Lo sapevate? Anche Milano fu colpita duramente dalla Shoah

Lo sapevate? Anche Milano fu colpita duramente dalla Shoah. (SECONDA PUNTATA) Quella della comunità ebraica di Milano è una storia molto più recente rispetto ad altre città italiane. Le vicende cominciarono infatti nell’Ottocento, con le libertà concesse da Napoleone. Andiamo
Lo sapevate? Anche Milano fu colpita duramente dalla Shoah.
(SECONDA PUNTATA) Quella della comunità ebraica di Milano è una storia molto più recente rispetto ad altre città italiane. Le vicende cominciarono infatti nell’Ottocento, con le libertà concesse da Napoleone. Andiamo a scoprire i luoghi simbolo, la storia e le particolarità della cucina Kosher nel quartiere ebraico del capoluogo lombardo. La seconda puntata dedicata alla Milano ebraica parte dalla Shoah.
La Shoah colpì duramente Milano e la sua comunità ebraica: su 896 persone deportate, solamente 50 sopravvissero. La vita della comunità riprese immediatamente dopo la Liberazione, il 25 aprile 1945. In attesa che fossero riparati gli edifici danneggiati dalla guerra, la comunità ottenne in affitto il Palazzo Odescalschi, in via Unione 5, che operò per alcun anni, fino al 1952, come centro comunitario e luogo di culto. Nel 1953 furono terminati i lavori di ricostruzione della sinagoga. A ricordo delle vittime della Shoah caricate al binario 21 della Stazione Centrale di Milano sui treni diretti ai campi di concentramento è stato realizzato il Memoriale della Shoah di Milano, inaugurato il 27 gennaio 2013 e aperto parzialmente al pubblico. Oggi più di 7.000 ebrei vivono a Milano.
Oggi, il quartiere ebraico di Milano sorge nella zona sud-ovest della città. Si estende da via Washington al Piazzale Giovanni delle Bande Nere, e merita una visita. Per la sua storia, per la storia della sua comunità e per le particolarità gastronomiche della cultura kosher.
Per gli ebrei osservanti è fondamentale che l’atto del cibarsi (così come per la sessualità) avvenga in modo ragionato, non meccanico. Carne e latticini non possono essere consumati nello stesso pasto, né cucinati o lavorati insieme.
Gli ebrei osservanti possono mangiare: gli animali ruminanti che hanno lo zoccolo spaccato in due parti. La mucca, il vitello, la pecora, la capra sono ammessi; il coniglio, il maiale, il cammello o il cavallo sono vietati, così come i rettili e gli insetti. Si possono mangiare i volatili da cortile, come le galline. Sono invece vietati i rapaci. Sono commestibili i pesci che hanno sia pinne che squame mentre sono vietati l’anguilla, i frutti di mare, il caviale, i pesci gatto, la coda di rospo e altri ancora.
Gli animali devono essere macellati in modo particolare e tutto il sangue deve essere eliminato
Coi suoi ristoranti e le sue gastronomie, il quartiere ebraico di Milano è il posto perfetto per una cena particolare e per avvicinarsi a una cultura complessa e affascinante.
Da ammirare nel quartiere ebraico la sinagoga, in via Gustalla, costruita alla fine dell’Ottocento, distrutta e ricostruita, e la cosiddetta Casa 770 (soprannominata “L’Olandese”, per via di quell’architettura che ricorda i Paesi Bassi). Clone di altre 11 case sparse per il mondo, è sede di eventi che celebrano la cultura ebraica: è infatti la riproduzione della casa newyorchese del rabbino Yoseph Yitzchok Schneerson, acquistata dagli ebrei ortodossi Lubavitcher per dare alloggio al religioso, in fuga dalle persecuzioni naziste.
Da visitare anche il già citato Memoriale della Shoah, nella Stazione Centrale: è qui che furono caricati sui carri bestiame i prigionieri in partenza dalle carceri di San Vittore. È il simbolo della deportazione degli ebrei in Italia.
Tra dicembre 1943 e gennaio 1945 partirono dal cosiddetto “binario 21” della Stazione di Milano Centrale ventitré convogli. I deportati furono principalmente ebrei, prigionieri politici, partigiani e lavoratori antifascisti. Gli ebrei milanesi deportati furono centinaia, quelli che riuscirono a ritornare poche decine.
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