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Lo sapevate? La fine dei nobili sardi che congiurarono contro il marchese di Camarassa

Una congiura contro la dominazione spagnola nell’Isola che mette in luce la crudeltà dei conquistatori.

Nel 1660 la Sardegna era sotto la dominazione spagnola. L’isola ai tempi era una terra di mero sfruttamento, depredata di ogni sua risorsa, con conseguenti carestie che dilagavano nei villaggi e nelle città, dove regnava il malcontento. Questa gravosa situazione portò all’omicidio del Vicerè, il marchese spagnolo di Camarassa, ad opera di un gruppo di nobili sardi. Alcuni di essi vennero catturati e uccisi immediatamente, altri invece riuscirono a fuggire.

In particolare, il marchese di Cea e il suo servo, furono individuati a Sassari e da lì portati a Cagliari dove vennero torturati con la tecnica della ruota (inquietante pratica di tortura medievale in cui il condannato veniva legato su una ruota di legno davanti al pubblico che osservava mentre il boia fratturava le ossa del malcapitato). In seguito le loro teste furono mozzate ed esposte sulle torri di San Pancrazio e dell’Elefante come monito, i loro beni confiscati e i terreni cosparsi di sale. Nella città furono erette lapidi infamanti.

In via Canelles 32 a Cagliari è ancora possibile visitare il monumento che gli spagnoli fecero erigere come ricordo della congiura.

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