Lo sapevate? Dopo il Duomo quale è la chiesa più importante di Milano?

Il Duomo di Milano è la chiesa più importante della città (e una delle più importanti del Mondo) ma quale è l'altra basilica che ha un valore fondamentale per i milanesi nella storia del capoluogo lombardo?
Lo sapevate? Dopo il Duomo quale è la chiesa più importante di Milano?
Il Duomo di Milano è la chiesa più importante della città (e una delle più importanti del Mondo) ma quale è l’altra basilica che ha un valore fondamentale per i milanesi nella storia del capoluogo lombardo?
Si tratta di Sant’Ambrogio, una delle più antiche basiliche di Milano, splendido esempio di struttura cristiana antica. La chiesa si trova in piazza Sant’Ambrogio e rappresenta un monumento dell’epoca paleocristiana e medioevale ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. Andiamo alla scoperta di questa bellezza. Edificata tra il 379 e il 386 per volere dello stesso vescovo Ambrogio, che la dedicò ai santi martiri sepolti nella chiesa (i santi martiri Satiro, Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio).
Come detto è tradizionalmente considerata la seconda chiesa per importanza della città dopo il Duomo di Milano. Sant’Ambrogio, vescovo della città dal 374 al 397, è una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo.
E fu tanto importante per la città che, ancora oggi, in tutta la diocesi di Milano la Santa Messa viene celebrata in Rito Ambrosiano, che presenta alcune differenze con il rito Romano celebrato nel resto del mondo.
Come riporta il sito ufficiale della basilica, il nome della chiesa divenne “Sant’Ambrogio” alla morte del vescovo fondatore. Importanti lavori di ampliamento furono voluti dal vescovo Angilberto II, mentre nel XII secolo fu costruito il tiburio. La basilica è preceduta da un grande quadriportico, all’interno del quale si ha una chiara visione sulla grande facciata a capanna ed i due campanili, detti “dei Monaci” e “dei Canonici”. L’interno è a pianta basilicale, con vasto matroneo sopra le navate laterali.
Nel presbiterio, sotto il tiburio ottagonale, si trova il famoso Altare d’oro, del magister phaber Vuolvino, coperto dal ciborio del IX secolo. L’abside è su due livelli: in quello inferiore, più basso rispetto alla navata, c’è la cripta con i corpi dei Santi Ambrogio, Gervasio e Protasio e, nel livello superiore, ci sono gli stalli lignei del coro (XV secolo). Sulla sinistra del quadriportico, infine, si trova la cosiddetta colonna del diavolo, così chiamata poiché la leggenda narra che il demonio, durante una lotta con Sant’Ambrogio, vi conficcò le corna: ci sono infatti due buchi affiancati. Ovviamente una cosa è la leggenda, un’altra la storia: i due buchi erano la sede di un cancello.
Venne quasi totalmente ricostruita assumendo l’aspetto definitivo tra il 1088 e il 1099. Della chiesa originale paleocristiana del IV secolo la nuova basilica dell’XI secolo ereditò scrupolosamente la pianta: tre navate absidate senza transetto con quadriportico antistante. Il suo complesso architettonico è composto dal monastero di Sant’Ambrogio, dalla canonica di Sant’Ambrogio, dalla chiesa di San Sigismondo e dalla basilica.
Notevoli, da un punto di vista artistico, sono il portale dell’ingresso principale della basilica, che è caratterizzato da una minuziosa decorazione a rilievo, l’altare di Sant’Ambrogio, realizzato tra l’824 e l’859 da Vuolvino su commissione dell’arcivescovo di Milano Angilberto II, che presenta un prezioso paliotto aureo in rilievo con pietre incastonate su tutti e quattro i lati, il ciborio di epoca ottoniana, che si poggia su quattro colonne in porfido rosso e che ha, sulle quattro facce, altorilievi in stucco, nonché il catino absidale, che è decorato da un mosaico che risale all’XI secolo, e il sacello paleocristiano di San Vittore in ciel d’oro, che risale al V secolo e che ha una volta completamente decorata da foglia d’oro. Il sacello di San Vittore in ciel d’oro ha le pareti laterali ricoperte da un mosaico dove sono raffigurati sei santi, tra cui sant’Ambrogio; quest’ultima è la più antica raffigurazione conosciuta del santo milanese.
Una curiosità, oltre alla colonna del diavolo, che si trova all’esterno della basilica e di cui abbiamo già parlato, da menzionare anche il serpente nero di bronzo che si trova su una colonna all’interno della chiesa. La leggenda narra che fu forgiato da Mosè in persona durante l’attraversamento del deserto, per difendersi dai serpenti veri, e che nel giorno del Giudizio si animerà e tornerà al suo luogo di origine.
Si sa che la statua arrivò a Milano da Bisanzio nell’anno 1000 con l’Arcivescovo Arnolfo come dono di nozze imperiale. Per secoli fu ritenuta taumaturgica nella cura delle malattie intestinali, in particolare dei bambini. Tantissime mamme andavano a toccare il serpente: San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, nel Cinquecento proibì questo culto superstizioso, a lui non gradito.
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