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Com’era la Cagliari medievale? Guardate questa incredibile ricostruzione in 3D

Lo sapevate? Com’era la Cagliari medievale? Guardate questa incredibile ricostruzione in 3D.

Sjm Tech: il lavoro video in 3D di un’azienda sarda che ha permesso di ricostruire la Cagliari medievale.

Chi non ha mai desiderato almeno una volta fare un salto indietro nel tempo. Magari per vedere come fosse la Cagliari di seicento anni fa. La scienza non ha fatto ancora passi così grandi, ma il lavoro di un’azienda cagliaritana, la Sjm Tech ha permesso attraverso dei video di ricostruire la Cagliari storica del XV, XVI e XVIII secolo.

Il lavoro è affascinante, mostra probabilmente delle leggere approssimazioni ma è comunque un ottimo messaggio divulgativo, utilissimo, con i video (realizzati come se ci fosse un volo di un drone, naturalmente simulato) caricati su You Tube. I video mostrano come fosse la Cagliari medievale e quella mutata in epoca Piemontese, con i quattro quartieri storici e le fortificazioni. Tratti di mura che non esistono più, torri, come quella dell’Aquila che sono state modificati, e soprattutto la mancanza dei moderni quartieri, al posto dei quali allora c’era la campagna. Questi sono i risultati:

Fondata nel 2005, la SJM-TECH si occupa prevalentemente di grafica 3D, Design e Web. L’unione di queste competenze è dedicata alla progettazione e realizzazione di contenuti 3D/2D di alta qualità e a elevato grado di interazione, pensati per le esigenze sia delle pubbliche amministrazioni che dei privati.

La SJM-TECH è operativa prevalentemente nei settori: virtual archaeology/heritage, industriale, urbanistica e architettura, medicina ed entertainment. In questi campi realizza applicazioni 3D interattive, game didattici, seriuos game, software 3D in ambito industriale e software 3D per la pianificazione funzionale degli spazi in ambienti pubblici urbani o centri commerciali. I contenuti sono visualizzabili attraverso una serie di supporti tecnologici che variano a seconda delle esigenze specifiche che i progetti prevedono, come installazioni multimediali, tavoli o superfici touch, visori per realtà aumentata, ma anche attraverso device più comuni come pc/mac, smartphone e tablet.

Torri e bastioni imponenti servivano per difendere la città dalle invasioni, fortificazioni impenetrabili e inespugnabili, che hanno attraversato i secoli. I pisani avviarono la costruzione nel quartiere di Castello e lo stesso fecero sul colle del castello di san Michele. Catalani, aragonesi e sabaudi completarono l’opera, modificando le difese a seconda delle evoluzioni tecniche: dai bastioni a strapiombo pisani a quelli leggermente obliqui degli spagnoli, sino alle strutture complesse piemontesi. Oggi si notano rilevanti tracce del sistema difensivo che cingeva Castello e dominava gli altri tre quartieri storici di Villanova, Stampace e Marina.
Parte della cinta muraria fu demolita dopo che Cagliari cessò di essere una roccaforte (fine XIX secolo). Di molte porte rimangono solo i nomi, mentre delle quattro torri rimaste in piedi la più antica, eretta dai pisani nel 1293, è la torre dello Sperone (o degli Alberti). Poco più recente è la torre dell’Aquila (in origine del Leone), incorporata nel palazzo Boyl. C’è poi la torre di san Pancrazio, edificata nel 1305. Due anni dopo fu eretta la torre dell’Elefante, detta così per la statua del pachiderma, posto su un peduccio nella parte rivolta verso il mare. Le due torri ‘gemelle’ sono opera di Giovanni Capula, costruite con conci squadrati su vestigia più antiche e suddivise in livelli da ripiani in legno.

Durante il viceregno di Dusay (1491-1508), di fronte alla basilica di santa Croce, fu eretto un baluardo, il bastione di santa Croce. Nel XVI secolo a cortine e torri si sostituirono pareti a scarpa e mura bastionate. Più in basso rispetto a Santa Croce, furono innalzati bastioni che arrivavano fino al baluardo dello Sperone. Dallo spianamento di quest’ultimo e del baluardo della Zecca sorse a inizio XX secolo il maestoso bastione di Saint Remy, scenografica porta d’accesso tra Villanova e Castello. Le rampe del suo scalone si snodano fino alla terrazza Umberto I. Verso nord, a difesa dell’attuale belvedere di Buon Cammino, fu creato un fronte carenato con mura verticali. Qui, fra 1552 e 1571, il nuovo assetto difensivo fu progettato dall’architetto cremonese Capellino: a lui si deve la celebre ‘tenaglia’, che rafforzò le difese di san Pancrazio. Le sue opere furono completate da Jacopo Fratino, cui si deve l’attuale aspetto del baluardo pentagonale di Santa Croce.

Pisani prima e spagnoli poi intervennero anche sugli quartieri storici. Nel 1638 le difese pisane di Villanova furono rinforzate da una muraglia che dalla torre di san Pancrazio giungeva fino all’odierno bastione di Saint Remy. Mentre dalla torre dell’Elefante la cinta muraria scendeva sino al quartiere Lapola (oggi Marina), nei pressi dell’odierna piazza Yenne. Al centro della Marina stava la porta del molo, ovvero l’ingresso al porto, che già nel 1535 era protetto dai bastioni di Levante e di sant’Agostino. L’ultimo intervento spagnolo riguardò proprio il molo e il fortino di san Giacomo, poi arrivarono le significative modifiche dei Savoia. L’architetto de Vincenti, su ordine di Amedeo II, diede corpo a un imponente progetto di ristrutturazione con nuove muraglie, altri due bastioni e il riassetto di san Pancrazio, dove furono rimossi fossato e ponte levatoio e nel 1727 sorse l’arsenale regio, oggi sede della Cittadella dei musei.

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