Perché si pensava che nelle tombe dei giganti della Sardegna fossero sepolti dei giganti?
Per secoli la tradizione popolare ha tramandato l’idea che nelle tombe dei giganti della Sardegna fossero custoditi i resti di uomini enormi, esseri alti e possenti che la fantasia collettiva voleva legati a un’epoca lontana e misteriosa.
Un’interpretazione che affonda le radici nella suggestione esercitata da questi monumenti imponenti e nella mancanza, fino a tempi relativamente recenti, di conoscenze archeologiche in grado di spiegarne l’origine e la funzione. Le tombe dei giganti, diffuse in tutta l’Isola e costruite in epoca nuragica, colpiscono ancora oggi per le loro proporzioni: lunghe anche trenta metri, con lastre di pietra verticali che formano camere funerarie monumentali e stele centrali che possono superare i quattro metri di altezza. Dimensioni tali da sembrare destinate a creature sovrumane e capaci di alimentare racconti fantastici. Non sorprende che, di fronte a strutture tanto imponenti, le comunità del passato abbiano immaginato che si trattasse delle sepolture di giganti. La leggenda si è rafforzata nel tempo anche attraverso narrazioni locali che parlavano di ossa enormi ritrovate tra le pietre, ossa che in realtà potevano appartenere a individui robusti o perfino ad animali, ma che in assenza di verifiche scientifiche venivano scambiate per prove dell’esistenza di uomini giganteschi.
L’eco di queste storie si intrecciava con i miti mediterranei che da millenni raccontano di giganti e titani, rendendo naturale attribuire un’origine mitica a un paesaggio tanto particolare. Prima che l’archeologia iniziasse a indagare in modo sistematico, l’interpretazione popolare restava l’unica possibile. Mancava infatti la consapevolezza che quelle strutture fossero tombe collettive, destinate a più individui e frutto di pratiche funerarie complesse e condivise. La monumentalità delle architetture veniva quindi percepita come qualcosa di straordinario e inspiegabile, alimentando la leggenda. Gli studi moderni hanno invece chiarito che non vi erano giganti sepolti in Sardegna: i resti umani rinvenuti all’interno delle tombe rientrano nelle normali dimensioni delle popolazioni del tempo. Oggi sappiamo che quei luoghi avevano un forte valore sociale e rituale, non solo legato alla morte ma anche alla memoria collettiva e alla coesione delle comunità nuragiche. Rimane però intatta la forza del mito, che ha saputo attraversare i secoli e continua a suggestionare chi si trova davanti a questi monumenti antichissimi, simbolo di un passato che unisce leggenda e realtà.