Lo sapevate? La chiesa più piccola di Milano rischiò di essere demolita per la costruzione della metro

L’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio è un luogo davvero incredibile: si tratta della chiesa più piccola chiesa di Milano, ha origini medievali e non ha campane. Si trova in una posizione unica: sorge infatti nello spartitraffico di via Lorenteggio, una strada della periferia sud-ovest di Milano, in mezzo a un doppio filare di alti platani. Si tratta di un luogo storico e antico molto importante per Milano, che nel 2015 rischiò di essere demolito per la costruzione della metro.
Lo sapevate? La chiesa più piccola di Milano rischiò di essere demolita per la costruzione della metro.
L’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio è un luogo davvero incredibile: si tratta della chiesa più piccola chiesa di Milano, ha origini medievali e non ha campane. Si trova in una posizione unica: sorge infatti nello spartitraffico di via Lorenteggio, una strada della periferia sud-ovest di Milano, in mezzo a un doppio filare di alti platani. Si tratta di un luogo storico e antico molto importante per Milano, che nel 2015 rischiò di essere demolito per la costruzione della metro.
Il progetto per la realizzazione della Linea Blu della Metropolitana prevedeva infatti lo “smantellamento”: ma gli abitanti del quartiere, che non volevano perdere la loro chiesetta, hanno lottato perché non venisse toccata.
Per preservarla integra in città sono stati deviati i lavori della linea metropolitana M4.
Per proteggere ulteriormente la chiesa, l’area di scavo è stata spostata di 10 metri verso il centro del cantiere, oltre lo spazio già previsto dal progetto.
Le operazioni di scavo per la realizzazione della M4 furono seguite da un gruppo di archeologi (scavo assistito) concordato sempre con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che aveva la Direzione Scientifica sull’intera opera. La linea passa a una quota inferiore (circa meno 20/25 metri) anche al tunnel sotterraneo, che veniva utilizzato dai Carbonari.
Per un certo periodo l’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio non è stato utilizzato come luogo di culto, bensì come deposito delle armi dall’esercito di Napoleone che, insediatosi con le sue truppe nei pressi della cascina-monastero, l’espropriò, cacciando i monaci Olivetani che nel frattempo erano subentrati ai Benedettini.
Il piccolo oratorio non ha rischiato la demolizione, come all’epoca del Barbarossa, ma di saltare per aria con la polvere da sparo.
Partite le truppe napoleoniche la cascina-monastero fu acquistata da privati e il piccolo oratorio, ormai dismesso come luogo di preghiera, fu adibito a fienile e deposito di attrezzi, e divenne il “covo dei Carbonari”.
Pare infatti che Federico Confalonieri, intorno al 1820, utilizzasse questo luogo per radunarsi a cospirare contri gli Austriaci, raggiungendo il piccolo oratorio attraverso un passaggio segreto che lo collegava alla Basilia di San Vittore o alla Pusterla di Sant’Ambrogio, e che partiva dalla zona absidale.
Nell’abside c’è infatti una botola. Dà accesso a un cunicolo nascosto e conserva un mistero ancora mai del tutto chiarito. Non è certo dove porti. Se veramente a Sant’Ambrogio. A San Vittore. O addirittura al Castello.
Il segreto è chiuso nella tomba con i cospiratori. Ma è vivo tutt’oggi. E, quando è stata progettata la Mm4, il quartiere ha temuto per la sopravvivenza del cunicolo.
L’ultima minaccia era sotterranea: la metropolitana. Ma i commercianti sono insorti. E la Soprintendenza con un decreto di vincolo le ha arrestate per sempre. Lo scavo non tocchi San Protaso.
Con Decreto del 16 febbraio 2015 l’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio è stato “finalmente” posto sotto il “vincolo” della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici della Lombardia.
Questo ha garantito la tutela per tutto il periodo in cui si si sono svolti i lavori della Linea 4 della Metropolitana, che prevedevano il passaggio della talpa lungo tutta la via Lorenteggio, e quindi scavi (tra i 20 e i 30 metri) anche sotto la chiesina, nonché un cantiere di servizio a ridosso della costruzione, come indicato nella cartina sottostante.
Per “manufatto” si intende il cantiere/scavo previsto per uscite di sicurezza, prese d’aria, etc. che è stato eseguito nella parte retrostante la chiesetta, e che, a maggior tutela dell’Oratorio è stato spostato, rispetto al progetto iniziale.
L’edificio religioso si trova all’altezza del numero civico 31, è un antico oratorio ed è collocata nello spartitraffico di una delle vie più trafficate della zona.
Non si hanno notizie sulla sua nascita, infatti non si sa con esattezza l’anno in cui venne costruita. Di sicuro fu almeno all’inizio una piccola cappella voluta dai contadini e per i contadini che venne utilizzata persino come fienile.
I documenti ufficiali sono introvabili e molte delle notizie che lo riguardano risalgono a scritti, o racconti di persone che hanno tramandato le notizie nel tempo. Fu richiesta dai Monaci Benedettini di San Vittore che la dedicarono a San Protaso, ottavo vescovo di Milano (328-344) che fu. martirizzato e sepolto nella basilica stessa.
Viene chiamata anche Chiesa delle Lucertole (“Gesetta di lusert” in dialetto milanese), perché pare che in passato attirasse moltissimi piccoli rettili, che amavano soggiornare tra le sue mura.
Si tratta in realtà di una cappella che faceva parte di un monastero-cascina benedettino che un tempo si trovava poco distante in Via Tolstoj.
Tante le curiosità molto interessanti attorno a questo luogo unico: si narra che qui pregò Federico Barbarossa (c’è anche chi dice che volesse distruggerla) prima della Battaglia di Legnano e che inoltre il luogo fu uno dei siti di ritrovo per i Carbonari milanesi.
Si tratta della costruzione più antica del quartiere e una delle due chiese meneghine senza campane. In epoca Napoleonica l’oratorio fu usato come deposito di armi.
Uno degli affreschi presenti nella chiesa è uno dei più antichi di Santa Caterina da Siena e risale al 1347-1380, secondo solo a quello di Andrea Vanni.
La chiesetta, oggi ridotta a uso profano ha una struttura tipicamente medievale in stile romanico-lombardo col tetto a capanna e un soffitto a cassettoni. La porta d’ingresso è ad architrave e le piccole finestrelle sono sistemate sui lati. Sempre ai lati della chiesa restano visibili due pietre probabilmente appartenenti al tempio pagano sul quale fu costruito l’Oratorio di San Protaso. All’interno è semplice con pareti imbiancate e affreschi di epoche diverse. L’Oratorio fu edificato intorno all’anno 1000 fuori le mura di Milano, presso il sobborgo di Laurentiglio, nell’allora Comune dei Corpi Santi.
Vi abitò per qualche tempo un frate, certo Pietro De Franzonis da Tavernasco, cappellano presso la vicina chiesa di San Cristoforo sul Naviglio Grande (1364) in attesa di costruire una canonica dove poter alloggiare.
Pare che un cunicolo collegasse l’abside dell’oratorio alla Pusterla di Sant’Ambrogio e anche al Castello Sforzesco. Il cunicolo è stato chiuso definitivamente in fase di restauro dell’oratorio negli anni ottanta del secolo scorso, senza che si sia scoperto il suo percorso.
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