Lo sapevate? Da dove deriva il nome “Milano”?
Lo sapevate? Da dove deriva il nome “Milano”? Tutti conoscono la città di Milano, una delle più importanti d’Italia e del Mondo. Non tutti però sanno da dove derivi il nome del capoluogo della Lombardia, principale centro economico della Penisola.
Lo sapevate? Da dove deriva il nome “Milano”?
Tutti conoscono la città di Milano, una delle più importanti d’Italia e del Mondo. Non tutti però sanno da dove derivi il nome del capoluogo della Lombardia, principale centro economico della Penisola. Scopriamolo insieme e ricostruiamo i primi momenti di quella che oggi è una delle metropoli più ricche d’Europa.
Nel toponimo Mediolanum, da cui deriva “Milano”, i linguisti riconoscono, tradizionalmente, un termine composto formato dalle parole medio e planum, ovvero “in mezzo alla pianura” o “pianura di mezzo”, con planum divenuto lanum per influsso della lingua celtica.
Sempre secondo gli storici della lingua, Mediolanum potrebbe a sua volta derivare dall’originario toponimo celtico Medhelan, con il significato di “in mezzo alla pianura”, vista la sua posizione centrale nella Pianura Padana, oppure di “luogo fra corsi d’acqua” (celt. medhe = “in mezzo, centrale”; land o lan = “terra”), data la presenza dei fiumi Olona, Lambro, Seveso e dei torrenti Nirone e Pudiga; altre ipotesi individuano invece il significato di Medhelan in “santuario centrale” (celt. medhe = “in mezzo, centrale”; lanon = “santuario”) oppure in “terra fertile” (celt. med = “fertile”; land o lan = “terra”).
Il suono dh, scomparso dal dialetto milanese moderno, era invece presente nell’idioma locale antico parlato un tempo a Milano. Esso si trova, tra gli altri, oltre che in Medhelan, nei vocaboli antichi milanesi doradha (it. “dorata”), crudho (it. “persona brusca”), mudha (it. “cambia”) e ornadha (it. “ornata”). In dialetto milanese, il nome più antico di cui è giunta traccia documentata è invece Miran.
Sono esistite decine di Mediólanon (nome dato dagli etnografi greci alle varie Medhelan) in tutta l’Europa celtica, soprattutto in Francia, tutte accomunate dalla medesima etimologia.
Secondo la tradizione tramandata da Tito Livio poi ripresa in epoca medioevale da Bonvesin de la Riva (tuttora la più credibile), la fondazione di Milano sarebbe avvenuta per opera di popolazioni celtiche guidate dal mitico Belloveso, provenienti dal nord Europa tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C.
Queste tribù avrebbero sconfitto gli Etruschi sul Ticino e si sarebbero poi insediate in un territorio già abitato dagli Insubri, che avevano dato il nome alla regione. I racconti leggendari sulla fondazione di Milano si intrecciano anche con la mitica scrofa semilanuta (medio lanum, ovvero “semilanuta” in latino, da cui deriverebbe, secondo la leggenda, il toponimo latino Mediolanum), che avrebbe indicato a Belloveso il luogo in cui fondare un santuario, intorno al quale poi si sarebbe sviluppata la città.
Secondo un’altra tradizione leggendaria, riportata da Bernardino Corio nella sua Storia di Milano che l’attribuisce a Catone, Mediolanum fu fondata da Medo e Olano, due comandanti etruschi durante l’espansione di questa civiltà nella cosiddetta “Etruria padana”.
Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia attribuisce invece direttamente agli Insubri la fondazione di Milano. Una tesi proposta anche dallo storico Polibio.
Secondo gli studi più recenti Milano fu fondata, forse con il nome di Medhelan, da una tribù celtica facente parte della tribù degli Insubri e appartenente alla cultura di Golasecca intorno al 590 a.C. nei pressi di un santuario. Come dimostrano prove archeologiche raccolte nel XIX secolo, Milano probabilmente nacque come un piccolo villaggio, che un po’ alla volta andò ingrandendosi.
Il santuario era costituito da una zona boscosa a forma di ellisse con una radura centrale ed era allineato secondo precisi punti astronomici. Secondo gli archeologi sarebbe potuto essere utilizzato in particolari momenti celebrativi. Il santuario di Medhelan era situato all’incirca dove oggi sorge l’odierna piazza della Scala. Al santuario ci si arrivava tramite alcuni sentieri: alcuni di questi tracciati vennero mantenuti anche degli antichi Romani quando realizzarono nella zona edifici in muratura, che sostituirono le capanne in legno e paglia dei Celti.
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