Sosoga, satzauga, tiligugu: nella vostra zona come chiamate il gongilo sardo?
Tiligugu, tzabagugu, satzaguga, telacucu, iscurzone, sosoga, telacucu, satzauga, atolicugu, filicuccu, liscinaebra, colovreddu: voi come lo chiamate?
Il Gongilo sardo è una sottospecie (Chalcides ocellatus tiligugu) diffusa in Sardegna (ma anche Sicilia, Pantelleria, Malta, Marocco, Algeria, Tunisia) su tutto il territorio, tranne forse alle quote più alte. Questo piccolo sauro può raggiungere i 30 cm di lunghezza ma solitamente resta su taglie inferiori.
Caratteristiche distintive, oltre al colore della pelle talvolta simile a quello delle sardine (azzurro argentato) sono la sua testa piccola, il corpo cilindrico, e cinque dita su ciascuna delle zampe, poco usate perchè usa muoversi serpeggiando.
Si nutre di vermi, insetti e artropodi che preda sul terreno o anche sottoterra. È predato prevalentemente da uccelli rapaci, dalla volpe e dal biacco. Poiché la manipolazione dei rettili è potenzialmente dannosa, e sempre causa di stress agli animali (specie se operata da persone inesperte) Sardegna Foreste invita tutti a non toccare nè prelevare mai e non spostare assolutamente questi piccoli animali dal loro habitat.
Gli adulti possono raggiungere i 30 cm di lunghezza, anche se le dimensioni sono solitamente minori, la coda rappresenta quasi la metà della lunghezza totale ed è visibilmente più fine del resto del corpo e le zampe, non sono adatte alla deambulazione ma servono unicamente a sorreggere il corpo e presentano 5 dita corte. Vive nei luoghi soleggiati e aridi, come le zone sabbiose, la macchia in prossimità delle spiagge, nelle vigne e nei campi, nelle aree ruderali, ma anche nei giardini. Spesso si nasconde nelle fessure delle rocce o nei buchi sul terreno, ma può agevolmente scavare nella sabbia soffice o tra i grovigli della vegetazione. Trascorre la latenza invernale, da novembre a marzo, nel sottosuolo o sotto grandi massi.
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