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Lo sapevate? Quante sono le torri spagnole costiere in Sardegna?

Lo sapevate? Quante sono le torri spagnole costiere in Sardegna?

Erette sotto il dominio spagnolo, nel Seicento le torri costiere di Sardegna erano circa 150: in parte postazioni di semplice avvistamento e segnalazione, in parte strutture di difesa, attuata con soldati, armi, munizioni. Per tre secoli furono a guardia dei litorali sardi, in prima linea contro invasori saraceni, nemici e pirati, fino a quando, nel 1867, i Piemontesi ne abbandonarono l’uso, perché ormai più non rispondevano né ad esigenze militari, né ad esigenze economiche e sanitarie.

Chia.

Adesso sono un centinaio, alcune ristrutturate, altre in cattive condizioni.

Portoscuso.

In realtà le torri costiere della Sardegna cominciarono a essere edificate dall’alto medioevo (periodo tra il 476 e il 1000 d.C.) e poi sino alla metà del diciannovesimo secolo. Formavano il sistema di difesa, di avvistamento e di comunicazione lungo le coste dell’isola per difendersi dagli attacchi dei saraceni. Si cominciò in epoca bizantina, quindi giudicale e poi pisana. Il sistema venne ulteriormente perfezionato durante il periodo spagnolo.

Pelosa.

Il primo attacco documentato risale al 705, periodo della dominazione bizantina, nel quale vi furono due incursioni degli arabi ai quali il presidio bizantino, poco numeroso e piuttosto improvvisato non poté in nessun modo opporsi. Oltre che seminare il terrore tra la popolazione inerme ed impreparata, la razzia fruttò un consistente bottino in beni ma anche di vite umane, infatti decine di uomini e donne furono rapiti per essere ridotti a schiavi. Durante i successivi cinquant’anni gli attacchi seguirono con intensità sempre maggiore: a questo periodo risale la costruzione delle prime torri e castelli lungo le coste della Sardegna.

Cala Domestica.

In seguito anche i Giudicati sardi, di Torres, Cagliari, Gallura e Arborea – le forme di governo della Sardegna dall’VIII al XV secolo – e poi le repubbliche marinare di Pisa e Genova, realizzarono numerose fortificazioni costiere di prima difesa che, all’inizio della dominazione spagnola (1479), ammontavano a circa una sessantina.

Con l’editto del 1502 che decretava la definitiva cacciata dei moriscos dalla Spagna, la pirateria mediterranea ricevette un forte impulso infatti nell’Africa settentrionale si riversò un gran numero di musulmani, profughi della Penisola Iberica appunto, che si unirono ai Berberi del Nord Africa i quali già da secoli vivevano dei proventi della guerra “di corsa”.

 

Capoterra, Su Loi.

Il grande pericolo turco-barbaresco e l’estrema vulnerabilità delle coste sarde, in ragione della sua vicinanza alla costa del Nordafrica, che – con venti favorevoli – distava soltanto un giorno di navigazione, aumentava dunque il rischio della Corona di Spagna di perdere il controllo dell’isola. A partire dal 1570 iniziò a farsi strada l’idea di dotare le coste della Sardegna di una rete di torri simili a quelle di cui erano già provvisti i regni di Granada e di Valencia e, nel mezzogiorno d’Italia, il Regno di Napoli e la Sicilia. Già nell’aprile del 1572 venne portata a termine la prima Relaciòn de todas las costas maritimas del Reyno de Cerdena y de los lugares donde se deven hazer las torres y atalayas, un piano di difesa regionale estremamente dettagliato realizzato da Marco Antonio Camos.

San Macario, Pula

Fu probabilmente il saccheggio dei villaggi di Quartu Sant’Elena, Quartucciu e Pirri da parte dei pirati barbareschi avvenuto nel 1582, che in quell’occasione giunsero fino alle porte di Cagliari, che indusse il re Filippo II di Spagna a concretizzare questo progetto difensivo con la costituzione, pochi mesi dopo, della “Reale amministrazione delle torri”.

Porto Paglia, Gonnesa.

La Reale amministrazione delle torri, nata nel 1583 e paragonabile ad una moderna agenzia, aveva il compito di pianificare la costruzione di nuove torri oltre che provvedere alla loro manutenzione. Aveva inoltre la gestione del loro funzionamento, dall’arruolamento dei soldati al rifornimento delle armi per le guarnigioni. Rientrava tra i compiti istituzionali anche la ricerca dei fondi per il suo finanziamento.

Torre Argentina, Bosa.

Di queste circa cento torri solo tre non sono circolari.

La torre di Porto Torres, esagonale.

La torre di Salinas a Muravera, quadrata.

 

Torre Pischeredda a Nurachi.

 

Tutte le torri, ad eccezione di quella di Porto Torres, che è esagonale, di quella della Salinas di Muravera e di Pischeredda di Nurachi, quadrate, hanno una pianta circolare.

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