Dizionario milanese: otto simpatiche parole che forse non conosci!

Dizionario milanese: otto parole che forse ancora non conosci! Te capì?
Dizionario milanese: otto simpatiche parole che forse non conosci!
Dizionario milanese: otto parole che forse ancora non conosci! Te capì?
Questa rubrica di parole intraducibili prende spunto dal milanese doc, un dialetto che ormai sembra dimenticato. Il milanese viene infatti parlato ormai da pochissime persone, quasi tutte anziane, ed è il dialetto più caduto in disuso d’Italia. Infatti, mentre in altre parti della nostra bella penisola anche le nuove generazioni usano il dialetto dei loro nonni, a Milano è rimasto solo l’accento milanese e la tipica parlata nordica, riconoscibile da tutti. Te capì?
Esistono però alcune parole di uso comune fra tutti i milanesi (e che forse sono usate anche in altre parti d’Italia, soprattutto al Nord) che sono rimaste nel linguaggio corrente e non fanno discriminazioni fra le persone: a Milano sono usate da tutti, giovani e non! Noi ne abbiamo individuate otto, eccole qui!
Schiscia (o schiscietta)
Il dialetto milanese questa parola indica il contenitore usato per portarsi il pranzo a scuola o al lavoro. È solitamente un contenitore di plastica, anche se oggi ne esistono alcuni super all’avanguardia, dotati di un alimentatore per attaccare la “schiscia” alla presa elettrica e riscaldare il cibo prima della pausa pranzo. La “schiscietta” è usata tantissimo dagli studenti universitari che, dopo lunghe ore di lezione al mattino, si godono il loro pranzo portato da casa e riscaldato nella mensa. Un esempio concreto dell’utilizzo di questa parola? “Oggi mi sono portato la schiscia da casa, così non spendo soldi al bar…”
Barlafüs
A Milano il “barlafüs” è un termine usato per indicare un oggetto inutile e ingombrante. Quando qualcosa ci sta proprio in mezzo alle scatole, è un “barlafüs”. Per estensione, la parola viene detta e usata anche nei confronti delle persone che possono apparire incapaci o buoni a nulla. È ovviamente utilizzata in toni scherzosi e ridanciani, non è un vero insulto; è un modo divertente per dire a qualcuno di non stare sempre con la testa fra le nuvole. Vediamo questa parola inserita in un contesto: “Il mio compagno di classe sta sempre a vantarsi, ma in realtà è un barlafüs”.
Rebelot
Questo è forse un termine usato in tutto il Nord Italia. Non è raro sentirlo durante un concerto, o in una via affollata. “Rebelot” significa infatti “caos, disordine”. La parola viene detta quando c’è una gran confusione e magari si fa fatica a sentire che cosa sta dicendo il nostro commensale a tavola. È però anche usata con una certa serietà: il “rebelot” è un disordine che va sistemato. Un esempio? La mamma che dice al figlio “vai subito a sistemare quel rebelot che c’è in camera tua!”.
Balabiott
Questa è una parola molto divertente. Letteralmente si potrebbe tradurre con “colui che balla nudo”. Ovviamente, il significato indica tutt’altro. Un “balabiott” è qualcuno che di solito racconta frottole, e che di norma viene ritenuto poco affidabile e volta faccia. Anche in questo caso non si tratta di un insulto vero e proprio, anche perché durante un’eventuale lite a nessuno verrebbe in mente di rivolgersi a qualcuno chiamandolo “balabiott”. Però la parola può essere usata come un monito: “Fa’ attenzione a quello lì, secondo me è un balabiott”.
Pecola
Questa parola indica un vero e proprio stato d’animo che assale i milanesi (ma forse anche tutti gli altri) durante un preciso momento della giornata: dopo pranzo. La “pecola” è un mix di pigrizia e svogliatezza accompagnato di solito da un lieve stato di sonno e sbadigli. Insomma, esprime il dolce far niente! Ecco un esempio di come si può usare questa parola in una frase: “Dopo il pranzo a casa della nonna mi è salita una pecola incredibile”.
Scighera
Questa è una delle nostre parole preferite. Indica la tipica nebbia fitta e densa di Milano, quella che proprio impedisce di vedere oltre il proprio naso e costringe le macchine a procedere molto piano. È una parola molto diffusa e, sebbene la nebbia a Milano non sia più densa come quella degli anni ’80, il termine è rimasto. “Oggi c’è una scighera che per poco non ho perso il tram!”
Disciùles!
“Disciùles” è senza dubbio la parola che più di tutte usiamo nella nostra quotidianità milanese. Si tratta di un termine simpatico per dire “sbrigati, svegliati, muoviti!” e si usa di solito per esortare qualcuno a darsi una mossa. Capita a volta che gli insegnanti lo dicano a un loro studente che si distrae spesso, perché questa parola può essere usata anche per dire “Ascoltami!” Facciamo un esempio di vita reale: “Forza, disciùles! Dobbiamo prendere il treno fra venti minuti!”
Sciura
Chiudiamo la lista con una parola milanese doc. Negli anni la parola ha assunto una valenza propria e si usa per descrivere in tutto e per tutto le signore milanesi, di una certa età, distinguibili per l’abbigliamento ricercato e il comportamento un po’ snob. È anche vero che la parola tradotta significa semplicemente “signora”, ma oggi viene usata soprattutto come riferimento alla classe borghese e benestante delle signore milanesi ben vestite. Un esempio concreto di quest’originale parola: “Guarda quelle sciure tutte impellicciate!”

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