Hangar Bicocca: storia di un museo che non nasce come tale

Hangar Bicocca è lo spazio espositivo che non ti aspetti. Un tempo era un complesso industriale, oggi ospita alcune delle mostre più belle di Milano!
Pirelli HangarBicocca, dai milanesi chiamato solo noto anche come HangarBicocca, è uno spazio dedicato all’arte contemporanea e moderna. Si trova, come si capisce anche dal nome, nel quartiere Bicocca (Milano Nord). Questo spazio espositivo, moderno e iper tecnologico, era originariamente uno stabilimento industriale della società Ansaldo Breda, poi acquisito dalla Pirelli nel 2004. Negli ultimi dieci anni l’edificio è stato oggetto di riconversione culturale e ospita ben 1500mtq di gallerie espositive, mostre e quadri d’autore.
Nel primo Novecento tutta l’area che faceva capo all’Hangar Bicocca era una delle prime zone industriali italiane. D’altronde Ansaldo Breda rappresentava un’azienda storica del settore metalmeccanico, quantomeno in Lombardia. Non è un segreto che l’imprenditore Ernesto Breda abbia contribuito a tutto lo sviluppo della rete ferroviaria del Nord Italia, con tanto di produzione di locomotive e carrozze a vapore o elettriche.
L’edificio ha infatti conservato il carattere industriale dell’azienda. I pavimenti sono originari dell’epoca (con cemento grezzo), e i soffitti alti mostrano bene lo stile tipico industriale del tempo. In alcune aree sono ancora visibili le tracce delle rotaie che venivano utilizzate per la prova dei mezzi locomotivi. Oggi però questo spazio è costituito da tre corpi principali, chiamati modernamente “Cube” “Shed” e “Navate”.
Lo “Shed” costituisce il primo spazio con cui il visitatore viene a contatto. È un luogo costruito negli anni ’20 del secolo scorso e, all’epoca, ospitava l’area nella quale venivano fabbricate e assemblate locomotive, treni e anche macchine agricole. Qui si può scorgere il carattere profondamente industriale di tutto il complesso museale: ci sono mattoni a vista, pareti con ampi lucernari e tetti a doppio spiovente, per non creare una cappa di fumo e di area stantia
Passando attraverso lo Shed si accede alle “Navate”. Prima le Navate erano il reparto trasformatori, oggi invece accolgono le esposizioni permanenti dell’artista tedesco Anselm Kiefer. Le Navate sono tre e da lì si accede a un giardino esterno, antistante l’ingresso, ricavato dalla demolizione di depositi e baracche usate come magazzino.
Infine, c’è il “Cube”. Si tratta dell’ultimo spazio espositivo della struttura ed è totalmente differente dai corpi già descritti. È realizzato da un soffitto a botte, perché il suo scopo, durante l’attività industriale, era quello di testare le turbine elettriche in tutta sicurezza. Questa parte dell’edificio è l’unica nella quale l’illuminazione è naturale, e la sua forma stravagante e originale crea l’illusione ottica di trovarsi davvero dentro un’immensa botte.
Insomma, Hangar Bicocca è un luogo assolutamente da visitare, anche solo per farci un giro. Ad ogni modo le mostre visitabili sono tante e mettono bene in luce la complessità dell’arte contemporanea.

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