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Lo sapevate? Chi è “Bagonghi” e perché si usa questa parola anche nel sardo campidanese?

Una persona dubbiosa

Una persona dubbiosa

Lo sapevate? Chi è “Bagonghi” e perché si usa questa parola anche nel sardo campidanese?

“Oh Bagonghi”, avete mai sentito questa espressione? Sapete che cosa significa?

Il termine “Bagonghi” è una parola che ha radici profonde nella storia del circo e dello spettacolo itinerante, ma che nel corso del tempo ha assunto significati e connotazioni diverse in varie parti d’Italia, inclusa la Sardegna. Originariamente, “Bagonghi” o “nani Bagonghi” era uno pseudonimo utilizzato per definire i nani che si esibivano nei circhi, nelle fiere e nei baracconi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. L’etimologia del nome è incerta, ma alcuni studiosi ipotizzano una derivazione da “Ba Kango”, nome di una tribù pigmea dell’Africa occidentale. Nel corso degli anni, diversi artisti circensi di bassa statura hanno adottato questo nome d’arte, contribuendo a renderlo famoso nel mondo dello spettacolo. Tra i Bagonghi più celebri ricordiamo Andrea Bernabè, considerato il primo a utilizzare questo pseudonimo nel Circo Zavatta nella seconda metà del XIX secolo, Giuseppe Bignoli e Checco Medori al circo Togni, e Filippo Ruffa nei circhi Orfei.

La storia di Francesco Medori, noto come Checco, è particolarmente toccante: questo famoso Bagonghi, appartenente al circo Togni, morì tragicamente il 25 agosto 1951 a Bolzano, intossicato dai fumi mentre cercava eroicamente di spegnere un incendio che aveva colpito i tendoni del circo. Con il passare del tempo, il termine “Bagonghi” è entrato nel linguaggio colloquiale italiano, assumendo sfumature diverse a seconda delle regioni. Nella penisola, viene spesso usato come epiteto scherzoso (anche se non sempre appropriato) per riferirsi a persone di bassa statura che tendono a vantarsi eccessivamente o a millantare competenze che non possiedono, suscitando ilarità negli interlocutori. Nel nord Italia, specialmente in Piemonte, il termine può indicare una persona dai modi sgraziati o vestita con abiti troppo larghi. È in Sardegna, tuttavia, che il termine “Bagonghi” ha assunto un significato particolarmente interessante e specifico.

Nell’Isola, e soprattutto nel dialetto campidanese, questa parola viene utilizzata non solo per indicare le persone affette da nanismo, ma in modo particolare per riferirsi alle persone che soffrono di macrocefalia. La macrocefalia è una condizione medica caratterizzata da una testa di dimensioni anormalmente grandi rispetto al corpo. Questa associazione specifica tra il termine “Bagonghi” e la macrocefalia in Sardegna è un esempio affascinante di come le parole possano evolvere e assumere significati molto specifici in contesti culturali e geografici diversi. L’uso di questo termine per descrivere persone con macrocefalia potrebbe derivare dall’aspetto fisico distintivo di alcuni artisti circensi nani, che potevano presentare proporzioni corporee inusuali, inclusa una testa relativamente grande rispetto al corpo. È importante sottolineare che l’uso di termini come “Bagonghi” per riferirsi a persone con condizioni mediche come il nanismo o la macrocefalia è considerato oggi inappropriato e potenzialmente offensivo. La sensibilità verso il linguaggio inclusivo e rispettoso delle diversità ha portato a una maggiore consapevolezza sull’impatto che certe parole possono avere sulle persone.

Curiosamente, il termine “Bagonghi” ha trovato spazio anche nel mondo dello sport. Un esempio notevole è il caso di Roberto Boninsegna, ex giocatore del Cagliari, che ricevette questo soprannome dal famoso giornalista sportivo Gianni Brera. Boninsegna stesso racconta: “Un giorno Gianni Brera scrisse di me chiamandomi ‘Bonin-Bagonghi’. Mi vedeva nano ed ero più alto di lui, ma al tempo stesso elogiava la mia agilità e il mio senso del gol”. Questo aneddoto illustra come il termine, pur essendo potenzialmente offensivo, potesse essere usato in passato anche in contesti sportivi con una connotazione che mescolava critica e ammirazione. In conclusione, la storia e l’evoluzione del termine “Bagonghi” offrono uno spaccato interessante sulla complessità del linguaggio e su come le parole possano assumere significati diversi in contesti culturali differenti. Dall’originale riferimento agli artisti circensi di bassa statura, passando per l’uso colloquiale in varie parti d’Italia, fino alla specifica associazione con la macrocefalia in Sardegna, “Bagonghi” è un esempio di come le parole possano viaggiare, trasformarsi e acquisire nuovi significati nel corso del tempo e dello spazio. Oggi, mentre riflettiamo su questo termine, è importante considerare il suo impatto e promuovere un linguaggio più inclusivo e rispettoso verso tutte le persone, indipendentemente dalle loro caratteristiche fisiche o condizioni mediche.

 

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