Lo sapevate? Le colonne di San Lorenzo sono uno dei rari reperti superstiti della Milano romana imperiale
Lo sapevate? Le colonne di San Lorenzo sono uno dei rari reperti superstiti della Milano romana imperiale
Lo sapevate? Le colonne di San Lorenzo sono uno dei rari reperti superstiti della Milano romana imperiale
Alla scoperta di questo magnifico colonnato di età romana, raro esempio di epoca imperiale a Milano. I milanesi sono molto legati a questo luogo così antico, che riporta alle radici di ogni cittadino, quando in epoca romana esisteva l'antica e romana Mediolanum.
Lo sapevate? Le colonne di San Lorenzo sono uno dei rari reperti superstiti della Milano romana imperiale.
Alla scoperta di questo magnifico colonnato di età romana, raro esempio di epoca imperiale a Milano. I milanesi sono molto legati a questo luogo così antico, che riporta alle radici di ogni cittadino, quando in epoca romana esisteva l’antica e romana Mediolanum.
Le colonne di San Lorenzo sono un’antica costruzione di epoca tardo romana di Milano che si trovano davanti alla basilica omonima vicino alla porta Ticinese medievale.
Si tratta di sedici colonne, alte circa 7 metri e mezzo, in marmo di Musso, con capitelli corinzi che sostengono la trabeazione. In realtà le colonne sono 17, infatti sulla sommità dell’arco che si trova al centro delle colonne c’è una colonna in miniatura con sopra la croce. Provengono da edifici romani risalenti al II o III secolo, probabilmente un tempio pagano.
Le colonne vennero trasportate quando fu costruita la basilica di San Lorenzo. I capitelli provengono invece da due edifici differenti; sono infatti diversi per stile e dimensioni. Appoggiati alla basilica ci sono altri corpi, tra cui la cappella di sant’Aquilino con mosaici di età romana.
Fino al 1935, nell’attuale piazzale che sorge fra le Colonne e la Basilica di San Lorenzo sorgeva un intero isolato formato da vecchi edifici popolari; questo complesso venne abbattuto per dare più respiro e monumentalità alla basilica.
Le Colonne anche oggi rivestono un particolare significato affettivo per i milanesi, perché testimoniano la storia dell’antica Mediolanum, sopravvissuta alla distruzione dei Goti, del Barbarossa e dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
La basilica di San Lorenzo, il cui nome completo è basilica collegiata prepositurale di San Lorenzo Maggiore (nota in epoca paleocristiana come basilica palatina ed oggi anche come San Lorenzo alle Colonne), è una basilica cattolica di Milano. Tra le più antiche chiese della città, l’edificio fu ricostruito e modificato più volte nelle forme esterne conservando quasi completamente la primitiva pianta di epoca tardo-imperiale, che fu realizzata tra il 390 e il 410: assieme alle antistanti colonne di San Lorenzo, un tempo parte dell’antiportico dell’edificio, è considerata tra i maggiori complessi monumentali di epoca romana tardoimperiale di Milano, nel periodo in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) era capitale dell’Impero romano d’Occidente (ruolo che ricoprì dal 286 al 402). La basilica inoltre è il primo edificio a simmetria centrale dell’Occidente Cristiano ed è una delle basiliche paleocristiane di Milano.
Lo sapevate? Federico Barbarossa pregò nella chiesa San Protaso al Lorenteggio
L’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio è una chiesetta milanese che nasconde tantissime curiosità. Una su tutte: in questo piccolo edificio sacro pregò anche il grande Federico Barbarossa. Andiamo a spulciare questa leggenda.
Lo sapevate? Federico Barbarossa pregò nella chiesa San Protaso al Lorenteggio.
L’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio è una chiesetta milanese che nasconde tantissime curiosità. Una su tutte: in questo piccolo edificio sacro pregò anche il grande Federico Barbarossa. Andiamo a spulciare questa leggenda.
L’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio è la chiesa più piccola chiesa di Milano, ha origini medievali e non ha campane. Si trova in una posizione unica: sorge infatti nello spartitraffico di via Lorenteggio, una strada della periferia sud-ovest di Milano, in mezzo a un doppio filare di alti platani. Si tratta di un luogo storico e antico molto importante per Milano.
Tante le curiosità molto interessanti attorno a questo luogo unico: si narra che qui pregò Federico Barbarossa (c’è anche chi dice che volesse distruggerla) prima della Battaglia di Legnano. Secondo la leggenda, durante l’assedio di Milano da parte dell’imperatore Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, nel 1162 le forze milanesi opposero maggior resistenza proprio nei pressi del Lorenteggio, per questo l’imperatore voleva distruggere il piccolo oratorio; pare invece che vi sostò in preghiera per chiedere la vittoria sui milanesi, che ottenne, e risparmiò la chiesina. Per questo motivo l’edificio viene anche chiamato “Chiesa del Barbarossa”.
Si trova all’altezza del numero civico 31, è un antico oratorio ed è collocata nello spartitraffico di una delle vie più trafficate della zona.
Non si hanno notizie sulla sua nascita, infatti non si sa con esattezza l’anno in cui venne costruita. Di sicuro fu almeno all’inizio una piccola cappella voluta dai contadini e per i contadini che venne utilizzata persino come fienile.
Dedicato a San Protaso, VIII Vescovo di Milano, sepolto nella Basilica di San Vittore al Corpo, è stata edificata circa mille fa, pare, sopra un tempietto pagano dedicato a Giove.
Era la cappella della vicina cascina-monastero dei Benedettini, abbattuta negli anni ’60, e dipendeva dalla Basilica di San Vittore.
Sorgeva tra campi e marcite, in quello che era all’epoca il “Comune dei Corpi Santi di Porta Vercellina”, uno spicchio di territorio fuori le mura che giungeva fino al confine con il Comune di Lorenteggio.
Nei pressi della chiesina, oltre ai campi vi era anche la coltivazione di gelsi e una vasta zona boschiva, territorio di caccia dei Visconti.
I documenti ufficiali sono introvabili e molte delle notizie che lo riguardano risalgono a scritti, o racconti di persone che hanno tramandato le notizie nel tempo. Fu richiesta dai Monaci Benedettini di San Vittore che la dedicarono a San Protaso, ottavo vescovo di Milano (328-344) che fu. martirizzato e sepolto nella basilica stessa.
Viene chiamata anche Chiesa delle Lucertole (“Gesetta di lusert” in dialetto milanese), perché pare che in passato attirasse moltissimi piccoli rettili, che amavano soggiornare tra le sue mura. Così che l’ha definita Piero Mazzarella, noto attore italiano, in una sua poesia: la Gesetta di Iusert (la chiesetta delle lucertole).
Mazzarella racconta come una mattina, passando accanto all’oratorio, osservò i piccoli rettili arrostirsi al sole, sulle pietre poste davanti alla porta. Alla gesa, Mazzarella dedicò una deliziosa poesia in dialetto, una delle più belle dedicate a un monumento cittadino e anche delle più facili da comprendere per chi non conosce il dialetto milanese.
La gesa di lusert
L’è ona gesa che gh’è in su la strada che pòrta a Biegràss,
la gh’ha minga el sagraa e l’è fada de sass;
l’è frèggia d’inverna, coi mur che se lassen andà,
ma la cros del Signor la te manda calor.
Quand l’è primavera e in de l’aria l’è teved el sô,
caccen dent el crapin e stan lì a curiosà,
la famiglia luserta: i fiolìn con la mamma e ’l papà
lì de sòtt de la cros preghen fòrsi anca lor.
Nòtt e dì gh’è semper ‘vert a la gesa di lusert,
lì ghe prega la pòvera gent, senza cà, senza nient.
Fàmm la grazia anca a mì, che son pòver come tì,
tì t’el see che son senza pretes,
scusom tant se hoo pregaa in milanes.
Si tratta in realtà di una cappella che faceva parte di un monastero-cascina benedettino che un tempo si trovava poco distante in Via Tolstoj.
Per preservarla integra in città sono stati deviati i lavori della linea metropolitana M4, scongiurandone la demolizione. Si tratta infatti della costruzione più antica del quartiere e una delle due chiese meneghine senza campane. In epoca Napoleonica l’oratorio fu usato come deposito di armi.
Uno degli affreschi presenti nella chiesa è uno dei più antichi di Santa Caterina da Siena e risale al 1347-1380, secondo solo a quello di Andrea Vanni.
La chiesetta, oggi ridotta a uso profano ha una struttura tipicamente medievale in stile romanico-lombardo col tetto a capanna e un soffitto a cassettoni. La porta d’ingresso è ad architrave e le piccole finestrelle sono sistemate sui lati. Sempre ai lati della chiesa restano visibili due pietre probabilmente appartenenti al tempio pagano sul quale fu costruito l’Oratorio di San Protaso. All’interno è semplice con pareti imbiancate e affreschi di epoche diverse. L’Oratorio fu edificato intorno all’anno 1000 fuori le mura di Milano, presso il sobborgo di Laurentiglio, nell’allora Comune dei Corpi Santi.
Vi abitò per qualche tempo un frate, certo Pietro De Franzonis da Tavernasco, cappellano presso la vicina chiesa di San Cristoforo sul Naviglio Grande (1364) in attesa di costruire una canonica dove poter alloggiare.
Pare che un cunicolo collegasse l’abside dell’oratorio alla Pusterla di Sant’Ambrogio e anche al Castello Sforzesco. Il cunicolo è stato chiuso definitivamente in fase di restauro dell’oratorio negli anni ottanta del secolo scorso, senza che si sia scoperto il suo percorso.
Tra le altre curiosità: la chiesa fu anche luogo di ritrovo per i Carbonari milanesi. Pare che il conte Federico Confalonieri, usasse l’oratorio, ancora sperduto tra i campi, come covo di cospirazione per organizzare con altri carbonari i moti rivoluzionari del 1820-21, raggiungendo la chiesetta, si dice, attraverso il cunicolo che collegava l’abside dell’oratorio alla Pusterla di Sant’Ambrogio, entro le mura, o come detto addirittura il Castello Sforzesco.
Lo sapevate? Nell'Arena Civica di Milano un tempo si facevano persino le battaglie navali. [caption id="attachment_669" align="alignnone" width="960"] L'Arena di Milano.[/caption] L'Arena Civica è un vecchio impianto milanese, intitolato…
Lo sapevate? Nell'Arena Civica di Milano un tempo si facevano persino le battaglie navali. [caption id="attachment_669" align="alignnone" width="960"] L'Arena di Milano.[/caption] L'Arena Civica è un vecchio impianto milanese, intitolato…