A Milano c’è un luogo dove centinaia di teschi vi guardano ghignanti come in un film dell’orrore

Potrebbe sembrare a prima vista il set di un film dell’orrore. In realtà siamo all’interno di un luogo sacro
Lo sapevate? A Milano c’è un luogo dove centinaia di teschi vi guardano ghignanti come in un film dell’orrore.
Potrebbe sembrare a prima vista il set di un film dell’orrore. In realtà siamo all’interno di un luogo sacro. Migliaia di teschi, ossa, tibie e altri resti utilizzati per decorare le pareti, con sistemazioni scelte precise e soluzioni artistiche in composizioni di croci trattenute da sottili reticelle. Tra i crani sorridenti e ghignanti che osservano in silenzio fedeli e i turisti. Siamo a Milano, nel centro storico della città, scoprite dove.
Questo luogo stranissimo si trova vicino alla parrocchiale di Santo Stefano, nella piccola chiesa di San Bernardino alle ossa, dove fu allestito un antico ossario nel 1268 dalla Confraternita dei disciplini, oggi importante luogo di culto per gli anziani milanesi, un luogo solo apparentemente macabro e misterioso.
La chiesa di San Bernardino alle Ossa si trova in piazza Santo Stefano. In passato veniva anche come San Bernardino ai Morti: la chiesa è conosciuta soprattutto per la cappella ossario, le cui pareti sono per gran parte ricoperte da ossa a formare vere e proprie decorazioni, un luogo ricco di spiritualità, molto amato dai Milanesi.
Le origini del complesso di San Bernardino risalgono al 1127, quando il cittadino milanese Gottifredo de Busseri fondò l’Ospedale di San Barnaba in Brolo, che divenne il terzo rifugio per trovatelli della città a cui lo stesso de Busseri aggiunse nel 1150 l’Ospedale di Santo Stefano alla ruota: davanti alla basilica di Santo Stefano Maggiore nell’allora brolo dell’Arcivescovo venne edificato un cimitero per accogliere i corpi dei defunti. La capienza del cimitero si dimostrò subito inadeguata per le esigenze del vicino ospedale, per cui nel 1210 venne costruita una camera destinata ad accogliere le ossa provenienti dal cimitero, al fianco del quale nel 1269 sorse una piccola chiesa, che fu dedicata a Maria Addolorata e ai santi Ambrogio e Sebastiano. La dedica della chiesa a San Bernardino da Siena avvenne solo nel XV secolo.
Nel 1642 il campanile della vicina basilica di Santo Stefano in Brolo crollò addosso al complesso di san Bernardino: il rifacimento del campanile e della chiesa di San Bernardino ai Morti fu affidato a Carlo Buzzi e terminato dal suo allievo Gerolamo Quadrio. Le ossa presenti nel cimitero vennero risistemate secondo schemi decorativi e la volta dell’ossario affrescata da Sebastiano Ricci Il re del Portogallo Giovanni V in una visita ne rimase tanto affascinato da commissionare una simile struttura a Èvora -Portogallo, nota in seguito come capela dos Ossos.
Molti sostengono che ossa siano dei numerosi martiri cristiani uccisi dagli eretici ariani al tempo di Sant’Ambrogio, ma la tesi non sembra vera: è molto più probabile infatti che appartengano a pazienti morti dell’ospedale e a persone che lavoravano o facevano parte del complesso religioso e sanitario.
Le pareti interne dell’ossario, a pianta quadrata, sono quasi interamente ricoperte di teschi ed ossa che si trovavano nell’antico ossario, assieme a quelle che vennero riesumate nei cimiteri soppressi dopo la chiusura dell’ospedale lnel 1652.
Le ossa furono utilizzate per decorare e vennero disposte nelle nicchie, sul cornicione, nei pilastri, e come fregio per le porte. Uno stile decorativo un po’ macabro, ma volutamente rococò.
Sopra l’unico altare fu collocata, in un’apposita nicchia, una statua di Nostra Signora Dolorosa de Soledad (santa Maria Addolorata), vestita di un camice bianco, coperto da un mantello nero ricamato in oro, con le mani giunte, inginocchiata vicino a Gesù morto. L’opera venne eseguita nella metà del XVII secolo da Gerolamo Cattaneo, durante la dominazione spagnola.
Spesso tra i visitatori ci sono anche dei giovani rumorosi e chiacchieroni, i quali, alla vista delle ossa e dei teschi mutano immediatamente atteggiamento.

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