Lo sapevate? Gli alberi di mirto più grandi del Mondo si trovano in Sardegna. Scoprite dove.
Sardegna terra di alberi ultra secolari meravigliosi. In alcune località dell’Isola questi arbusti viventi antichissimi hanno raggiunto dimensioni straordinaria, tanto da apparire come dei veri e propri alberi. Scoprite dove si trovano.
Incredibile ma vero, questi alberi di mirto si trovano nella periferia ovest di Sassari, a pochi passi dal centro storico, più precisamente nell’area verde della chiesa di San Pietro in Silki, una delle più antiche della città, risalente al XI secolo.
Attaccato alla chiesa si trova l’orto di San Pietro in Silki, un’area antichissima, nota soprattutto per i suoi lecci e mirti ultrasecolari.
Gli “alberi” di mirto raggiungono proporzioni enormi e sono oggi considerati i più grandi del mondo.
I vasti giardini che circondano l’attuale casa di riposo per anziani, un tempo antico convento benedettino, custodiscono un patrimonio botanico di straordinario valore: tre maestosi esemplari di mirto plurisecolari, che si innalzano per circa tre metri d’altezza. Questa è una caratteristica estremamente rara per il mirto, solitamente noto come arbusto compatto. I due esemplari principali, che assumono la forma di piccoli alberi, rappresentano un fenomeno botanico eccezionale, simbolo della forza e della storia che pervadono il parco di Silki.
Questi giardini sono molto più di un angolo verde: sono un vero e proprio simbolo della memoria storica della città. Il parco di Silki rappresenta ciò che resta degli antichi orti cittadini, con un sistema di irrigazione che risale addirittura all’epoca romana, ancora oggi visibile e testimonianza della maestria ingegneristica dell’antichità. Gli imponenti mirti che si ergono nel giardino sono testimoni silenziosi di un passato lontano e di una storia affascinante che risale forse a sei secoli fa. L’età di questi alberi rimane incerta, ma si ipotizza possa raggiungere i 600 anni.
Il loro fascino ha attirato l’attenzione di illustri viaggiatori e studiosi europei. Il primo a citarli fu il francese Valéry nel 1837, nel suo libro Voyage en Corse, à l’Île d’Elbe et en Sardaigne, dove descrive con meraviglia queste piante straordinarie. Pochi decenni dopo, nel 1854, un altro viaggiatore francese, Delessert, ne parla con ammirazione, notando che i due mirti occupavano già allora uno spazio di circa 15 metri quadrati, suggerendo una rigogliosità fuori dal comune.
Fino a qualche anno fa, i mirti di Silki erano ancora prosperi, con una chioma generosa di foglie e bacche. Da queste ultime veniva prodotto un liquore tipico, imbottigliato con il suggestivo nome di “Mirto Saeculum”, un richiamo diretto alla venerabile età delle piante. Oggi, i mirti restano un simbolo della resilienza della natura e della capacità del passato di dialogare con il presente, regalando ai visitatori un frammento tangibile di storia viva, immersa nel verde.
L’area, delimitata da un muro di cinta storico e organizzata mediante terrazzamenti a secco, comprende anche un vasto uliveto di circa 2 ettari, orti, vigneti, agrumeti.
Come riporta il sito della casa di riposo i mirti e i lecci secolari sono di particolare interesse botanico per le loro dimensioni non comuni e per la loro età: a questo hanno contribuito la fertilità del terreno, un microclima particolarmente favorevole e l’abbondante disponibilità di acqua irrigua. I Lecci secolari furono piantati su iniziativa di padre Dimas Serpi, Superiore del Convento di San Pietro in Silki nel 1594, creando un imponente viale che porta al frutteto.