Lo sapevate? Nel 1980 Bob Marley suonò in un epico concerto a San Siro. L’anno dopo morì

Lo sapevate? Nel 1980 Bob Marley suonò in un epico concerto a San Siro. L’anno dopo morì. Il 27 giugno del 1980 in una notte magnifica 90mila persone riempirono lo stadio di San Siro a Milano per un memorabile
Lo sapevate? Nel 1980 Bob Marley suonò in un epico concerto a San Siro. L’anno dopo morì.
Il 27 giugno del 1980 in una notte magnifica 90mila persone riempirono lo stadio di San Siro a Milano per un memorabile concerto di Bob Marley. Fu uno dei suoi ultimi concerti.
Arrivò gente da tutta Italia. Bob Marley, finalmente in Italia, con la sua canzone di impegno sociale, la musica militante contro tutti i razzismi, le diseguaglianze e le esclusioni.
Fu, come ricorda anche un vecchio articolo di Focus, soprattutto un grande rito “partecipativo” di massa: assiepati su due anelli (il terzo ancora non c’era) e sul prato, tantissimi a ballare, come parte di un tutto di vibrazioni positive (Positive Vibrations…, come il titolo di una sua celebre canzone).Ad aprire il concerto, nel caldo pomeriggio, cantarono Roberto Ciotti e Pino Daniele.
La sera arrivò Marley, che cantò One Love (scritta durante la guerra civile in Giamaica), Survival (sulla tratta degli schiavi e la voglia di ritornare in Africa dei loro discendenti), Jammin e No Woman No Cry. In quella notte magica si accesero migliaia di accendini sugli spalti dello stadio di San Siro (quando ancora non c’erano i cellulari).
Come raccontarono molti presenti quella sera a Milano ci fu una magia speciale, una sensazione di condivisione collettiva, per un concerto che lasciò un segno indelebile nella vita di molti.
Fu contagioso e irresistibile, il suo reggae ipnotico. La gente ballò, pensò e pianse: fu qualcosa di spirituale più che un concerto musicale.
Bob Marley morì l’anno dopo per un male incurabile.
Marley è stato il musicista che più di tutti si è impegnato socialmente. Aderì alla religione rastafari, fede cristiana locale della Giamaica che considerava l’Etiopia come la terra promessa dei neri liberati dalla schiavitù e dalle altre forme di sfruttamento e discriminazione.
Ferito in un attentato, nel dicembre del 1976, auto esiliato a Londra per ragioni di sicurezza. Ritornò in Giamaica nell’aprile del 1978 e dopo avere organizzato il One Love Peace Concert, riuscì a pacificare i due leader in guerra civile fra loro.
Poi andò in Africa, terra di origine dei suoi antenati. Nel 1978 gli fu conferita, a nome di 500 milioni di africani, la Medaglia della Pace dalle Nazioni Unite. Grazie a lui il reggae è stato dichiarato dall’UNESCO “patrimonio immateriale dell’umanità”. A Milano tre sezioni dell’Anpi – quelle di Crescenzago, Gratosoglio e la 10 Agosto – hanno riconosciuto Marley come “resistente” per essersi battuto contro il razzismo e tutti i fascismi, per la libertà e l’uguaglianza dei popoli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA