Il Comune di Lanusei e la Provincia d’Ogliastra patrocinano il dramma teatrale “Tzia Birora”, diretto dal regista Romano Foddai del Teatro S’Arza. Lo spettacolo, organizzato da Cantieri d’Arte Teatro della Chimera, Associazione L’Isola che c’è e Coop Sociale Duascor Duoscoros, fa parte della prima fase dell’edizione 2012 del Festival Itinerante “Arte e cultura verso i luoghi”. La rappresentazione, frutto della sperimentazione e della ricerca di modelli artistici capaci di creare una mediazione tra i metodi espressivi convenzionali del teatro da palcoscenico e quello informale dei carnevali tradizionali sardi, è strutturato su una narrazione drammaturgica che si basa principalmente sui gesti e sui segni, dove l’unico spazio concesso alla voce è quello dei canti popolari e dei suoni inventati. Tzia Birora, ispirato a da un omonimo racconto di Grazia Deledda, è un’anziana donna che si aggira per le stanze della sua vecchia dimora inconsapevole di essere morta; non riconosce la propria casa ma, a furia di vagare tra gli oggetti che un tempo le erano appartenuti, i ricordi le tornano alla mente. Improvvisamente si rammenta delle sue cose e riconosce con gioia la sua casa, ricordandosi anche di essere morta. Realizza quindi di essere uno spirito e può tornare finalmente da Dio. Lo spettacolo, di una durata di 50 minuti, verrà messo in scena giovedì 9 alle 21.30 presso il Museo Civico Ferrai a Lanusei, in Piazza del Fico.

Sardegna terra del vino: è vero oggi quanto era vero 60 anni fa.

Lo dimostra questo documentario Rai, pubblicato su Youtube da PMRec Sardinia.

A differenza di oggi però l’Isola, che produceva grandi quantità di uve e di vino, non aveva molte cantine ed esportava soprattutto le vinacce per i tagli del “Continente”.

Ancora veniva usato da molti l’antico metodo della pigiatura, ma si iniziava a intravedere i barlumi del vino prodotto su scala industriale, oggi uno dei settori più attivi e fiorenti della Sardegna.