Popillia Japonica: ecco l’insetto che sta distruggendo le viti di Milano e di tutto il nord Italia

Popillia Japonica, che incubo! Quest’insetto si sta divorando tutte le piante del Nord Italia, e non sembra esserci una soluzione efficace, al momento.
È arrivata in Italia nel 2016, lungo le sponde del Ticino, e sta distruggendo tutti i vitigni del Nord Ovest. Le coltivazioni sono rovinate, i produttori esasperati, e la Regione Lombardia, di fronte a questa situazione, rimane silente. Ma andiamo con ordine.
La Popillia Japonica è un piccolo coleottero di colore verde brillante proveniente dal Giappone. Si è diffuso prima in Asia, poi negli Stati Uniti, e infine in Europa, attaccando soprattutto l’Italia. Questo insetto ha iniziato a destare le prime preoccupazioni per gli agricoltori e giardinieri lungo le sponde del Ticino, quindi molto vicino a Milano, durante l’estate del 2016. Nel 2020, quando il mondo stava combattendo un altro grave problema, la Popillia è arrivata alle porte di Milano e ha messo su radici. È una creatura estremamente adattabile, voracissima e anche molto feconda. Si è adattata immediatamente al clima lombardo e ha divorato ettari e ettari di foglie. Il suo piatto preferito sono le foglie di vite, di cui è ghiottissima, e le mangia fino a che della foglia non rimane che lo scheletro.
Il ciclo vitale di questo coleottero, nelle condizioni climatiche italiane, è di un anno completo, ma diventa adulto solo nei periodi compresi fra Maggio e Agosto. Le uova a Milano si schiudono in circa 2 settimane ed ogni femmina adulta può deporre fino a 60 uova per ciclo vitale. Non serve essere geni della matematica per capire che una così grande quantità d’insetti, associata al fatto che ancora non si è trovato il rimedio perfetto per fare la disinfestazione, sta causando notevoli problemi e disagi a tutte le colture del Nord Italia, in particolare alle piante da frutto e alla vite.
È proprio durante la fase adulta che cominciano i problemi per l’agricoltura: la Popillia Japonica si nutre di una moltitudine di foglie, frutti e fiori di quasi tutte le specie che conosciamo e coltiviamo in Italia, pascolando in gruppo e andando quindi a divorare letteralmente in poco tempo la pianta ospite. I coltivatori di vite sono disperati perché nel giro di due giorni si sono ritrovati con il 70% delle foglie in meno. Oltretutto, durante i pochi mesi di vita che questi insetti passano durante la fase adulta, non fanno altro che mangiare e riprodursi. Entrambe le cose vengono fatte anche in gruppi di cinque e sei. Veri e propri banchetti-orge che prendono luogo sulle nostre piante da giardino. Forse, se anche noi avessimo solo 4 mesi di vita, non faremmo qualcosa di diverso dalla Popillia Japonica, ma sta di fatto che il problema persiste e sembra essere non risolvibile. Quantomeno, non nel breve periodo. Due anni fa la Regione Lombardia aveva detto: “Fermi tutti, non fate niente, ci pensiamo noi”. Beh, non ci hanno pensato. E questo è il terzo anno di fila che noi ci troviamo sotto attacco da parte di queste creature, innocue per l’essere umano, ma devastanti per le piante. Quali soluzioni abbiamo?
Fino ad ora un rimedio piuttosto efficace è quello del disinfestante liquido “Polysect”, che viene miscelato all’acqua e spruzzato direttamente sulle foglie. Però, intanto, è molto tossico anche per tutti gli altri insetti, nonché per gli animali domestici e anche per l’uomo, inoltre è un disinfestante che svolge la sua funzione attraverso i feromoni presenti nel veleno in sé. Il “Polysect”, attraverso i feromoni, una volta spruzzato, attira ancora più insetti, poi questi vengono intossicati quando mangiano le foglie. Però intanto se la mangiano, quindi alla fine muoiono ma nel frattempo hanno divorato ancora di più la pianta.
Ci sono poi degli altri disinfestanti, altrettanto tossici sia per la Popillia che per tutti gli altri insetti, che vengono usati da chi ha grandi vigneti e produce vino, ma si tratta comunque di veleno che alla fine…ci beviamo noi, quando compriamo l’uva al supermercato o una bottiglia di vino. Insomma, sembra che una soluzione ancora non esista. Voi ne avete trovata qualcuna efficace? Diteci la vostra!

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