Le grandi donne di Firenze: Oriana Fallaci, che volle passare gli ultimi momenti nella sua amata città
Poche settimane prima aveva lasciato la dimora di Manhattan, essendo suo preciso desiderio trascorrere l'ultimo scorcio di vita nella città in cui era nata: «Voglio morire nella torre dei Mannelli guardando l'Arno dal Ponte Vecchio»
Oriana Fallaci, giornalista, scrittrice e figura iconica del giornalismo italiano e mondiale, è stata una personalità leggendaria il cui spirito indomito è stato plasmato dai suoi legami profondi con Firenze, la città che ha visto nascere e crescere la sua passione per la libertà, la verità e la giustizia.
Nata nel cuore della Toscana nel 1929, Oriana è cresciuta in una famiglia impegnata politicamente e culturalmente. Suo padre, Edoardo Fallaci, un attivista antifascista, ha trasmesso alla giovane Oriana un forte senso di giustizia e coraggio, coinvolgendola fin da giovanissima nella resistenza contro il regime fascista. È proprio a Firenze che Oriana ha vissuto i drammatici anni della Seconda Guerra Mondiale, un periodo segnato da sofferenze e sacrifici, ma anche da una straordinaria solidarietà e determinazione nel lottare per la libertà.
Durante l’occupazione nazista di Firenze, Oriana si unì alle Brigate Giustizia e Libertà, rischiando la sua vita come staffetta per la Resistenza. Attraversando l’Arno nei punti più pericolosi e affrontando le minacce dei nazisti, ha dimostrato una determinazione e un coraggio straordinari. Il suo impegno durante la guerra le valse un riconoscimento d’onore dall’Esercito Italiano, un segno tangibile del suo contributo alla lotta per la libertà.
Ma il legame di Oriana con Firenze non si limitava solo alla sua esperienza durante la guerra. Dopo aver conseguito la maturità al Liceo Classico “Galileo”, Oriana si iscrisse all’Università di Firenze, prima in Medicina e poi in Lettere. Fu durante questi anni che Oriana iniziò a coltivare la sua passione per il giornalismo, ispirata dallo zio Bruno Fallaci, giornalista di successo. Fu a Firenze che Oriana iniziò la sua carriera giornalistica al Mattino dell’Italia centrale, dove si distinse per la sua audacia e la sua determinazione nel raccontare la verità, anche quando questa andava contro gli interessi del potere.
Ma è stato proprio il suo trasferimento a Milano e poi a Roma che ha segnato l’inizio di una carriera straordinaria nel giornalismo. Collaborando con importanti testate come Epoca e L’Europeo, Oriana ha affrontato temi cruciali della sua epoca, dalla politica alla cultura, dalla guerra al femminismo. Le sue inchieste e le sue interviste, spesso condotte in luoghi di conflitto come il Vietnam e il Medio Oriente, hanno contribuito a plasmare l’opinione pubblica e a sollevare dibattiti cruciali sulla politica e sulla società.
Ma Firenze è rimasta sempre nel cuore di Oriana, nonostante le sue avventure in tutto il mondo. La città toscana ha continuato a ispirare la sua scrittura e il suo impegno civile. È stata a Firenze che Oriana ha trovato il sostegno e la forza per affrontare le sfide della sua vita, comprese le lotte personali e politiche che l’hanno contrassegnata negli anni successivi.
Fallaci, poche settimane prima della sua morte, lasciò la dimora di Manhattan per tornare a Firenze, la città in cui era nata. Il suo desiderio era di trascorrere gli ultimi momenti della sua vita nella torre dei Mannelli, guardando l’Arno dal Ponte Vecchio. Questa torre era stata il quartier generale dei partigiani che erano comandati da suo padre durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fallaci, con il nome di battaglia “Emilia”, da bambina aveva avuto un ruolo attivo nella resistenza, trasportando bombe a mano per i partigiani. Il desiderio di tornare a Firenze e vivere gli ultimi giorni nella torre dei Mannelli era quindi profondamente legato alla sua storia personale e alle sue memorie legate alla lotta partigiana.
Per permettere a Fallaci di tornare in Italia in modo riservato, Silvio Berlusconi, all’epoca Primo Ministro, le mise a disposizione un aereo privato. Tuttavia, una volta arrivata a Firenze, non fu possibile per lei essere ospitata nella torre dei Mannelli a causa dell’inadeguatezza del luogo a ospitare una persona in precario stato di salute. Fu quindi ricoverata nella clinica Santa Chiara, dove poi morì.
Oriana Fallaci è sepolta nel cimitero degli Allori, situato nel quartiere del Galluzzo a Firenze. La sua tomba si trova accanto a un cippo commemorativo di Alekos Panagulis, suo compagno di vita. Il cimitero degli Allori è di rito evangelico ma ospita tombe di persone di diverse fedi e convinzioni religiose, come atei, musulmani ed ebrei.
Il suo rapporto con Firenze è stato un filo rosso che ha legato tutta la sua esistenza, fino agli ultimi giorni. Quando Oriana ha deciso di trascorrere gli ultimi momenti della sua vita nella sua città natale, ha voluto tornare alle sue radici, al luogo dove è nata la sua passione per la libertà e la verità. La sua morte a Firenze nel 2006 ha segnato la fine di un’epoca, ma il suo spirito indomito e il suo impegno per la giustizia e la libertà rimarranno per sempre parte integrante della storia di Firenze e dell’Italia.
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