Che cosa rappresenta e perché il biscione è il simbolo di Milano?
Lo sapevate? Che cosa rappresenta e perché il biscione è il simbolo di Milano? Il Biscione è lo stemma della città di Milano, simbolo araldico dall’undicesimo secolo della famiglia Visconti. Lo stemma è rappresentato da una grande biscia con un
Lo sapevate? Che cosa rappresenta e perché il biscione è il simbolo di Milano?
Il Biscione è lo stemma della città di Milano, simbolo araldico dall’undicesimo secolo della famiglia Visconti. Lo stemma è rappresentato da una grande biscia con un bambino in bocca. Perché questo particolare inquietante? Andiamo a scoprirlo insieme.
Il biscione lo ritroviamo in molti stemmi di aziende e società importanti milanesi: ad esempio la casa automobilistica Alfa Romeo (inizialmente slegata dalla Fiat) e della società Fininvest, oltre che essere il simbolo della squadra di calcio dell’Inter.
Chiamato dai milanesi “El bisson”, insieme alla Scrofa Semilanuta e alla Croce di San Giorgio di origine medioevale, il biscione è uno dei più famosi simboli del capoluogo lombardo. Il biscione di Milano si presenta con la testa coronata, ripiegato a formare una S. In bocca ha una evidente figura umana.
Una delle tante leggende nate attorno a questo simbolo, sicuramente una delle più affascinanti, magari da raccontare proprio ai bambini come una favola, racconta che nel Medioevo un drago, grazie alla sua alitosi, facesse venire la terribile febbre gialla ai bambini. In tanti cercarono di uccidere il drago purtroppo senza successo, fino a quando Umberto Visconti riuscì nella difficilissima impresa.
Il drago in questione si chiamava Tarantasio. La leggenda narra che durante il medioevo questo terribile essere si nutriva di bambini, i quali venivano storditi dal suo fiato pestilenziale che aveva anche il potere di provocare la febbre gialla.
Il mostro secondo la leggenda infestava le acque del prosciugato lago Gerundo, che si trovava in quella che oggi è la Gera d’Adda, al confine tra il Milanese e il Bergamasco; questa figura si ricollega a quella di altre fiere tipiche del mondo celtico (draghi appunto) cui veniva attribuito il mortale potere di uccidere col fiato, proprio come il grecizzante basilisco.
Si dice che questo drago Tarantasio terrorizzasse la zona uccidendo e divorando fanciulli (ed ecco una prima interpretazione dell’uomo ingollato dal Biscione) e che per questo venne ammazzato dal capostipite dei Visconti che lo immortalò poi nel proprio stemma, in ricordo dell’impresa. Questa è chiaramente una leggenda, che peraltro coincide col prosciugamento del lago lombardo.
Chi riuscì nell’impresa di uccidere il drago che divorava i bambini? Umberto Visconti. Il nobile, capostipite della famiglia. Uccise l’essere, salvando così tanti bambini da questa sorte terribile. L’effigie fu quindi adottata dopo il ritorno di Umberto Visconti che scelse di celebrare la vittoria così.
Il mostro da lì in poi apparve sullo scudo e sull’elmo del nobile guerriero.
Più veritiera è invece l’ipotesi che vuole il Biscione vipera adorata dai Celti e dai Longobardi che erano molto superstiziosi e portavano al collo amuleti a forma di vipera, azzurra, inquadrata come proprio animale totemico.
Pare poi che questo simbolo sia passato al comune di Milano e da lì acquisito dai Visconti che lo fecero il proprio simbolo.
Oggi però è possibile ammirare il biscione di Milano in diversi luoghi della città, a partire dal Castello Sforzesco, all’interno delle chiese di Sant’Eustorgio e di Sant’Ambrogio, in Stazione Centrale e nel Duomo.
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