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Lo sapevate? Serramanna un tempo ospitava la più grande cantina vitivinicola d’Europa

La cantina di Serramanna negli anni Sessanta

La cantina di Serramanna negli anni Sessanta

Lo sapevate? Serramanna un tempo ospitava la più grande cantina vitivinicola d’Europa.

Negli anni ’80, la Cantina Sociale di Serramanna era un colosso del settore vinicolo. Dotata di strutture all’avanguardia e capannoni imponenti, era in grado di trasformare enormi quantità di uva, producendo vini rinomati a livello nazionale e internazionale.

La cantina

Fondata nel 1954, questa cantina si affermò rapidamente grazie alla dedizione dei viticoltori locali, diventando un punto di riferimento per la produzione vinicola della regione. Sebbene oggi l’enorme complesso non ricopra più il ruolo di un tempo, rimane un simbolo di orgoglio per la comunità, rappresentando l’eredità vinicola di Serramanna, ancora viva e capace di contribuire alla cultura e all’economia del territorio.

 

Il grande silos in una cartolina del tempo

Il 2 settembre 1954, 23 viticoltori si unirono per costituire la Società Cooperativa del Campidano di Serramanna, con l’obiettivo di raccogliere e trasformare l’uva dei soci, producendo vini di qualità costante. Nel 1958, la cooperativa iniziò le sue attività con oltre 300 soci e la lavorazione di 18.800 quintali d’uva. La celebre Torre Sernagiotto, simbolo del complesso, fu inaugurata nel maggio del 1960 dal ministro Antonio Maxia.

Con il passare degli anni, la cantina si espanse: furono costruite nuove vasche, uffici, locali per la vendita diretta, cantine per l’invecchiamento dei vini in botti di rovere e impianti di imbottigliamento. Nel 1978, la produzione raggiunse i 194.000 quintali di uva, con vini che spaziavano dai tradizionali da tavola fino ai pregiati DOC, come Malvasia, Vermentino, Nasco, Monica e Vernaccia. In quel periodo era la cantina più grande d’Europa.

Una bottiglia di Vernaccia della cantina di Villasor (Foto Facebook)

Tuttavia, alla fine degli anni ’80, la cantina si trovò in difficoltà finanziarie e fu costretta a chiudere. Nel 1994, la Regione Sardegna rilevò lo stabilimento, assumendosi i debiti e saldando i pagamenti ai soci per le ultime vendemmie. Oggi, parte degli impianti è stata riconvertita per lo stoccaggio del grano, affittati a privati, ma il ricordo del suo glorioso passato rimane vivo nella memoria collettiva di Serramanna.

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