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Lo sapevate? Nella Cattedrale di Cagliari c’è una stanza utilizzata dalla famiglia reale per assistere alla messa

Lo sapevate? Nella Cattedrale di Cagliari c’è una stanza utilizzata dalla famiglia reale per assistere alla messa.

Per non mischiarsi con la “plebe” i reali di Savoia, durante la loro permanenza in Sardegna, per assistere alla messa utilizzavano una stanza sospesa, che raggiungevano passando attraverso un corridoio ricavato nei due palazzi attigui, che portava alla chiesa.

Sospeso sulla parete d’ingresso del transetto sinistro, della Cattedrale di Cagliari c’è un ballatoio ligneo, intonato nel gusto a una sottostante bussola neoclassica. La sua funzione era quella di ospitare la famiglia reale dei Savoia durante le sacre funzioni, alle quali i reali (che abitavano nel vicino palazzo Regio) accedevano attraversando il Palazzo arcivescovile. La sua costruzione risale pertanto agli anni della permanenza in Sardegna dei Savoia (1799-1814). I Savoia rimasero in Sardegna circa 15 anni, nel periodo in cui Napoleone occupò Torino.

Il Palazzo Regio, quello Arcivescovile e la Cattedrale.

Con la conclusione della “guerra di successione spagnola” – aperta dalla contesa tra i pretendenti al trono dell’ultimo sovrano spagnolo della dinastia degli Asburgo Carlo II, morto nel novembre del 1700 – il 2 agosto 1718 con il patto di Londra ha termine il predominio spagnolo in Sardegna, che viene assegnata alla casa ducale dei Savoia che con essa acquista anche il titolo regio.

Il Palazzo Arcivescovile.

Nonostante l’ambizione dei Savoia di estendersi nella pianura padana, la possibilità di utilizzare la Sardegna come pedina di scambio per ottenere obiettivi più vicini alle proprie mire espansionistiche orientò il governo piemontese a consolidare il possesso dell’Isola e ad adottare una politica cauta nei confronti delle istituzioni esistenti.

Palazzo Regio.

Rientrava infatti nelle clausole di cessione dalla Spagna al Piemonte l’obbligo per i Savoia di rispettare i possessi feudali degli aristocratici spagnoli e gli ordinamenti tradizionali dell’Isola. E sebbene il primo contatto tra piemontesi e sardi non fu dei migliori, soprattutto per la difficoltà di comprensione di un paese e di una cultura spagnolizzati, e non di rado si concluse con l’uso della forza, il sovrano Vittorio Amedeo II, preoccupato sia delle conseguenze politiche e diplomatiche di un eventuale dissenso della feudalità sarda, sia di uno spreco di risorse in azioni inefficaci, adottò una condotta di prudenza e moderazione nel rispetto di istituzioni, leggi e consuetudini. Così la Sardegna entrò a far parte del Ducato di Savoia, poi diventato Regno di Sardegna (e nel 1861 Regno d’Italia), proprio grazie all’annessione dell’Isola, scambiata con la Sicilia.

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