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Lo sapevate? Chi era il Maestro di Castelsardo, uno dei più grandi artisti sardi di sempre?

Lo sapevate? Chi era il Maestro di Castelsardo, uno dei più grandi artisti sardi di sempre?

Chi era il misterioso pittore che tra la fine del XV secolo e l’inizio del XV lasciò in Sardegna dei capolavori di valore inestimabile? Ancora oggi Il Maestro di Castelsardo non ha un volto e non sono note le sue generalità. Ancora oggi, a distanza di secoli, non si sa chi sia veramente questo artista.


Il Maestro di Castelsardo è stato un pittore attivo tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo.

La sua identità è ancora oggetto di discussione. Si tratta infatti di un misterioso artista di cui ancora oggi non sono note le generalità.


Il nome convenzionale di Maestro di Castelsardo è stato attribuito all’artista da Enrico Brunelli all’inizio del secolo scorso. Si è anche supposto che non fosse sardo, si presume potesse essersi formato in una scuola barcellonese e poi trasferitosi in Sardegna dove lavorò, in particolar modo a Castelsardo, da ciò l’appellativo di Maestro di Castelsardo.

L’anonimo autore venne chiamato definitivamente così nel 1926 dal critico d’arte Carlo Aru. Alla sua figura sono stati accostati diversi nomi: il Maestro potrebbe essere Gioacchino Cavaro (padre o zio di Pietro), pioniere della Scuola di Stampace, oppure Giacomo da Milano, ma anche il maiorchino Martì Torner (gli accostamenti con pittori spagnoli sono molteplici) o, persino, Giovanni Muru, che di sicuro fu, comunque, almeno un suo collaboratore. Sue opere si trovano in Sardegna, Spagna (Barcellona), Corsica (Tallà), Inghilterra (Birmingham, Madonna con bambino, porzione di un retablo che si trovava nella chiesa di Santa Rosalia a Cagliari), a Cagliari, Sassari, Castelsardo, Codrongianos e Ardara e si pensa anche a Perfugas ed Erula.

 

Il Maestro, che viaggiò tanto, spostandosi tra Catalogna, Baleari, Sardegna e Italia centro settentrionale, dimostra di conoscere profondamente i canoni e la cultura umanistica. L’artista si mosse in un ambiente eterogeneo e vario. Caratteristiche che si ritrovano nei suoi quadri, dove si mescolano le impressioni di Antonello da Messina, gusto fiammingo, gotico, aperture al Rinascimento lombardo, ligure, dell’Italia centrale in genere, più le innovazioni e l’originalità della nascente Scuola di Stampace. Nel dipinto ritroviamo proporzioni, gusto e tratti che riportano a Botticelli nei volti e nella dovizia di particolari e nella resa dei drappeggi. Il dibattito su chi fosse il Maestro di Castelsardo è tuttora aperto.


L’unica sua opera datata e di attribuzione certa è quella del Retablo di Tuili.

C’è di più perché il Maestro di Castelsardo era anche uno scultore. Una scoperta recente che ha aperto la strada ad altre ricerche sul Rinascimento sardo, quella che hanno fatto gli studiosi dell’Università di Cagliari, i professori Francesco Delogu, Carlo Ricci e Maria Laura Sanna su uno degli artisti più affascinanti dell’arte sacra in Sardegna.

Dopo le ricerche d’archivio, condotte da don Francesco Tamponi, direttore dell’ufficio Beni culturali e Commissione per l’Arte sacra della Diocesi di Tempio-Ampurias, attraverso le quali è stato possibile risalire alle fasi della realizzazione della cattedrale di Castelsardo, gli studiosi hanno trovato la prova scientifica che riconduce una statua lignea a quello che potrebbe essere forse il più grande retablo in Sardegna.

La bottega del Maestro di Castelsardo, uno dei più autorevoli esponenti del Rinascimento sardo, avrebbe infatti prodotto anche statue in legno, come quella di Sant’Antonio Abate che dal Settecento era conservata nella sacrestia dell’omonima chiesa di Castelsardo e separata dal resto dei pochi frammenti del retablo. Si è scoperto infatti che proprio la statua era stata al centro del retablo per diversi secoli, fino a quando poi il retablo venne smontato in epoca post conciliare.

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