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Quartu, sequestrate nove statuine giapponesi in avorio di dubbia provenienza: denunciata una donna

Le popolazioni di elefanti selvatici nei loro habitat (Africa e India) continuano ad essere soggette ad intensa attività di bracconaggio e il loro avorio continua ad essere venduto illegalmente sul mercato e per questo, all’attualità le transazioni di questo prezioso materiale sono vietate. Nonostante questo, anche in Italia gli oggetti in avorio continuano ad avere un loro mercato e, nei giorni scorsi, i Carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Cagliari, al termine delle indagini di rito hanno denunciato a piede libero una cittadina italiana residente a Quartu Sant’Elena (CA) con contestuale sequestro del materiale, per aver esposto per la vendita 9 statue in avorio “Netsuke” prive della documentazione che ne provasse la legale provenienza.

I Netsuke sono piccole statue finemente intagliate e decorate che fanno parte del piccolo artigianato giapponese destinate, a partire dal XVIII secolo, ad essere indossate per fissare alla cintura del kimono oggetti di uso quotidiano. Per la loro pregevole fattura i Netsuke destano l’interesse nel mondo del collezionismo.

La normativa CITES

La Convenzione di Washington (conosciuta appunto come C.I.T.E.S.) è una convenzione internazionale che, attraverso un sistema di certificazioni, mira a regolare il commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione garantendo in tal modo una fruizione sostenibile del patrimonio naturalistico in modo che il commercio sia appunto sostenibile per la specie e compatibile con il ruolo che questa riveste nel suo habitat. La convenzione ratificata dall’Italia nel 1975 è entrata in vigore il 31 dicembre del 1979 e riconosce vari gradi di protezione ad oltre 30000 specie (tra animali e piante compresi nelle varie appendici che sono parte integrante della Convenzione).

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