Milano, cosa pensano i milanesi del sindaco Beppe Sala?

Una domanda forse sopra le righe, ma era giusta porsela. Voi cosa ne pensate?
Beppe Sala è il sindaco di Milano dal 2016. Il suo pensiero politico circa il capoluogo meneghino è sempre stato quello di creare una città aperta, coesa e forte nel lavoro. Le cose, però, non sono affatto andate così. Infatti, negli ultimi anni, è cresciuto notevolmente il senso d’insoddisfazione dei milanesi riguardo il loro sindaco. Sebbene un 30% degli elettori lo abbia effettivamente votato, varrebbe la pena chiedersi chi sono questi elettori. Il dubbio che sorge spontaneo è che a votarlo siano rimasti solo i privilegiati, i radical chic che vivono dentro la cerchia dei bastioni e non hanno idea di cosa sia la realtà milanese, hinterland compreso. Ma procediamo con ordine.
Il primo punto che i cittadini di Milano recriminano al sindaco sono le condizioni in cui sono costretti a viaggiare. Il costo del biglietto per corsa singola è oggi 2,20euro, ma il servizio è davvero minimo, rispetto al costo. Con il progressivo aumento dei biglietti e degli abbonamenti ci si sarebbe aspettato anche un miglioramento delle condizioni di viaggio. “Muoversi in città con i mezzi pubblici ci consente di raggiungere qualsiasi luogo in modo rapido e veloce, evitando il potenziale stress dovuto alla guida e offrendoci, inoltre, un buon modo per ridurre le emissioni di CO2“, si legge nel post pubblicato dal Comune di Milano.
Peccato però che il Comune che vuol solo far credere di spingere sui trasporti per attuare una “rivolta green” ma nel frattempo aumenta i prezzi e taglia le corse. Insomma, biglietto aumentato, corse irregolari e poca sicurezza. Questa è la fotografia di chi, come noi, quotidianamente, si sposta in metro e in tram. L’amministrazione non sembra guardare oltre il suo orticello.
Altro punto all’ordine del giorno è un discorso che vale un po’ per tutte le città ma che a Milano si sente moltissimo. Il centro città, bello, pulito, elegante e ricco, si distacca completamente dalla realtà cittadina, dall’hinterland e dalla vita nelle case popolari che circondano la cerchia più esterna della città. Da un lato ci sono i palazzoni di Citylife, il centro storico, i locali alla moda, le boutique di lusso e le villette con giardino; dall’altro, enormi ecomostri di case popolari, marciapiedi interrotti, fermate dei tram con i vetri rotti, piste ciclabili inesistenti, vita di periferia, quartieri dormitorio. Insomma, c’è chi dice (e forse non ha tutti i torti) che Beppe Sala si sia occupato solo del centro, rendendolo appetibile al turismo aziendale e ai milionari del mondo moda e design, senza curarsi troppo di tutti quei cittadini (la maggior parte) che non può assolutamente permettersi di prendere anche solo un piccolo monolocale vicino al centro. In questo senso, Sala è il sindaco dei ricchi, e ha costruito e la città solo per loro, per i turisti abbienti e il ceto medio/alto borghese.
Che ne sa, effettivamente, Beppe Sala delle periferie? Non basta pedalare in bicicletta coi calzini arcobaleno in piazza Duomo per prendere le decisioni che interessano un’intera città, tantomeno per dire di avere a cuore i cittadini di Milano. Se il sindaco e i suoi prediletti prendessero la metro ogni giorno, invece che essere scortati dall’autista, e si facessero un giro durante il crepuscolo in zona Corvetto, Gratosoglio o Barona, forse vedrebbero delle realtà che hanno sempre negato. Prendere decisioni così impopolari come il continuo aumento del biglietto del tram, chiusi nella bolla radical chic del centro città, non si mischia con il pendolarismo dalla periferia e dalla provincia. Aumentano la zona C, aumentano muoversi con l’autobus, trasformano l’intera città in zona B, aumentano i costi per la cultura e lo sport, aumentano i musei e diminuiscono le possibilità di trovare lavoro. Ecco, è questo ciò che oggi pensano i milanesi dell’amministrazione milanese: tutta ipocrisia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA