Lo sapevi che un tempo Via Monte Napoleone aveva altri nomi? Ecco tutta la storia!
Conoscete la storia di Via Monte Napoleone? Non si è sempre chiamata così, e un tempo non era affatto la via più lussuosa di Milano
Via Monte Napoleone è una delle strade più conosciute di Milano, considerata una delle zone più lussuose della città e una delle vie dove fare gli acquisti più cari d’Europa. Questa famosissima via nacque seguendo quello che era l’antico tracciato delle – ormai ex – mura romane di Milano. Queste vie seguivano a loro volta il corso del fiume Seveso, che tuttora scorre sotto il manto stradale del lato sinistro di “Montenapo” (così i milanesi chiamano Via Monte Napoleone).
Ma la storia di questa via risale fino al 1700. Infatti, nella prima metà del XVIII secolo via Monte Napoleone viene indicata nelle mappe come “contrada di Sant’Andrea” . Questo era il nome originario della strada ma, con l’arrivo degli austriaci a Milano, la nuova amministrazione austro-ungarica cambiò il nome in “contrada del Monte di Santa Teresa”. Monte Napoleone era quindi considerata il fulcro di un’intera contrada cittadina. Con l’arrivo della dominazione francese la via mutò ancora una volta nome in “contrada del Monte Napoleone”, in onore naturalmente a Napoleone Bonaparte. Successivamente all’Unità d’Italia e la conseguente riforma delle vie e delle contrade, Milano cercò di liberarsi quanto più possibile dal ricordo austriaco e decise che la toponomastica della via sarebbe rimasta per sempre quella derivante dalla dominazione francese. Via Monte Napoleone passa quindi dall’essere una contrada ad essere solo una via e, con il repentino cambio di dominazione e quindi anche di tutti gli aspetti finanziari e amministrativi del capoluogo meneghino, acquista sempre più notorietà e aspetti lussuosi della vita. In Via Monte Napoleone iniziano ad insediarsi negozi per ricchi, case nobiliari e bar di extra lusso.
Non è un segreto che questa via, nel corso della sua storia, abbia ospitato diversi personaggi illustri: al civico numero 2, per esempio, visse lo scrittore Carlo Porta, e si dice che Via Monte Napoleone sia stata d’ispirazione per il celebre compositore Giuseppe Verdi per il “Nabucco” del 1840. Proprio in quell’epoca i milanesi erano soliti chiamare questa via “el quartier de riverissi”, in riferimento all’usanza dei signori di togliersi il cappello in segno di riverenza per salutare signore e commercianti.
Ma la storia di questa favolosa via non finisce qui. Via Monte Napoleone fu anche il sanguinoso teatro delle Cinque Giornate di Milano. Lì aveva infatti sede il coordinamento delle forze cittadine in rivolta contro gli austriaci e al civico numero 5 della via partivano tutti gli ordini belligeranti della città. È appena dopo la liberazione dagli austriaci che la via si caratterizza sempre più per essere una via del lusso: le famiglia più ricche e importanti vi si trasferiscono, e al tempo stesso aprono una dopo l’altra diversi antiquari e gioiellieri di fama internazionale.
Nel dopoguerra, vale a dire a partire dagli anni ’50, via Monte Napoleone si impone trasversalmente come una delle vie più importanti del commercio mondiale, ruolo che mantiene tuttora. Le attività più comuni e popolari, come panettieri e fruttivendoli vengono rapidamente sostituiti da boutique di lusso: al giorno d’oggi rimangono solo la storica Drogheria Panini e il Salumaio di Monte Napoleone. Queste poche attività sono ormai diventati dei punti saldi della tradizione e dell’identità stessa della strada.
Il ricchissimo destino di Via Monte Napoleone segue un percorso già tracciato e il suo cammino è decisamente in discesa. Oltre ad aver acquisito i negozi più rinomati e famosi del mondo (come Gucci, Dior e Dolce&Gabbana), questa via è un punto di riferimento per i personal shopper dell’alta società milanese e internazionale. Parliamo senza dubbio di una realtà esclusiva e abituata a un certo tipo di lusso, ma conscia del fatto che Via Monte Napoleone è solo il traguardo ultimo di una strada che, un tempo, era adibita alla vita quotidiana del centro storico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA