Che cosa vuol dire “duenna” in sardo campidanese?
La misteriosa figura della duenna nel sardo campidanese: tra mito, lingua e antiche credenze popolari.
La Sardegna, terra dalle radici profonde e dal fascino arcaico, conserva nei suoi dialetti e nelle sue tradizioni parole che raccontano secoli di storia e di contaminazioni culturali. Tra queste, una delle più curiose e affascinanti è certamente “duenna”, termine del sardo campidanese che racchiude in sé significati diversi e stratificati nel tempo. La parola, oggi quasi dimenticata nel linguaggio quotidiano, affonda le sue origini nella lingua spagnola, derivando da “dueña”, termine che indicava la padrona di casa, la donna che custodiva e governava la dimora, ma anche una figura di sorveglianza e rispetto. Nella tradizione sarda, la “duenna” è stata per secoli una presenza concreta e simbolica al tempo stesso: poteva essere la beghina del paese, la zitella o la vedova di comunità, una donna matura e autorevole che, nelle famiglie agiate, sovrintendeva ai lavori domestici e alle giovani serve. La sua figura, austera e rispettata, rappresentava una forma di autorità femminile dentro la casa, una sorta di guardiana delle regole, del decoro e delle buone maniere, tanto da diventare nell’immaginario collettivo quasi una presenza sacra o temuta.
Ma il termine “duenna” nel campidanese ha assunto anche un significato più oscuro e misterioso, legato alle credenze popolari e ai racconti tramandati oralmente nelle case e nelle veglie notturne. Nella memoria dei più anziani, la duenna non era soltanto una figura reale, ma anche uno spirito, un’entità che aleggiava tra le stanze e nei cortili, soprattutto nelle notti di silenzio, quando si credeva che le anime dei defunti potessero tornare a visitare i luoghi un tempo abitati. Era una sorta di presenza invisibile che ammoniva e spaventava i bambini più vivaci, un modo per insegnare il rispetto e la prudenza attraverso il timore del mistero. Così la duenna si è trasformata, nel corso dei secoli, in una figura a metà tra il reale e il fantastico: da governante severa a spirito domestico, da donna di potere a leggenda popolare. In alcune versioni della tradizione orale, si racconta che le duennas potessero manifestarsi nei sogni o nei rumori delle vecchie case, come custodi silenziose dei segreti familiari o dei peccati nascosti. Il termine, entrato nel sardo campidanese in epoca spagnola, testimonia il lungo dominio iberico sull’isola e l’influenza linguistica che ne è derivata. Oggi, nel parlare quotidiano, la parola “duenna” sopravvive raramente, ma continua a evocare un immaginario potente, legato a un mondo rurale in cui la superstizione e la fede convivevano con naturalezza. In essa si riflette la memoria di un’epoca in cui le parole non erano solo suoni, ma portatrici di storie, di ruoli sociali e di antichi timori. Conoscere il significato di “duenna” significa dunque entrare in contatto con una parte autentica della cultura sarda, fatta di rispetto per la tradizione, di lingua viva e di memoria collettiva che ancora oggi continua, silenziosa, a sopravvivere nei racconti del popolo e nei ricordi dei più anziani.

