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Lo sapevate? Manlio Scopigno, allenatore del Cagliari dello Scudetto, era chiamato “Il Filosofo”

Lo sapevate? Manlio Scopigno, allenatore del Cagliari dello Scudetto, era chiamato “Il Filosofo”.

Personaggio schivo, silenzioso, particolare, il friulano trapiantato nel Lazio era un uomo di pochissime parole che comunque sapeva farsi rispettare con i suoi metodi, altrettanto anticonformisti. Amato dal gruppo rossoblù, non disdegnava i libri, il bere e il tirar tardi. Una filosofia che gli fece accettare alcune “manchevolezze” di gran parte dei suoi giocatori.

Cresciuto a Rieti, qui si trasferì con la famiglia dopo che il padre, guardia forestale, venne inviato lì. Scopigno rimase sempre legato alla cittadina laziale. Modesto calciatore, arrivò a Cagliari da allenatore nel 1966 e qui ritornò dopo una brevissima parentesi nel soccer americano sulla panchina dei Chicago Mustangs.

Dopo la conquista del sesto posto in campionato, nell’estate 1967 Scopigno guidò i sardi partecipanti al campionato statunitense, organizzato dalla United Soccer Association, in rappresentanza dei Chicago Mustangs: accadde infatti che tale campionato fu disputato da formazioni europee e sudamericane per conto delle franchigie ufficialmente iscritte al campionato, che per ragioni di tempo non avevano potuto allestire le proprie squadre. Scopigno ed i suoi chiusero al terzo posto nella Western Division, con 3 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte, non qualificandosi per la finale (vinta dai Los Angeles Wolves, rappresentati dal Wolverhampton).


Durante un ricevimento presso l’ambasciata italiana a Washington, fu sorpreso ad urinare nel cortile, episodio che portò con sé una scia di polemiche che avrebbero causato l’allontanamento dalla guida dei rossoblu per la stagione successiva.


Scopigno passa quindi la stagione 1967-1968 ufficialmente da disoccupato. In realtà il tecnico carnico è regolarmente stipendiato dall’Inter affinché sia disponibile alla sostituzione del bizzoso Helenio Herrera, ormai al termine della sua avventura sulla panchina nerazzurra. All’inizio della stagione 1968-1969, tuttavia, torna alla guida del Cagliari.

Nel giro di due anni guida la squadra sarda ai vertici del calcio italiano, con il secondo posto nel 1969 e soprattutto con lo storico scudetto del 1970, l’unico titolo vinto in carriera, anche se non può sedersi in panchina per buona parte del girone di ritorno a causa di una squalifica di cinque mesi per offese ad un guardalinee.

 

Una sera il Cagliari era in ritiro: Scopigno era arrivato da poco. Era la vigilia di una partita di Coppa Italia e i rossoblù in sette o otto, in barba alle regole, si diedero appuntamento in una camera per giocare a poker. Fumavano tutti. C’era anche qualche bottiglia che non ci doveva essere. Ad un tratto si aprì la porta: era Scopigno. Scene di panico (i giocatori erano abituati a Silvestri che era un sergente di ferro): tutti ebbero paura. Scopigno entrò, nella nube di fumo che attanagliava la stanza e nel silenzio dei giocatori che aspettavano la bufera, prese una sedia, si sedette e disse tirando fuori un pacchetto di sigarette: «Do fastidio se fumo?». In mezz’ora i giocatori erano tutti a letto e il giorno dopo il Cagliari vinse 3-0. A lui è dedicato lo stadio di Rieti e la tribuna stampa del Sant’Elia. Per tutti rimarrà sempre il “Filosofo”.

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