Un’ombra improvvisa, un’istantanea che il motociclismo, e non solo, porta incisa a fuoco: è il 23 ottobre del 2011, una domenica qualunque che si trasforma in tragedia sotto il cielo di Sepang, in Malesia, teatro del MotoGp. Siamo nel bel mezzo del secondo giro, con l’adrenalina che scorre a fiumi come benzina, ma la curva, la famigerata numero 11, decide di trasformarsi in un incubo a occhi aperti. Marco Simoncelli, il giovane pilota romagnolo dal talento irriverente e dai ricci indomabili, perde il controllo della sua Honda. La moto, con una volontà beffarda e inaccettabile, sterza improvvisamente a destra, una deviazione fatale che lo mette in rotta di collisione con il destino. Proprio in quell’istante, dietro di lui, arrivano Colin Edwards e Valentino Rossi, due colossi su due ruote che si ritrovano involontariamente protagonisti di una scena straziante, un orribile scherzo del fato, le loro ruote che travolgono fatalmente il corpo e il capo del Super Sic, il ragazzo che stava riscrivendo le regole dell’entusiasmo in pista. Dalla “nuvola” di polvere, detriti e angoscia sollevatasi in quell’incidente, viene fuori un’immagine che gela il sangue, un fotogramma che non avrebbe mai dovuto esistere: Simoncelli è riverso a terra, immobile, l’assenza del casco che rende tutto più vulnerabile, drammatico, definitivo. Marco è morto lì, sull’asfalto incandescente di quella maledetta curva numero 11 del circuito malese di Sepang, lasciando il mondo delle corse orfano di un sorriso beffardo e di una guida tanto spericolata quanto amata, un vero colpo di scena che nessuno avrebbe voluto vedere in quel terribile, indimenticabile, secondo giro.
Sono passati 14 anni esatti da quel tragico pomeriggio motociclistico in cui perse la vita uno dei centauri italiani più talentuosi. Marco aveva solo 24 anni ed era appena iniziato il suo secondo Mondiale MotoGp, guadagnato sul campo dopo la vittoria nel 2008 nella classe 250. Solo una settimana prima, il 16 ottobre, aveva ottenuto un eccezionale secondo posto nel Gp d’Australia e in Malesia si apprestava a fare una gara d’attacco, alla caccia di quella vittoria iridata che purtroppo non sarebbe mai arrivata.
In suo onore, il circuito di Misano Adriatico, situato a pochi chilometri dalla casa di famiglia di Coriano, dal 9 giugno 2012 viene chiamato “Circuito Marco Simoncelli”.

