Accadde oggi, 24 giugno 1965: i Beatles sbarcano in Italia per la prima volta

Una data storica, un evento unico: i 4 musicisti di Liverpool alla loro prima tournée italiana scelgono Milano per provare a lasciare il segno, ma non fu così scontato.
Accadde oggi, 24 giugno 1965: i Beatles sbarcano in Italia per la prima volta.
Una data storica, un evento unico: i 4 musicisti di Liverpool alla loro prima tournée italiana scelgono Milano per provare a lasciare il segno, ma non fu così scontato.
Cinquantotto anni fa, un tempo lunghissimo quello che ha passato dalla prima e unica volta in cui i Beatles alzarono i decibel della loro musica in Italia.
Sul palco appositamente allestito al centro del Velodromo Vigorelli a Milano, il gruppo inglese iniziava nel pomeriggio del 24 giugno, la propria tournée italiana, tournée che avrebbero proseguito poi a Genova e a Roma, con una doppia data.
La scaletta era snella, si trattava di esibizioni di circa mezz’ora, di cui due pomeridiane, che avrebbero dovuto collimare con un’accoglienza da urlo, proprio come quella che si riserva alle grandi band.
In realtà non fu proprio così perché nonostante la “Beatlemania” fosse un fenomeno predominante in Gran Bretagna e, a partire dall’anno prima (1964), anche negli Stati Uniti, il Belpaese non drizzò le antenne nell’occasione, forse proprio perché non abbastanza pronto per lasciarsi andare di fronte ad uno spettacolo simile. Nessun tutto esaurito, dunque, ma certamente l’orgoglio, per quella folla ridotta e tiepida, di aver avuto di fronte degli artisti mondiali.
E l’orgoglio fu anche di Leo Wachter, talent scout di numerose band negli anni ’60, artefice di numerose tournée italiane di vari artisti, ma anche fondatore del teatro Ciak di Milano nel 1977.
L’escamotage per farli arrivare a Milano senza il caos dei fans pronti ad inseguirli ovunque, fu quello di annunciare il treno su cui viaggiavano ad un binario diverso rispetto al loro reale arrivo, tant’è che uscirono dalla stazione centrale di Milano ad una scala laterale totalmente indisturbati.
Nell’epoca in cui un giornale costava 50 lire ed un caffè 60, il costo del biglietto del concerto viaggiava tra le mille e le tremila lire.
La band si presentò a Milano a dieci giorni dalla registrazione di “Yesterday”, uno dei brani più famosi di sempre, ma soprattutto con alle spalle un tour in America che gli aveva permesso di toccare con mano il successo oltre oceano.
L’Italia era ancora troppo provinciale dal punto di vista musicale, la tiepida accoglienza era una conseguenza logica di un mondo che non si lasciò travolgere dal fenomeno soprattutto a livello culturale, l’entusiasmo non fu tanto contagioso e “solo” i presenti poterono godere di un fenomeno che restò “unico”.
Sì perché terminato questo giro, i ragazzi di Liverpool tornarono in America per lo storico concerto del 15 agosto, quello allo Shea Stadium di New York al cospetto di 55 mila spettatori.
I ritmi sfiancanti iniziarono a farsi sentire ma ci fu un altro fattore determinante nella fine delle esibizioni live, che cessarono esattamente un anno più tardi: John Lennon disse che i Beatles fossero più conosciuti di Gesù, successivamente tentò di spiegare il suo pensiero ma era troppo tardi, alcuni gruppi di Cristiani iniziarono a perseguitarli, il rischio e la paura di un attentato erano alti. E così il 29 agosto 1966 si congedarono dal pubblico, ma senza annunci, con lo spettacolo al Candlestick Park di San Francisco.
Ecco perché quando si parla di Beatles in Italia si parla dell’irripetibile, dell’evento senza precedenti, non tanto per il successo ottenuto quanto per l’orgoglio di essere stati tra i pochi paesi ad averli visti live.

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