i cani. “Amo tanto gli animali per il semplice motivo che li trovo migliori degli uomini”. Lo stesso Totò disse: “Mangio più volentieri con un cane che con un mio simile. Come commensale è meglio un animale fidato che un falso amico”. Innumerevoli e conosciute le sue donazioni ai canili cittadini. Inoltre non amava chi la beneficenza la ostenta o la scarica dalle tasse: “Se per aiutare il prossimo rinunci a qualcosa, fai veramente del bene. Altrimenti che bene è?”, disse lo stesso Totò.
Totò non faceva mancare a nessuno il suo aiuto ma, in particolare, si tramanda avesse sensibilità per una vecchina che gli urlava: “Principe, che la Madonna v’accumpagni”. Fu tanto generoso da intaccare, con la filantropia, molti dei suoi pur ingenti guadagni. Ma era più forte di lui, aiutava i poveri, era un munifico mecenate.
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