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Lo sapevate? Lo scultore Pinuccio Sciola allestì anche le scenografie di un’opera lirica

Lo sapevate? Lo scultore Pinuccio Sciola allestì anche le scenografie di un’opera lirica.

La grande attività dell’artista Sciola si raccoglie intorno alle sue più importanti ed emblematiche creazioni: le pietre sonore. Dei grandi menhir di basalto o calcarei, lavorati con degli intagli regolari e profondi attraverso i quali vengono prodotti dei suoni. Riconoscibili e affascinanti per il contrasto tra la forma irregolare e gli intagli regolari, le pietre sonore di Sciola sono oggi esposte in tutto il mondo. Nel 2014, queste creazioni ebbero un ulteriore riconoscimento quando Sciola venne chiamato dal Teatro Lirico di Cagliari ad elaborare la scenografia della Turandot di Giacomo Puccini.

 

Il celebre allestimento dell’estate 2014 con lo straordinario impianto scenico resta la prima ed unica esperienza di Pinuccio Sciola nel teatro musicale.

Perfettamente fuse con la scenografia e con la musica, le pietre sembrano possedere un’anima.

L’artista dichiarò che le architetture della scenografia arrivavano da lontano.
Architetture e suoni trasformati in una Pechino allo stesso tempo lontana e modernissima, attuale e atavica.
L’artista ha ritrovato nei suoni che trae dalle “sue” pietre, le note dell’opera pucciniana: le note liquide, orientali, che scaturiscono dalle sue pietre calcaree, provenienti da abissi marini e, ancora, quelle profonde, magmatiche, vulcaniche, tratte dalla profondità della terra, del terrestre basalto.

Pietre e suoni che giungono a noi, per il tramite dello scultore, dai millenni in cui la Sardegna era – come lo è ancora oggi – terra baricentrica nel Mediterraneo; quella terra turrita di cui si tramanda, ancora avvolta nel mistero della sua civiltà leggendaria, antica e modernissima allo stesso tempo.

Maestro della pietra, artista sui generis, Sciola è diventato uno dei simboli dell’arte contemporanea sarda. In  Sardegna e nel resto del mondo, Sciola ha sempre cercato di promuovere il proprio paese natale e i suoi murales; grazie all’attività artistica di Sciola, infatti, San Sperate è diventato oggi un paese-museo.

Foto Riccardo Rigo

 

Pinuccio-Sciola

Nel 2012, l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli conferì l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Oggi l’arte di Sciola continua ad esistere e ad essere conosciuta nel mondo grazie alla Fondazione Sciola guidata dai suoi tre figli e al Giardino Sonoro di San Sperate, viva testimonianza della creazione artistica di un maestro dell’arte contemporanea sarda.

 

Sciola arriva da una famiglia di contadini. Autodidatta, viene scoperto nel 1959 grazie ad una mostra concorso indetta alla Rinascente. In tale occasione vince una borsa di studio per frequentare il Liceo artistico di Cagliari. Tra il 1961 e il 1962 compie numerosi viaggi-studio nelle più importanti città d’arte italiane come Roma, Firenze, Venezia, Ravenna, Napoli. Nel 1964 frequenta il Magistero d’arte di Firenze e partecipa ad un corso di scultura a Salisburgo. Tre anni dopo vince una borsa di studio per un soggiorno in Spagna dove frequenta l’Università della Moncloa di Madrid.

Nel 1968 inizia l’attività di muralista e progetta di trasformare il paese di San Sperate in “paese museo”. L’iniziativa trova il sostegno di numerosi artisti italiani e stranieri tra i quali Foiso Fois, Primo Pantoli, Giorgio Princivalle, Gaetano Brundu. Sempre in quell’anno gli viene conferita la cattedra di scultura al Liceo Artistico di Cagliari.

Nel 1973, grazie ad un riconoscimento dell’UNESCO, lavora con il maestro David Alfaro Siqueiros a Città del Messico. Forte dell’esperienza artistica e sociale nell’ambito del muralismo trasforma il suo paese d’origine in quello che oggi è conosciuto in tutto il mondo come il “Paese Museo”, in cui vivono a cielo aperto centinaia di opere d’arte.
Nell’arco di quarant’anni le opere di Sciola sono state esposte o collocate presso prestigiosi spazi espositivi in tutto il mondo: ma è a partire dal 1996 che la sua ricerca artistica apre, per il mondo dell’arte, uno scenario nuovo e inaspettato quando il Maestro svela al mondo la magia del suono della pietra, una materia dura e statica, non più rilegata ad una sola funzionalità visiva e tattile, ma alla quale ha permesso di essere osservata attraverso un terzo senso: l’udito. Opere capaci di vibrare, e di emettere suoni, di comunicare allo spettatore il potere della natura e la forza della terra. Le pietre sonore vengono presentate per la prima volta in occasione del Festival Time Jazz di Berchidda in Sardegna e suonate dal percussionista Pierre Favre. Nel 2003 inizia una collaborazione con l’architetto Renzo Piano sceglie una monumentale scultura sonora per la Città della Musica a Roma. Nel 2012 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nomina Pinuccio Sciola Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Nel 2014, presso il Teatro Lirico di Cagliari, in occasione dell’opera la “Turandot” di Giacomo Puccini, l’intero allestimento scenografico viene curato dal Maestro Sciola, nello stesso anno gli verrà conferito il prestigioso premio “Medaglia Beato Angelico” e “Premio Donne del Marmo 2015” per il suo importante contributo alla storia della scultura durante la cinquantesima edizione a Verona della manifestazione “Marmoracc”.

Due settimane prima della scomparsa, Pinuccio Sciola, si trovava a San Pietro in Vincoli (Roma) all’interno della manifestazione “StoneTales” dove svelò di fronte al Mosè di Michelangelo la risposta alla famosa domanda dell’artista rinascimentale: “Perché non parli?”.

Tutt’oggi prosegue il suo incessante e ricco lavoro presso la sua casa-studio ed il “Giardino Sonoro” in San Sperate grazie all’impegno dei tre figli, che tramite la Fondazione Sciola si dedicano a portare avanti la sua filosofia di vita e quella che fu una ricerca artistica in continua evoluzione, costellata di successi, nuovi traguardi, e sfide ambiziose.

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